C’era una volta Monza
Il GP d’Italia è sempre una gara tanto attesa da tutti i tifosi e anche dalla F1 stessa: non tanto per la pista in sé (difatti, sebbene sia la più veloce del mondiale, ha un layout relativamente semplice), quanto per l’atmosfera che si vive grazie al pubblico visto che rappresenta il GP di casa della Ferrari. Tutti vogliono fare bella figura a Monza, tutti vogliono vincerci per poi poter fare il bagno di folla: uno dei più belli e famosi del Circus della F1.
C’era una volta Monza, c’era una pista dove il pubblico si annidava in ogni dove per poter ammirare i suoi beniamini e bearsi del sound che risuonava in tutto il circuito, c’era una volta il circuito brianzolo che era fonte certa in cui la Ferrari, sebbene andasse male durante il mondiale, non avrebbe sfigurato davanti al pubblico di casa; perché avrebbero usato un motore dedicato, scaricato tutte le ali e dato il 100% per strappare almeno un podio. Nulla di tutto questo vedremo domenica prossima, sia a causa del Covid e sia a causa della Ferrari che sarà solo una comparsa nel GP di casa. Ad essere sinceri, è meglio vedere il positivo nel negativo e sapere che, a causa delle disposizioni sanitarie, il pubblico ed i tanti tifosi saranno forzatamente assenti e, con tutta probabilità, si risparmieranno un dolore non indifferente.
Imprese come quella dell’anno scorso le rivedremo difficilmente nel breve periodo. Nel 2019, a quest’ora, eravamo inconsapevoli dei problemi di sicurezza interna (leggi “spiate”) della Rossa, che avrebbero portato alla scoperta del segreto (evidentemente non tanto lecito secondo la FIA) della sua PU che ne aveva permesso il trionfo proprio a Monza, davanti al suo pubblico e facendo assaporare a Charles la sua prima vittoria in rosso davanti al pubblico ferrarista.
Ancora sono accese e vive le polemiche per la vittoria del monegasco (quando mai in casa Ferrari c’è serenità?) costruita con cinismo e sangue freddo già dal sabato: infatti tutti i piloti volevano la scia e tutti uscirono all’ultimo momento (secondo tentativo del Q3). Fatto sta che nel secondo tentativo della qualifica finale, il plurititolato campione della Ferrari si lascia beffare dal più affamato e irriverente (evidentemente) compagno facendo sua la pole. Il GP d’Italia 2019 si voglia o no, rappresenta il crocevia della carriera ferrarista di Seb: il mondo sportivo assistette impietrito vedendo come un ragazzino con una vittoria all’attivo (da una settimana tra l’altro!) gabbò il quattro volte campione del mondo tedesco. La vittoria che arrivò la domenica, ottenuta in maniera perentoria davanti all’altro super campione Lewis Hamilton, fu solamente la conferma sulle potenzialità di Leclerc con una macchina che lo asseconda.
Seb se la legò al dito e a Sochi avemmo un antipasto di quello che sarebbe stato consumato in seguito in Brasile. Mi piacerebbe poter dire lo stesso anche quest’anno, di avere problemi del genere. Purtroppo siamo nel loop della litania “non sono i piloti il problema”. A distanza di un anno, la Ferrari è una monoposto ed una squadra irriconoscibile, castrata nella potenza, persa dal punto di vista della direzione tecnica e con uno dei piloti che ormai ha la testa altrove (dove, lo sa solo lui). Purtroppo quello che stiamo per affrontare sarà un altro weekend di sofferenza, inutile farsi illusioni. L’unica cosa che si può sperare è nello spettacolo che tutti i piloti ci possano dare. Sebbene l’eliminazione del “party mode” sia l’ennesimo smacco antisportivo (ci sarebbe da aprire un capitolo a parte su questo), forse contribuirà a ravvivare uno show già ampiamente deciso da tempo.
C’era una volta Monza, tempio della velocità e purtroppo della morte, dove ogni cavaliere del rischio si cimentava nell’uscire più forte che poteva dalla “parabolica” per essere il più veloce sul rettilineo (non si dimentichi il record di 370Km/h di J.P.Montoya)… pare che anche questo ci abbiano tolto. Con questo regolamento.
Buon GP a tutti
Autore: Vito Quaranta – @vito1976
Foto: Alessandro Arcari – @BerrageizF1 – Formula Uno – Ferrari