La storia che non piace
Domenica prossima si gareggerà in Russia, nell’ex villaggio olimpico riadattato a circuito di F1 (quando si dice della potenza economica e politica di un Paese) e, ad essere sinceri, questa pista fa non poco a cazzotti con l’ultimo GP svoltosi, considerando lo spettacolo e la selettività offerti dalla pista del Mugello.
Mercedes, naturalmente si presenta da favorita, cosi come lo era all’inizio di questa discutibile era turbo ibrida. Correva l’anno 2016 e in casa Mercedes si respirava un’aria non del tutto rilassata. Questo non perché la monoposto non fosse buona… tutt’altro. La tensione era palpabile perché, in quell’anno, nonostante Lewis venisse già da due titoli consecutivi, il suo status di capo squadra non era al sicuro e veniva ad ogni GP messo in discussione dal testardo Nico Rosberg. Il tedesco della Mercedes aveva deciso in quell’anno (che sarebbe stato l’ultimo indipendentemente dal risultato ottenuto) che avrebbe dato tutto per vincere il titolo e che soprattutto si era stancato di essere “buono”.
A mio modo di vedere, la grandezza di Lewis la dimostrò proprio Nico: per battere un talento puro come l’anglo-caraibico devi dare tutto te stesso (mettendo da parte anche gli affetti) e non devi lasciare nulla al caso; altrimenti è finita. Questa è la storia che non piace, soprattutto a Lewis, che capì fin troppo bene che aria tirava in quell’anno e che se avesse voluto vincere (dando anche un segnale a tutta la squadra) avrebbe dovuto dare molto di più del normale. Nel GP cosacco di quell’anno ad ogni modo non ci fu storia, perché a parte le prove libere (che non valgono nulla), Rosberg non ebbe mai problemi a dominare quel GP dove il motore fa la sua differenza (la parola “clipping” ce l’ha insegnata proprio Ferrari in quell’anno… visto che energia la sua Pu proprio non ne aveva) sia sugli avversari e soprattutto su sul suo compagno di squadra il quale, ad onor del vero, mai come quell’anno fu funestato da tanti problemi. Anche questa è la storia che a Lewis non piace sentirsi raccontare: a Sochi nel 2016 ebbe non pochi problemi che condizionarono anche la sua rimonta (partiva decimo e la squadra gli ordinò di rallentare la sua rincorsa ‘avvelenata’ nei riguardi del compagno).
Naturalmente il GP finì con doppietta AMG e sul gradino più basso del podio, il redivivo Raikkonen, Seb non è pervenuto, tamponato ripetutamente da Kvyat. Quest’ultimo forse aveva il cervello in panne: gli avevano detto che nonostante il podio di inizio stagione, il suo sedile sarebbe andato a Verstappen. E anche questa è un’altra storia (che non piace).
Il GP di Russia di quell’anno era la quarta gara di quella stagione e incredibilmente la classifica recitava Nico Rosberg in vantaggio su Hamilton di ben quarantatré punti! Oggi una cosa del genere sarebbe letteralmente impensabile.
Quanto succede oggi tra Lewis e Bottas dà la misura di che guerra ci fosse in AMG in quell’anno (il GP successivo in Spagna sappiamo tutti come andò a finire).
Dopo quell’anno AMG (soprattutto Lewis) non vollero più ripetere quell’esperienza; ed infatti ingaggiarono il più mansueto Valtteri. Dimenticavo, nel 2016 alla fine del GP di Russia la classifica del mondiale diceva Kimi terzo a quarantatre punti e Vettel quinto a dieci punti di ritardo; anche questa è una storia che non piace; e magari la raccontiamo un’altra volta.
Buon GP a tutti.
Autore: Vito Quaranta – @vito1976
Foto: Mercedes – Formula Uno