L’ingegnere del Lunedì: La direttiva tecnica che smonta la SF1000
È sempre lui. Quello che non capisce una mazza. Commenta arrogandosi il diritto di critica e distruggendo il malcapitato di turno. Ma lo fa all’indomani, con l’ovvia saggezza di chi riflette a cose fatte. Una consapevolezza postuma che ha quasi sempre ragione. A questo giro però era troppo facile. L’ingegnere del Lunedì, scaltro e inopportuno, non poteva non notare. Non poteva far finta di niente, chiamato a tasteggiare a dovere le noti dolenti. Lasciamo perdere la gara e i suoi verdetti. Abbiamo assistito sì ad un grande spettacolo, ma costruito da 3 Safety Car e non certo dai valori espressi in pista.
Senza ritiri, penalità, cazzi e mazzi e tutto quel che cavolo volete aggiungere, la solita Mercedes avrebbe dominato, molto probabilmente. Mentre una suprema figura barbina, altrettanto probabile, avrebbe assunto i contorni sfocati della Ferrari. Prima che partano gli insulti puntualizziamo una roba. Non togliamo nessun merito al coito ferrarista provocato dalla numero 16. Lo strameritatissimo podio di Charles va senz’altro evidenziato. Prova di un pilota di razza, radioso, che da solo illumina il crepuscolo ferrarista.
Ma la verità, quella che fa un male cane, è un’altra. La SF1000 è un carciofo. E di quelli pieni di spine. Basti pensare ai velenosi botta e risposta che, come frecce imbevute nella punta di cianuro, hanno sibilato all’interno della dimora rossa nel paddock austriaco. Una parentela lontana che oramai pare non reggere più. Un perfetto esempio di cosa significhi #EssereFerrari per l’attuale sistema dirigenziale della scuderia. Una casa costruita con fondamenta ingannevoli che accolgono una marea di luoghi comuni. É sempre l’ora della chiacchiera a vanvera, annacquata in un mare di banalità. Un atteggiamento che offende chi ha saputo dar vita ad uno splendido sogno: Enzo Ferrari.
Salvatore della patria, ecco il già attesissimo pacchetto aerodinamico previsto per l’Ungheria. Sebbene alcune piccole novità potrebbero addirittura giungere in Austria tra qualche giorno, il problema di fondo è un altro: la filosofia aerodinamica concepita su di un motore che “non esiste più”. L’ultima direttiva tecnica ha fatto centro smontando le velleità ferrariste: il flusso di carburante non può oltrepassare la soglia dei 10kg/ora al di sotto dei i 50 kW di potenza. Pertanto, la normativa impedisce un erogazione eccessiva a bassi regimi di accelerazione, vietando al sistema di immagazzinare carburante tra il serbatoio e gli iniettori successivamente bruciato in camera di combustione, eludendo i limiti di regolamento e aumentando le prestazione del propulsore.
Sommata al blocco aerodinamico da una parte (leggi qui), ed ai problemi al sistema sospensivo dall’altra (clic qui), la questione delinea l’attuale situazione estrema nella quale verte la scuderia. I tecnici della Rossa “si accontentavano” di una stagione 2020 in sordina, scommettendo sulla nuova era regolamentare procrastinata poi al 2022. Quello che però è accaduto in questi mesi, ennesimo schiaffo su di un volto fin troppo arrossato, crea ai tecnici italiani un ulteriore, enorme grattacapo: ricalibrare il concetto della vettura. Un gioco da ragazzi insomma…
Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1
foto: F1 – Ferrari
Finalmente una triste realtà oggettiva riportata da un giornalista!
Ingegneri incapaci hanno infangato il nome della Rossa di Maranello. Li manderei a raccogliere patate
I piloti non sono certo un problema, ma chi lavora ha lavorato ai progetti negli ultimi 13 anni sono degli incapaci che non meritano neanche di andare a lavorare in Lada
Concordo totalmente
La Ferrari è come la Resistenza…
Il bello è che l’anpi produce sempre nuovi partigiani…
Così è per la Rossa…
Ma 21 anni prima ed ora già 13 sono tanti per gente sobria
Speriamo che sia una strategia……