Red Bull crede ancora nel mondiale grazie agli sviluppi di Spa
Il team di Milton Keynes era convinto che il 2020 poteva essere l’anno giusto per battere la scuderia tedesca. Tutta la squadra ci credeva in primis Helmut Marko: “Ci consideriamo i rivali più seri di Mercedes. In passato il nostro problema principale è stato quello di non riuscire ad esprimere il nostro potenziale da subito, non essendo competitivi fino a metà anno. Ma questa volta si inizia proprio a metà stagione e la nostra preparazione è stata nettamente migliore”. Le sue dichiarazioni proseguirono disquisendo sulla partnership con la casa nipponica: “Finalmente con Honda abbiamo anche un motorista competitivo, avendo imparato dai nostri errori”.
Ma il mondiale 2020 è iniziato con l’ennesimo dominio Mercedes, con la sola battuta d’arresto del GP 70° Anniversario causata dalla difficile gestione degli pneumatici. Cosa peraltro capitata la settimana successiva alla RB16 di Max Verstappen, alle prese con l’usura eccessiva dei suoi compound. Nonostante le 6 pole position e le 5 vittorie Mercedes, il consigliere Red Bull non si arrende. Marko crede ancora nel titolo, puntando molto sulle prossime due gare di Spa-Francorchamps e Monza, dove si utilizzeranno le stesse specifiche che hanno mandato in crisi il team di Brackley. D’altronde, dando una rapida occhiata alla classifica piloti, la numero 33 di Verstappen potrebbe ancora rientrare in corsa per il titolo, nonostante il gap di 37 punti accumulato nei confronti di Lewis Hamilton.
Le chiacchiere però lasciano il tempo che trovano. Dati alla mano infatti, per realizzare le volontà Red Bull sarà opportuno un salto prestazionale piuttosto importante, necessario per competere ad armi pari con la strepitosa Mercedes W11. Osservando il seguente grafico delle prime sei qualifiche, notiamo l’elevato gap chilometrico accusato da Max Verstappen nei confronti delle Frecce Nere. La maggior sofferenza si è manifestata in Ungheria dove la RB16, specialmente in qualifica, ha sofferto tantissimo.
Grazie a questi dati possiamo asserire che, rispetto al 2019, il divario in qualifica tra Red Bull e Mercedes è salito parecchio. Durante la passata stagione il distacco chilometrico era di soli 8 millesimi mentre, in queste prime 6 qualifiche, è salito a ben 0,19s. Per comprendere più facilmente la questione, basti pensare che il dato 2020 equivale a circa 1 secondo al giro su una pista di 5 chilometri contro i quasi 4 decimi del 2019. Questo distacco si riduce sensibilmente in gara dove Red Bull è molto più vicina a Mercedes. Tenendo presente i sogni di gloria Red Bull però, l’importanza delle qualifiche sarà sempre più determinante se si vuole puntare al titolo, visto i problemi che in gara possono sorgere viaggiando nella scia di un’altra monoposto.
Sin dal Gp d’Austria la RB16 ha sofferto problemi di natura aerodinamica che, soprattutto nelle ultime settimane, sembrano essere stati capiti, con gli ingegneri capeggiati da Adrian Newey impegnati nel porre rimedio. La downforce, anche nella stessa curva, non era costante creando grossi problemi ai piloti. Galleria del vento e analisi CFD le cause individuate, “sfornando” valori che non hanno trovato il giusto riscontro con la pista. Proprio per questa ragione, gli sviluppi pre Austria montati sulla RB16 erano stati accantonati, ri-montati in seguito solo dopo alcuni accorgimenti.
Red Bull confida molto dalle prossime gare dove, a partire da Monza, ci sarà l’introduzione della centralina unica che dovrebbe accorciare il divario in qualifica con Mercedes (leggi qui per conoscere tutti i dettagli). Inoltre ci si attende parecchio dagli sviluppi previsti a partire dal Gran Premio di Spa-Francorchamps. Non parliamo di semplici adattamenti sulla RB16 alle piste da basso carico, ma bensì di veri e propri update in grado di incrementare il carico rendendolo più costante specialmente nelle curve ad alta velocità…
Grafici e analisi: Cristiano Sponton – @csponton
foto: Red Bull