La tempesta perfetta
Mattia Binotto, il comandante della nave rossa che è affondata ignominiosamente nel verde “mare” delle Ardenne, non usa mezze parole dichiarando che “siamo in una tempesta”. Mi permetto sommessamente di aggiungere che la corazzata Ferrari, (purtroppo ora come ora di corazzata ha poco o nulla) si trova in una tempesta perfetta; una di quelle situazioni che nessuno vorrebbe affrontare.
Domenica scorsa, la Rossa è colata a picco, non tanto per i colpi ricevuti dagli avversari, che batosta vedere la rossa sverniciata dall’Alfa Romeo di Kimi! Bensì a causa di se stessa. Arrivo direttamente al punto: come Pier Giuseppe Donadoni (@SmilexTech) su Funo Analisi Tecnica ha fatto notare più volte, la SF1000 è una chiara evoluzione della SF90, probabilmente uno dei peggiori telai usciti da Maranello con una meccanica ormai obsoleta. Tutte cose che andavano bene sulle vetture 2017 e soprattutto 2018, solo che nel frattempo gli altri non stanno a guardare e di conseguenza evolvono.
La forza e la speranza del comandante nel portare la nave rossa nel porto sicuro, cioè giocarsi qualche vittoria in modo costante e ottenere il secondo posto nei costruttori era il “motorone”. Infatti, il super propulsore avrebbe dovuto spingere tutto il carrozzone, pardon, tutta la nave per tutto questo sciagurato 2020 per poi arrivare al cambio regolamentare del 2021. Poi è arrivato il Covid (che ha portato a posticipare il nuovo regolamento al 2022) e una serie di direttive FIA (a causa di “una soffiata” prima e accordo “segreto” tra la stessa federazione e la Scuderia dopo), che hanno letteralmente tarpato le ali alla rossa.
Da quel momento in poi, per l’equipaggio della nave rossa non c’è stato più un attimo di pace, ed ogni GP è sempre stato un mare in tempesta da affrontare.
Alcune circostanze hanno mascherato l’inefficienza della Scuderia, inefficienza che è emersa (o dovrei dire è affondata?) in tutta la sua triste magnificenza in quel di SPA; dove la spinta del propulsore conta eccome. La tragedia è che la tempesta è solo all’inizio, visto che ora ci aspettano i GP di casa (Monza e Mugello) e anche lì (causa propulsore) potrebbe essere una disfatta, salvo sorprese per ora insperate.
Si dice sempre che il comandante è l’ultimo che abbandona la nave. Ebbene, il buon Mattia, di mollare non ci pensa proprio, sebbene sia giusto che si assuma le responsabilità di questa disfatta: la scelta di puntare sul “motorone”, per compensare le mancanze telaistiche e meccaniche sono sue e del suo staff, non si discute. Purtroppo, aggiungo, le circostanze gli hanno remato contro.
Eppure, quando l’anno scorso si spadroneggiava proprio tra le Ardenne e nei due GP a seguire ricordo ben altri commenti. Commenti che quest’anno, alla fine del GP si sono tramutati in una tempesta di battute al veleno, di accuse e soprattutto di richieste di licenziamento. Ciò che più mi fa rabbia della F1 odierna, è il voler portare la mentalità di natura calcistica all’interno del motor sport. Più volte è stato detto su queste pagine (e non solo), che la F1 non è il calcio: non è cambiando un uomo solo che fai la differenza. La F1 è un insieme di teste e di idee che vanno a collimare tutte nel momento giusto al posto giusto. Si chiede la testa di Binotto a gran voce da parte di “esperti del settore”, solo che questi “boia del momento” non si prodigano nel dare un nome (valido), per sostituire il team principal italo svizzero. Il buon Binotto, tempesta o meno, se viene mandato via ha già dove andare, come avevano dove andare tutti gli altri tecnici mandati via in malo modo dalla rossa a causa anche della spinta del tifo calcistico generato dalla scarsezza dei risultati. La storia insegna: sono stati mandati via Costa, Allison, Sassi e tanti altri e cosa è accaduto dopo?
Come mai in Ferrari invece di acquistare si taglia? Davvero si crede che cambiando sempre (un uomo solo, tra l’altro) si risolva il problema con la venuta dell’uomo dei miracoli? Chiunque verrà al posto di Binotto, vorrà tempo per organizzarsi la sua squadra e nel frattempo il tempo passa, i risultati languono e i tifosi da curva stanno a chiedere altre teste. Si guardi al sorprendente risultato della Renault: da quando tempo Abiteboul è in Renault? Cos’ha combinato la Renault fino a domenica? Questo solo per citare un esempio e per far capire cosa potrebbe accadere.
Mattia Binotto ha indubbiamente le sue responsabilità e se Ferrari si trova in questa tempesta perfetta è perché è stato lui a decidere la rotta. Ciò non toglie che certe decisioni vengano prese anche a causa delle circostanze regolamentari che soffocano questa F1: sempre più omologata e standardizzata.
Una F1 sempre più “Mercedes centrica” dove gli anglo tedeschi fanno il bello e il cattivo tempo, come si suole dire. Ferrari, se vuole uscire dalla tempesta perfetta nella quale si trova, deve prima vincere ai tavoli della politica che contano e contestualmente rinforzare un reparto tecnico che purtroppo in questo momento presenta falle ovunque. Il pesce puzza dalla testa si dice e mai come ora i vertici Ferrari paiono assenti, disinteressati, avulsi; come se questa faccenda non li riguardasse. Come può dunque un uomo solo cambiare le cose? Come si può pensare che mozzando la testa di Binotto si possa cambiare questo stato di cose se poi tutto intorno rimane uguale?
Domenica Binotto ha ammesso i problemi motoristici (non solo quelli) della Ferrari, quando fino a qualche giorno prima aveva dovuto fare lo “gnorri”. Davvero si crede che Mattia ed il suo staff non sanno quello che accade e cosa devono fare per risolvere il problema? Il cambio regolamentare del 2022 sarà indubbiamente la chiamata senza appello per Binotto, questo è sicuro ed è per questo che deve spendere tutto il suo tempo e tutte le sue energie per rinforzare il lato tecnico da un lato e vincere nelle stanze che contano dall’altro.
Cambiare Team Principal per l’ennesima volta rischierebbe solamente di rinviare ulteriormente questo processo di rinascita che tutti stiamo aspettando, rischiando di far naufragare la nave rossa per molto tempo ancora nella tempesta perfetta in cui si trova.
Autore: Vito Quaranta – @vito1976
Foto: Formula Uno – Ferrari
Certo, cambiare il TP non risolve i mali. Ma forse qualche male viene dal TP? Anche perchè da dove nacque l’allontanamento di Allison? Possibile Marchionne abbia deciso a suo tempo senza pareri interni al team, di privarsi di Allison?