Ci siamo. È finalmente arrivata, dopo mille peripezie, la settimana del primo Gran Premio stagionale. In Austria, tra i boschi della Stiria, fervono i preparativi per approntare l’evento che partirà, come al solito, con le verifiche tecniche delle monoposto e con le press conference dei piloti e dei team principal che, a causa nuovi protocolli anti Covid-19, subiranno delle modifiche al classico cerimoniale. Nei mesi che ci hanno separato dalla fine dei test invernali ad oggi si è fatto un gran parlare di regole tecniche, di budget cap e di altre questioni politiche non riferibili direttamente alla pista. Che è ciò che interessa davvero all’appassionato che sta letteralmente scalpitando in preda all’astinenza da motorsport. Ultimo ricordo di attività sull’asfalto è riconducibile alle prove catalane che avevano dato delle indicazioni sommarie e che vedevano una Mercedes molto in forma (al netto dei problemi di affidabilità occorsi alla power unit) ed una Red Bull altrettanto “calda”, pronta a defenestrare gli anglo-tedeschi dal trono della Formula Uno.
La Ferrari, dal canto suo, aveva mostrato qualche difficoltà di cui vi abbiamo ampiamente parlato in queste settimane. Ma, nonostante questi affanni che i tecnici di Maranello stanno cercando di risolvere con un pacchetto evolutivo che non vedremo al debutto, è questo il terzetto che, come succede ormai da un decennio, dovrebbe partire con i favori del pronostico sia per l’appuntamento inaugurale che per il resto della stagione.
Le previsioni saranno così scontate? In Austria saranno solo sei i piloti ad ambire alle posizioni che contano? Le cose potrebbero non stare esattamente così. Anche perché l’avvicinamento alla primo dei due GP nell’Osterreich è stato singolare. E quando le anomalie prevalgono l’imprevisto che ribalta sorti apparentemente scontate è dietro l’angolo. Di questo è ben conscio Toto Wolff, uno che ha dimostrato di possedere il fiuto di un cane da tartufo. Il manager viennese ritiene che Renault, McLaren e “l’amica” Racing Point abbiano ridotto sensibilmente le distanze dalla vetta rispetto alla passata stagione. Wolff non si fida e mette in guardia: “E’ molto rischioso presumere che ciò che è emerso dalle prove invernali saranno le prestazioni che effettivamente vedremo in pista. Se osserviamo la preseason del 2019, infatti, si comprende che in Australia è andata diversamente da quanto era scaturito dalle prove di Barcellona”.
Il manager del team che in giornata ha svelato la nuova livrea anti-razzismo e anti-discriminazioni che sarà usata per tutto il Campionato 2020, ha parlato del lavoro che hanno svolto in questi mesi dichiarandosi soddisfatto: “Quando, qualche mese fa, stavamo viaggiando verso l’Australia e non ci aspettavamo di certo una gara facile. Eravamo convinti che ci sarebbe stata un bel po’ di competizione. In ogni caso sentivano ed eravamo consapevoli di avere una macchina fantastica”.
Nella chiusura dell’intervento che ha tenuto al podcast ufficiale della categoria, F1 Nation, Wolff ha finalmente discusso sul livello di competitività della “altre”: “Non ho dubbi che saranno i soliti noti a giocarsi la vittoria. Ma ritengo che possano esserci alcune sorprese. Penso, infatti, che Racing Point abbia un’auto molto forte. La cosa è stata confermata dai tempi sul giro che ha mostrato nei test di Barcellona. Non ho dubbi che anche la McLaren e la Renault giocheranno il ruolo di incomodi nella corsa al podio”.
Pretattica? Forse. Perchè il buon Toto ci ha abituati a dichiarazioni depistanti che hanno lo scopo di togliere pressione al suo team che, venendo da una serie di successi senza precedenti, è normalmente indicato come il gruppo da battere. Ma un fondo di verità potrebbe esserci nelle parole dell’ex pilota. In primis perché la stabilità regolamentare favorisce l’avvicinamento prestazionale tra le compagini presenti in griglia. In seconda analisi, soprattutto per quanto riguarda la Racing Point, c’è la consapevolezza che la RP20 sia una vettura molto simile (e ci limitiamo a questo) alla W10 che l’anno passato ha cannibalizzato la stagione. Perez e Stroll hanno mostrato a febbraio che la macchina ha un grande potenziale, sia sul passo che sul giro secco. Una condizione che potrebbe favorire un progetto oleato nel gran premio apripista che, spesso, presenta più incognite che certezze.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, F1, Mercedes