Analisi telemetrica Ferrari
Sua maestà Mercedes. Lecito e strameritato, l’ennesimo tributo alla scuderia di Brackley va senz’altro sottolineato. Uno strapotere assoluto capace di annichilire gli avversari. Neanche troppo sudato, potremmo dire osservando gli onboard delle Frecce Nere: strepitose opere d’arte ingegneristiche. Una trentina di metri più in là, di colore prettamente rosso, troviamo un box in estrema difficoltà. Soffre, scalcia e sbuffa il Cavallino. Azzoppato da una normativa sfacciata. Senza pietà. Il propulsore non spinge più oramai, passato da punto di forza a tallone d’Achille. La SF1000 zoppica anche in Spagna, circuito da alto carico. Impietoso ma necessario, il confronto con la passata stagione rende l’idea.
Esauriti i convenevoli concentriamoci sull’analisi telemetrica delle Rosse, analizzando il comportamento delle vetture di Maranello in pista durante la Q2. Esattamente come nella giornata di ieri, la differenza di setup si evidenza dai grafici a disposizione. Assetto decisamente più rigido per il quattro volte campione de mondo, che predilige un angolo formato tra il diffusore e l’asfalto più accentuato rispetto al compagno di squadra. Sebbene le vetture italiane abbiano dimostrato un bilanciamento tutto sommato buono, il risultato ha chiaramente deluso le aspettative. La modifica al main plan dell’ala posteriore ha senza dubbio portato una certa stabilità al posteriore anche se, il distacco dalla pole di 1,5s testimonia l’estrema difficoltà che la Ferrari esprime nella sua performance.
Come anticipato in precedenza, osservando i dati della telemetria possiamo facilmente notare il carico differenziato tra le due monoposto. Analizzando i dati scopriamo come la numero 5 risulti più rapida nel primo settore, perdendo rispetto alla numero 16 negli altri due. Sono circa 4 i chilometri orari di differenza registrati alla fine del rettilineo a favore di Vettel, capace di percorrere la prima parte della rapida chicane Elf (1-2) con 10,25 km/h in più rispetto al compagno.
Situazione inversa nel secondo settore, dove Charles riesce a recuperare quasi tutto il distacco preso nel primo tratto della pista catalana. Molto evidenti i delta in curva 7 (punto debole della SF1000) e nel breve rettilineo che porta alla “Caixa”. Come abbiamo potuto constatare nell’analisi di ieri, in questa zona della pista il confronto risulta alquanto altalenante, con i due ferraristi che si alternando le top speed in percorrenza curva e nel dritto.
Grazie al grafico telemetrico riguardante le cambiate, scopriamo come rispetto al venerdì l’utilizzo delle marce risulti molto simile tra i due piloti. Le piccole differenze sono da ricercare in curva 1 e nel tratto che porta alla “famigerata” curva 7. In questo punto si nota il diverso stile di guida, con il monegasco che preferisce affrontare l’inserimento con molte più rivoluzioni dell’endotermico a disposizione, per godere di una vettura decisamente più reattiva. Da notare come entrambi i ferraristi “debbano” necessariamente affrontare la Campsa (curva 9) in settima marcia, per non far scendere troppo di giri il motore.
Rispetto a ieri il Leclerc riesce a prendere curva 9 in pieno. Per la prima volta in questo weekend tiene pigiato il pedale sull’acceleratore, cancellando il deficit accusato rispetto alle altre vetture. Sotto questo aspetto, risulta interessante approfondire le differenze notate nello stile di guida dei due (clicca qui per saperne di più).
In fase di frenata possiamo vedere alcune differenze tra i piloti della Rossa. Le velocità di punta superiori di Sebastian “costringono” il tedesco a staccare prima di Charles, rilasciando il pedale del freno anticipatamente rispetto al monegasco. Questo fatto risulta evidente nelle curve 1 e 7. Inoltre, alla Seat (curva 5) si evidenzia il suddetto stile differente. Il pilota di Heppenheim affonda il piede sul pedale applicando una forza continua, mentre Charles preferisce dividere la staccata in due mini frenate.
Il grafico dei giri motori non offre molti spunti di riflessione. L’unica variazione risiede nel tratto che segue curva 6. Come detto in precedenza, la discrepanza di una marcia tra le due Ferrari consente alla numero 16 di affrontare in maniera più aggressiva curva 7. In ultima battuta, dal grafico si evidenzia come il team di Maranello usasse la mappatura dell’endotermico abbinata alla massima performance dell’ibrido già in Q2.
Autore e grafici: Luca Bettiol – @BettiolLuca – Alessandro Arcari – @berrageizF1