Montezemolo: “Ferrari, 2020 andato. I vertici intervengano subito”
Montezemolo analizza la situazione della Ferrari. L’ex presidente della Scuderia di Maranello è intervenuto, nel corso della puntata ‘La Politica nel Pallone’ a ‘Gr Parlamento’, sul difficile inizio di stagione del Cavallino Rampante. Mai dall’inizio dell’era turbo-ibrida nel 2014, la Ferrari aveva fatto segnare così pochi punti dopo tre appuntamenti iridati. Sei anni fa, Fernando Alonso e Kimi Raikkonen avevano ottenuto 33 punti con la F14T. Oggi, Sebastian Vettel e Charles Leclerc ne hanno totalizzati appena 27 con la SF1000.
L’annata in corso sembra ricalcare, come dati statistici e scarsa competitività della monoposto, proprio la stagione 2014. La differenza sostanziale sta nel fatto che all’epoca si trattava di una rivoluzione tecnica dettata dal nuovo regolamento tecnico con l’introduzione delle power unit. Conseguentemente si partiva da un foglio bianco, un progetto nuovo. La Ferrari sbagliò sia la progettazione del propulsore turbo-ibrido, sia della monoposto a livello telaistico ed aerodinamico.
Quest’anno, invece, la Ferrari ha fatto un netto passo indietro rispetto alle ultime tre stagioni. Nel 2017 e sopratutto nel 2018, la SF70-H e la SF71-H erano due monoposto molto competitive. Soprattutto la vettura di due anni fa era da titolo, la macchina più competitiva del Cavallino dal 2008 in poi. La SF90 del 2019 aveva i suoi punti di forza, velocità di punta ed efficienza aerodinamica. Nella seconda parte di stagione è stata notevole la progressione tecnica della vettura, soprattutto grazie all’esponenziale incremento di potenza della power unit 064 da Spa Francorchamps in avanti.
Quest’anno, invece, la SF1000, complice anche l’accordo Ferrari-FIA che ha tarpato le ali al motore della Scuderia di Maranello, sta accusando un divario tecnico importante dalle Mercedes soprattutto, ma non solo. Sulla crisi della Rossa, Montezemolo si è espresso così: “bisogna avere il coraggio di dare per persa quest’annata. Il problema è che personalmente sono molto preoccupato per le prossime. I vertici della Ferrari devono prendere il toro per le corna, prendendo delle decisioni coraggiose”.
“Fondamentalmente ad oggi il problema nasce dall’organizzazione. Adesso una solo persona, e giovane, ha molte responsabilità sulle spalle. Mattia Binotto è solo al comando e deve gestire anche i piloti. Non parlerei di rifondazione – ha evidenziato Montezemolo – ma sicuramente qualcosa all’interno dell’organigramma è da rivedere il prima possibile”.
“La prossima stagione, nel caso in cui la macchina non dovesse fare un sostanziale step avanti nella prestazione, sarà ancora peggio di quella attuale. Bisogna avere il coraggio di dire che la stagione 2020 è andata. Perchè qui sono in ballo anche le stagioni 2021 e 2022: sono molto preoccupato” ha affermato l’imprenditore italiano. Che, in seguito, si è pronunciato senza mezzi termini sul come avrebbe reagito nel vedere il doppiaggio di entrambe le Ferrari: “avreste sentito tremare i muri di Maranello”.
Capitolo piloti. L’imprenditore nativo di Bologna si è espresso sulla situazione attuale e futura dei piloti: “onestamente, non avrei annunciato, così presto e ancor prima dell’inizio della stagione, l’addio di Sebastian Vettel. Avrei atteso ancora un po’ prima di decidere il da farsi sul futuro del tedesco. Anche perché adesso, la pressione su Charles Leclerc è grande. Non bisogna dimenticarsi che è molto giovane, è arrivato a Maranello nel 2019 e non ha ancora vinto nulla. Approvo l’ingaggio di Carlos Sainz dal 2021, non è facile far convivere due numeri uno, meglio averne solo uno (Leclerc)”.
Successivamente, Montezemolo ha mostrato un po’ di nostalgia ricordando i decenni vissuti alla Ferrari, fino al 2014, quando Sergio Marchionne prese il suo posto alla presidenza del Cavallino Rampante: “a Maranello ci ritornerei a piedi, ma le mie chance sono ridotte allo zero. Quando ero stato sostituito, mi avevano detto che bisognava vincere in pista. Avere i conti in ordine non bastava. Almeno, ai miei tempi, quando non vincevamo ce la giocavamo fino all’ultimo comunque. Con Michael (1997, 1998 e 2006), con Irvine (1999), con Massa (2008) e con Alonso (2010 e 2012)”.
In conclusione, l’ex presidente di Confindustria ha raccontato un aneddoto sul veto che gli venne imposto dei vertici della rossa sulla sua nomina come capo della F1: “Mi fu fatta la proposta, ma ci fu il veto Ferrari. Un gran peccato perché avremmo avuto un italiano in un ruolo molto importante, un uomo Ferrari. Mio padre mi diceva sempre: ‘occhio, le persone sono gelose del passato’. Mi è dispiaciuto molto, perché era un mestiere che mi sarebbe piaciuto fare” ha concluso Luca Cordero di Montezemolo.
Autore: Dennis Ciracì | @dennycira
Foto: Ferrari
Sono certo che alla Ferrari manchi uno come Montezemolo. Marchionne, non lo era e penso che una parte di responsabilità per ciò che era ė la situazione attuale sia anche sua. Non auspico che torni Luca, ha fatto la sua parte ed ha avuto il suo tempo. Spero tuttavia che nella galassia Ferrari ci sia qualcuno che possa prendere le redini in mano con la passione e la competenza necessari. Ci vuole una figura politica che ami questo sport e la tradizione ferrarista. Una persona che sia all’altezza di Todt, Brawn, Wolf, ecc. Non so se esita, ma se esiste é ora che batti un colpo.