giovedì, Novembre 21, 2024

Mercedes, da Cowell a Thomas: per Wolff il reparto powertrains è in buone mani

Tra meno di 48 ore i bolidi della Formula Uno torneranno a calcare le piste in un inizio Mondiale quanto mai tardivo rispetto alla consuetudine. E in effetti, negli ultimi sei mesi, il mondo di normalità ne ha conosciuta ben poca avendo affrontato una crisi pandemica con pochi precedenti. I temi del GP d’Austria saranno molteplici proprio per l’anomala situazione che si è venuta a creare. Tra questi c’è sicuramente la questione riferibile alle power unit Mercedes che qualche grattacapo sul fronte tecnico l’avevano manifestato durante i test invernali. Problemi sorti sia sulle vetture “titolari” che su quelle clienti. Ossia Williams e Racing Point. A quelle defaillance, anche se non c’è un vero legame tra le cose, è seguito il “movimento tellurico” che ha colpito Brixworth, dove c’è stato un importantissimo avvicendamento di responsabili tecnici: in luogo di Andy Cowell, padre dei V6 turbo-ibridi che hanno segnato la storia recente della massima categoria, si è accomodato Hywel Thomas che sarà chiamato a continuare in quella scia di successi e, opera forse più ardua, a rimettere la Stella a Tre Punte sul trono delle prestazioni. Visto che, durante il 2019, si è avuta chiara la percezione che Honda – e soprattutto Ferrari – avessero colmato il gap prestazionale riuscendo, specie nella seconda metà del campionato, ad interpretare il ruolo delle lepri. Almeno dal punto di vista della potenza massima perché sul versante dei consumi e della sfruttabilità generale il propulsore anglo-tedesco è sembrato non aver ancora rivali accreditati.

Da Cowell a Thomas: per Wolff il reparto powertrains è in buone mani
Toto Wolff, team principal Mercedes AMG

Toto Wolff ha fatto il punto della situazione su un avvicendamento non nuovo, nelle modalità, per il mondo Mercedes che, negli ultimi dieci anni, ha saputo ovviare brillantemente alle partenze di cavalli di razza che rispondono i nomi, tra gli altri, di Ross Brawn, Paddy Lowe e Aldo Costa.

Il reparto “powertrains” è in una fase di piena ristrutturazione, tanto che Wolff sostiene che lo stiano addirittura reinventando per adeguarlo all’addio di Cowell. E il primo luglio non è una data casuale in questa opera di riassetto. Il reparto, infatti, passa proprio in data odierna nelle mani di Hywel Thomas che di Cowell è stato un fidatissimo assistente e collaboratore. Un passaggio di consegne in nome della continuità aziendale e tecnica sancito dal fatto che si ribalteranno i ruoli. Sarà infatti Cowell a supportare l’azione di Thomas finché la transizione non sarà completata del tutto. Un modo di operare a cui Mercedes ci ha da sempre abituati e che è il marchio di fabbrica – e al contempo il segreto – di un team vincente.

Sono due le angolazioni da cui possiamo osservare questo avvicendamento. Andy aveva bisogno di una nuova sfida – ha detto Wolff al podcast della F1e lo capisco perfettamente. La decisione di voler fare dell’altro l’ha presa a dicembre, dunque abbiamo dovuto reinventare il reparto motori senza il nostro punto di riferimento. Andy è un uomo carismatico, è un leader forte. Ha tantissime abilità. Il nuovo manager, Hywel Thomas, ha lavorato al reparto powertrains come direttore del progetto F1 per sedici anni”. Un tecnico, quindi, che conosce alla perfezione l’oggetto del suo lavoro e che sa benissimo dove e come “mettere le mani”.

Proprio questa continuità fa dormire Toto Wolff tra due morbidi guanciali: “Ci siamo già passati attraverso dei cambiamenti importanti: Ross Brawn, Bob Bell, Paddy Lowe, Aldo Costa e Mark Ellis ci hanno salutato negli anni. Eppure siamo sempre stati in grado di sostituirli con uomini di nuova generazione che già facevano parte dell’equipe. Allo stesso modo ci siamo anche resi conto, in passato, che ci sono stati posti vacanti che non siamo stati in grado di sostituire dall’interno. James Allison, che proveniva dalla Ferrari, è probabilmente il primo esempio che mi viene in mente“.

Da Cowell a Thomas: per Wolff il reparto powertrains è in buone mani
La W11 di Lewis Hamilton

Mercedes vuole ancora una volta dimostrare che un problema può diventare una risorsa. Affidare un’unità operativa così delicata come quella powertrains ad una figura interna potrebbe portare nuovi stimoli e nuove idee per imporre ancora il proprio dominio in Formula Uno. Thomas è chiamato comunque a raccogliere un’eredità pesante, a gestire un fardello di trofei assai ingombrante. Il paragone col suo predecessore sarà sempre pronto ad essere tirato in ballo, specie in caso di risultati non brillanti. La doppietta austriaca, da questo punto di vista, è un banco di prova molto probante. I V6 turbo-ibridi di Brixworth, nelle due precedenti stagioni, hanno penato non poco a causa della rarefazione dell’aria che caratterizza i circuiti ad elevate altitudini. Iniziare bene il Mondiale, specie dopo i problemi di affidabilità di febbraio e su un tracciato poco amico, sarebbe un segnale fortissimo che la Mercedes dà a quegli avversari che sperano e che vogliono detronizzare i campioni in carica.

AutoreDiego Catalano – @diegocat1977

Foto: Alessandro Arcari – @berrageizf1F1Mercedes

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