L’introduzione del budget cap sarà uno dei capisaldi della nuova Formula Uno voluta dalla proprietà americana di Liberty Media. Un meccanismo che dovrebbe aiutare a limitare le differenze prestazionali tra i team più ricchi e quelli con meno risorse. Tutto a vantaggio dell’imprevedibilità e dello spettacolo. Il processo che ha portato alla definizione del tetto di spesa non è stato affatto semplice né privo di momenti di tensione. Questo perché coesistevano diverse visioni strategiche tra i dieci team che alla fine hanno dovuto produrre un accordo per evitare uno stallo pericoloso. L’opposizione più forte si è consumata tra le due scuderie col maggior numero di GP all’attivo: da un lato la Ferrari che spingeva per un limite di 175 milioni di dollari; dall’altro la McLaren che si batteva per un tetto di spesa di soli 100 milioni. Dopo mesi di accuse a mezzo stampa, di trattative sotto traccia e di lunghi colloqui benedetti da Jean Todt, Chase Carey e Ross Brawn si è trovata la sintesi a 145 milioni di dollari a partire dal 2021. Per appiattirsi, a regime, a 135 milioni.
La crisi finanziaria che la F1 sta vivendo a causa della pandemia di Coronavirus ha di certo accelerato il processo di modificazione dei regolamenti. Un fatto che costringerà soprattutto le squadra più grandi ad operare una mezza rivoluzione. Compagini come Ferrari, Mercedes e Red Bull posseggono un apparato produttivo e una forza lavoro che per essere sostentate abbisognavano di cifre che si aggiravano intorno al mezzo miliardo di dollari per stagione. E’ naturale che dall’anno prossimo si troveranno costrette ad effettuare una serie di tagli di spesa e di personale nonché delle modifiche alle procedure organizzative, progettuali e produttive per poter adempiere alle disposizioni imposte del nuovo corpus normativo sportivo. Un problema molto grosso che potrebbe avere pesanti ripercussioni e che di sicuro investirà in misura minore quelle formazioni che hanno sempre speso cifre molto più basse per pianificare ed affrontare l’attività sportiva.
E’ proprio questa la considerazione che ha fatto Andrew Green, direttore tecnico della Racing Point: “Con il budget cap – ha riferito l’ingegnere inglese ad AMuS – i team più ricchi avranno grandi mal di testa”. Ma quale saranno gli effetti di tale riduzione sull’ambiziosa scuderia di Lawrence Stroll? A sorpresa, Green spiega che per la futura Aston Martin la limitazione sarà una risorsa positiva, un’occasione da sfruttare: “Il limite di spesa stabilito in 145 milioni di dollari è superiore al budget che solitamente stanziamo. Ad una prima analisi abbiamo verificato che riusciremo ad andare avanti per la nostra strada in termini di organizzazione interna. Questo perché non dirigo un team di primissima fascia, altrimenti so che avrei avuto grossi problemi. In ogni caso i grandi team non sono guidati da manager incompetenti, quindi sono certo che sapranno rispondere alle limitazioni di spesa. Va anche detto – ha chiuso Green – che questi cambiamenti agiranno sul lungo periodo. Cosa che determinerà che gli effetti si inizieranno a vedere in maniera tangibile dal 2023”.
Il direttore tecnico dell’equipe con sede a Silverstone ha spiegato con parole semplici che il budget cap teorizzato da Liberty Media potrebbe effettivamente limitare la potenza di fuoco di quelle formazioni che per sostenersi hanno bisogno di elevatissime somme di danaro. Con soli 145 milioni di dollari sarà necessario affrontare tagli di personale e alleggerire le procedure. Questo renderà improbabile, se non impossibile, che una squadra come la Mercedes investa in corso di stagione oltre trenta milioni di euro per riprogettare le sospensioni posteriori, così come avvenne nel 2018 quando si presentò a Spa Francorchamps con i discussi mozzi forati. Se i top team dovranno dunque limitarsi, le scuderie di fascia media e piccola potranno addirittura incrementare le spese medie rispetto a quanto fanno oggi. Questo meccanismo di livellamento è ciò che i decisori volevano ottenere. Forse la Formula Uno sta veramente per diventare una categoria meno scontata e prevedibile e con una mobilità nella scala dei valori più spiccata.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1, F1, Racing Point