Dopo la lunga pausa che ha addormentato il pianeta, proprio sul fare dell’estate, il mondo inizia lentamente a risvegliarsi. Un letargo protratto fino a primavera inoltrata, iniziato con timide uscite guardinghe al di fuori dalle nostre tane sicure. L’orrore ci ha lasciato ferite gravi, marchi di terrore che hanno avuto bisogno di tempo per essere rimarginati. I nostri sguardi spauriti, quasi accecati da un bagliore che non ricordavamo, hanno faticato ad abituarsi alla nuova luce, ad abbandonare timori e preoccupazioni. La lentezza, nuova cifra delle nostre vite sospese, ci ha accompagnati anche in questa fase di riscoperta, mentre ci riappropriavamo di piccoli, meravigliosi, angoli di libertà.
Ora però i passi iniziano a farsi più rapidi, l’incedere più spedito, il movimento più cadenzato. Abbiamo ritrovato il trotto e non vediamo l’ora di riprendere, finalmente, a galoppare. Nella nostra quotidianità e nello sport che amiamo, pur con tutte le difficoltà da affrontare. Tra sette giorni sarà di nuovo vortice, adrenalina, velocità. Il silenzio della cornice montana dello Spielberg sarà interrotto dal brusio degli addetti ai lavori, dalle voci dei piloti, dall’urlo prepotente dei motori. Un canto di gratitudine, un inno da intonare a squarciagola, nella brezza inebriante di un vento vitale.
Suggestioni, emozioni, aspettative. Ma, all’atto pratico, come verrà affrontata la ripartenza? Laurant Mekies, direttore sportivo della Ferrari, si mostra in videoconferenza provando a spiegare ai giornalisti quali misure di sicurezza e quale tipo di procedure siano state adottate per consentire la ripresa del mondiale di Formula Uno. Serve un rigore estremo per ripartire e scongiurare ogni possibilità di contagio. Cautela e attenzione unite naturalmente un protocollo rigidissimo da seguire alla lettera.
Si parte dai numeri: un massimo di ottanta persone in pista di cui non oltre sessanta all’interno dei box per interventi sulle vetture. Il che significa nessuna variazione rispetto al passato, almeno per quanto riguarda l’ambito tecnico. Invece non ci saranno motorhome e hospitality. La novità più importante è rappresentata dal ricorso al concetto di bolla, che determinerà la suddivisione del paddock. L’insieme delle squadre rappresenterà la bolla principale, mentre ogni singolo team costituirà una bolla a sé stante, a sua volta suddiviso in altri gruppi. Lo scopo, naturalmente, è quello di isolare il numero più ristretto di persone, nella sfortunata eventualità che si riscontri un contagio.
Mekies specifica: “L’intera Formula Uno sarà organizzata con il sistema a bolla. Si partirà con i certificati medici che attestano la nostra buona salute e con un test PRC (polymerase chain reaction) effettuato quattro giorni prima del viaggio e ripetuto ogni cinque giorni. Naturalmente, sul circuito, verrà misurata la temperatura e la mascherina sarà indossata in tutte le situazioni per le quali si reputi necessaria. Una volta arrivati ci suddivideremo in ulteriori bolle anche all’interno del team con l’intento di ridurre al minimo le interazioni tra gruppi di ingegneri, di meccanici o qualsiasi altro tipo di personale. In questo modo, se sarà riscontrato un caso positivo, riusciremo ad assicurare un numero minimo di contatti da parte dell’individuo.”
Ovviamente anche i movimenti dei team che viaggiano alla volta di Spielberg saranno estremamente limitati e concentrati esclusivamente ai tragitti aeroporto-Hotel e Hotel-circuito, anche per quanto concerne il consumo dei pasti. Vietati anche i contatti interpersonali tra membri di squadre diverse. Le squadre avranno poi a disposizione anche un’applicazione dedicata (Track and Trace) indispensabile per operare in ambienti ristretti, atta a individuare possibili rapporti con un eventuale positivo. Mekies spiega inoltre:
“Sarà messo in atto un rinforzo dello staff medico per ogni singola squadra e verrà anche nominato un rappresentante ‘COVID-19’, secondo precise indicazioni della FIA. Inoltre è previsto un secondo staff, di stanza a Maranello, pronto a intervenire qualora si verificasse un contagio. Resteranno in Italia, ma saranno sottoposti ai test proprio come coloro che viaggiano, dovendosi tenere pronti per questa eventualità. Per quanto riguarda la mascherina,i ragazzi la indosseranno sempre all’interno dei box, nonostante le elevate temperature che si raggiungono in quei luoghi.”
D’estate, in un ambiente chiuso come quello rappresentato dai box, si possono raggiungere anche i 40 gradi. Per questo i meccanici si stanno preparando a fronteggiare la situazione attraverso l’apprendimento di esercizi specifici per la respirazione in caso di alte temperature. La FIA ha inoltre concesso un’ora aggiuntiva per il lavoro quotidiano nei box, così da poter consentire un maggior numero di pause. In ogni caso, meccanici e ingegneri verranno assegnati a una singola monoposto e difficilmente potranno intervenire sull’altra vettura, qualora se ne verificasse il bisogno. Tuttavia, in merito a questa problematica, Mekies chiarisce:
“I meccanici dell’altra monoposto potrebbero anche intervenire. Si tratta di una decisione che ci è consentito prendere autonomamente. Siamo obbligati a rispettare la suddivisione in bolle, ma la possibilità che ci siano bolle aggiuntive dipende da noi ed è sotto la nostra responsabilità. I contatti tra le persone rimarranno comunque limitati, ma tutto è progettato in modo da non influire negativamente sulle operazioni di gara.”
La tavola dunque è nuovamente apparecchiata. Non si tratta del solito sontuoso banchetto: pochi fasti, tante limitazioni. Ma, dopo il lungo digiuno, certamente troveremo il pasto molto appetitoso. Arrivederci tra sette giorni quindi, con l’aperitivo delle libere. Un brindisi, un assaggio e sarà già tempo di qualifiche. Poi tutti pronti per il pasto principale, la gara d’esordio. Se ci penso ho già l’acquolina in bocca…
Autore: Veronica Vesco
Foto: Ferrari