La Mercedes si è portata a casa il primo dei due round austriaci. Una vittoria che, a causa dei ripetuti ingressi delle Safety Car, è stata meno perentoria di quanto la vigilia lasciasse presagire. Iniziata con una prima fila clamorosamente annullata per una review dei commissari a seguito dell’imbeccata della Red Bull che ha costretto Lewis Hamilton ad una penalizzazione in griglia di tre posizioni, la gara si è incanalata sui binari giusti per gli uomini di Toto Wolff dopo pochi giri, lasciando immaginare una comoda parata anglo-tedesca sotto la bandiera a scacchi. Ma l’imprevisto era dietro l’angolo e si è materializzato con diversi campanelli d’allarme circa la tenuta di entrambe le W11 che, nel frattempo, avevano preso il largo su una concorrenza letteralmente annichilita. Preoccupazioni fondate che, in ogni caso, non avevano assottigliato il vantaggio sui lontanissimi inseguitori. Dopo 20 tornate, per parametrare la vigoria tecnica delle creature di James Allison, Leclerc pagava un distacco di 20 secondi: un abisso mascherato dal succedersi di eventi tanto rocamboleschi quanto imprevedibili.
Ci ha pensato Bernd Mayländer, chiamato ad un lavoro straordinario, a rimescolare le carte facendo concretamente rischiare alla Mercedes un beffardo autogol che non si è realizzato nonostante il muretto del team campione del mondo si sia sostanzialmente assopito durante le fasi calde della seconda metà di gara. Aver lasciato sia Hamilton che Bottas con gomme usuratissime mentre i concorrenti montavano pneumatici freschi è stata una lettura non brillante del momento. Una situazione che poteva costare la vittoria agli uomini di nero vestiti. A sfuggire, invece, è stata una doppietta che Toto Wolff pregustava e che si è infranta in una toccata tra il driver di Stevenage e Alexander Albon che, evidentemente, non è fortunato quando incrocia le ruote col campione del mondo.
Tanti, dunque, i temi caldi di un Gran Premio dal risultato deviante dalla aspettative. Il team principal austriaco ha parlato delle preoccupazioni derivanti da alcuni allarmi che s’erano messi suonare all’unisono su entrambe le W11: “La situazione è stata piuttosto seria dopo pochi giri dal via. La prima monoposto a dare segnali di allarme è stata quella di Valtteri, poi è toccato anche alla gemella affidata a Lewis che ha avuto lo stesso tipo di problema. Da un momento all’altro potevamo incappare in un doppio ritiro. Per questo abbiamo cercare di avvisare in ogni modo i piloti per portare a casa sane e salve le macchine. Il Red Bull Ring è uno dei circuiti più probanti per queste componenti per via delle vibrazioni scatenate dalla tipologia dei cordoli. Il tracciato è molto veloce e spinge i piloti ad allargare le traiettorie sfruttando ogni centimetro di asfalto e non solo. Ma questo può portare a dei problemi. Abbiamo comunque già diverse idee per dare ai nostri un po’ più di margine rafforzando il cambio”. Grattacapi che, dunque, non dovrebbero preoccupare oltremodo i tecnici di Brackey e di Brixworth che comunque tengono sotto osservazione le defaillance occorse alla Williams di Russell e alla Racing Point di Stroll ammutolitesi durante la gara.
Altro argomento caldo è stato quello relativo al non semplice fine settimana in cui è incappato un Lewis Hamilton che venerdì sembrava più che in palla. “Oggi è stata una giornata negativa per Lewis e per tutta la squadra. Già la mattina – ha spiegato Wolff – era iniziata con un’ulteriore reclamo da parte della Red Bull che è costato ad Hamilton tre posizioni in griglia di partenza. Quello che è successo in gara? Beh, posso dire che, avendo riguardato un paio di volte il video, i 5 secondi erano troppo duri come penalità. Lewis era totalmente impossibilitato a fare altro in quella curva mentre, Albon aveva un 40% di strada in più dove poter mettere le ruote. Quindi secondo me la penalità è stata troppo dura ma riconosco le difficoltà che ci possono essere a prendere queste decisioni. Alcuni vanno a tuo favore ed altre contro di te”.
Un Wolff dall’approccio filosofico ma che lontano dai taccuini e dai microfoni starà masticando amaro per la prestigiosa doppietta sfuggita anche a causa del team che dirige che non ha curato alla perfezione tutti i dettagli. I monito in vista della gara di domenica prossima in cui bisognerà capitalizzare una supremazia tecnica schiacciante evidenziata nei confronti di una concorrenza letteralmente annichilita nelle prestazioni. Mercedes è una macchina che per diventare perfetta deve aver il coraggio di azzardare di più anche quando la gara si avvia stancamente dalla sua parte. Oggi, con un secondo pit stop sotto safety car, la doppietta sarebbe stata una formalità. Un grave spreco di punti che potrebbe pesare in un Mondiale corto. Anche perchè gli avversari non staranno con le mani in mano.
Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes