La ruota della fortuna
Non mi riferisco alla celebre trasmissione americana della domenica resa famosa in Italia da Mike Bongiorno. Però si addice ad un Gran Premio ricco di “colpi di scena” (Mike dixit). Diciamo innanzitutto che la ruota della fortuna è quella persa da Kimi. Intanto perché non è stata quella sinistra in appoggio ad alta velocità ma la destra, e poi soprattutto non ha colpito nessuno, seppur incrociando a velocità paurosa la vettura di Vettel. Un pneumatico montato non è che pesi pochissimo lanciato con quella dinamica.
In ogni caso, visto l’incidente innocuo, la ruota della fortuna ha girato più di una volta in Austria e ha mantenuto animata la corsa fino alla fine. Bottas ha gestito senza nervosismo il pressing di Lewis anche grazie alla penalizzazione inflitta all’inglese (in realtà due penalità in un giorno, che forse non prendeva dai tempi che furono). Leclerc ha preso il suo jackpot, con il bravissimo Norris prima volta sul podio… si fa per dire. Ferrari in netta crisi e ne parleremo. Intanto voglio evidenziare la gara molto matura di Charles, paziente, lucida e risoluta nei momenti che contavano. Oltre che fortunata.
Una gara strana, direi anni 90, proprio come la trasmissione di Mike, dal punto di vista dei ritiri, delle opportunità. Non ci siamo più abituati. Questo insperato ma bel secondo posto di Leclerc non nasconde le debolezze imbarazzanti della SF1000, di cui avrete ormai sentito, letto e riletto. Mentre scrivo a Maranello stanno verificando quello che è avvenuto e accelerando al massimo ciò che si può deliberare in 3 giorni. Va detto che dal giorno 21 maggio il reparto R&D della GeS è a lavoro e a pieno regime sulle idee atte a correggere quello che si può.
Senza andare nei dettagli, che lascio spiegare all’analisi tecnica, bisogna aggrapparsi al lavoro serio per correggere un progetto chiaramente sbagliato, che “colpevolmente” è stato costruito su basi troppo fragili.Per chiudere, al di là delle performance, ci siamo divertiti. Dopo il lockdown, il tanto temuto dominio Mercedes e la crisi di astinenza da motorsport, non mi sembra poco.
Autore: Giuliano Duchessa – @GiulyDuchessa
Foto: Ferrari