Le mezze verità di Binotto…
Esiste sin dagli albori della massima categoria dello sport dei motori. Subdola e scaltra, se agitata nella maniera corretta, la parola da sempre ha goduto di grandi privilegi, avvalendosi della facoltà di spostare gli equilibri verso chi, saggiamente, dimostrava di saperla maneggiare meglio degli altri. Decine di battaglie hanno costellato la storia della F1, capaci di fare scuola, stabilendo precedenti utili a creare una ghiotta possibilità: puntare il dito contro gli avversari.
Covid-19, una pandemia inaspettata. Ha steso tutti, senza distinzioni, impossessandosi dell’intero globo terraqueo. Riferendoci agli interessi economici della F1, l’emorragia finanziaria ha fatto centro, sciogliendo quella patina dorata di un mondo oramai visibile solamente a tinte grigie. Ridimensionare la categoria è stato una atto dovuto, oltre che una manovra necessaria per salvare il futuro degli attori involucrati nel Circus. Utilizzando un aggettivo teatrale mi collego ad uno stralcio delle dichiarazioni “pagliacceshe” (permettetemi la brutta parola) rilasciate dal team principal della Ferrari, riguardo una soluzione gettonata negli ultimi tempi: la reverse grid.
“Abbiamo messo a disposizione il nostro senso di responsabilità. Malgrado il nuovo regolamento per tanti versi ci sfavorisca, va comunque a beneficio dell’intera F1. Sulla gara sprint sono deluso, in quanto abbiamo perso una bella opportunità. Se corri due volte lo stesso GP a distanza di una settimana, come in Austria e in Inghilterra, il rischio è che la seconda gara sia una ripetizione della prima. Abbiamo pensato a un formato diverso con un’idea sul tavolo: F1, FIA e nove team su dieci erano d’accordo. È bastata l’opposizione di una squadra per bloccare la proposta. Un vero peccato per i fan e per il nostro sport. Mi spiace molto, perché abbiamo tutti accettato dei compromessi in questo periodo…”
La parola è “inganno” in bocca di molti e riuscire a permeare un sotterfugio può risultare di estrema importanza. L’intenzione di Mattia Binotto, adulatrice e ruffiana, nutriva la speranza di ottenere un duplice effetto. Specifico: supportare il lavoro della federazione internazionale, della FIA e, allo stesso tempo, mettere spalle al muro sua maestà Mercedes. D’altronde, dopo il famigerato accordo Ferrari-FIA riguardante la saga “i magnifici segreti del propulsore italiano”, il Cavallino da rampante ha dovuto assumere una posizione meno sfacciata, accovacciando il capo in segno di rispetto, collaborando con la federazione per cancellare i “loopholes” sulle direttive tecniche riguardanti la power unit. (click qui per saperne di più).
L’occasione si sa… fa l’uomo ladro. Servita su di un patto d’argento, l’opposizione Mercedes sulla reverse grid poteva e doveva essere un’altra possibilità per accarezzare l’ego della FIA, e la Ferrari, scaltra, inserendosi nella questione nutriva un solo obbiettivo: cercare lo scontro Mercedes–Liberty. Da parte nostra era doveroso sottolineare questo atteggiamento tenendo ben presente un cosa. Forse, una nota positiva c’è: il team italiano si sta facendo furbo…
Autore e foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
La Ferrari può farsi furba quanto vuole, ma se le leggi per gli amici si interpretano e per i nemici si applicano…continuerà ad arrivare seconda se non terza. Con tanti auguri di Alonso e Vettel. La F1 attuale è politicamente in mano ai tedeschi. Fine.