Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Medie e Hard protagoniste, sorpresa Soft…
La gara andata in scena ieri sul circuito del Bahrain ci ha lasciato tutti un po’ scossi. L’incidente che ha visto coinvolto Grosjean al primo giro ci ha messo addosso un po’ di tristezza inevitabile. Vedere le fiamme divampate dopo l’impatto contro il guard rail, la bandiera rossa prontamente esposta dalla direzione gara e le notizie che tardavano ad arrivare, hanno riportato alla luce dei brutti ricordi. Fortunatamente questa volta la Formula Uno ha potuto contare sull’Halo, dispositivo tanto criticato, che ieri è stato determinante nel garantire la sopravvivenza del pilota. La sicurezza ha fatto passi da gigante, ma questi episodi fanno riflettere e ci dicono come ci siano ancora tante cose ancora da migliorare. I fatti di ieri evidenziano come non sia accettabile la presenza di guard rail sui circuiti, quindi anche se posti in tratti rettilinei dovrebbero essere rimossi e sostituiti con delle barriere.
La FIA comunque tiene molto alla sicurezza, quindi valuterà sicuramente delle soluzioni per far sì che un simile episodio non si ripeta in futuro. Fortunatamente Grosjean sembra stia bene, non ha riportato alcun tipo di frattura, con le sole mani interessate da ustioni procurate dalle fiamme. Nel corso di questa mattina abbiamo appreso che sarà dimesso dall’ospedale nella giornata di domani e noi della redazione di FUnoAT ci auguriamo di poterlo rivedere presto in pista, se non al volante di una Formula Uno ad Abu Dhabi (dopo aver concluso il suo contratto con la Haas, il francese non sarà presente nel Paddock per il 2021), in un’altra categoria all’interno del mondo del motorsport. Detto questo, andiamo ad esaminare le strategie attuate dai piloti nel corso del Gp del Bahrain, partendo come sempre dall’analisi condotta dalla Pirelli nella serata di ieri.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Pirelli
È occorsa oltre un’ora per rimettere in sicurezza il tracciato in seguito allo spaventoso incidente che ha visto coinvolto Romain Grosjean. Le regole per la ripartenza hanno consentito alle squadre di effettuare alcune riparazioni (sulle vetture di Norris, a contatto con Gasly e Ocon in uscita di curva-2, punto dove anche Vettel aveva riportato alcuni danni alla sua vettura dopo essersi toccato con Stroll) e di sostituire gli pneumatici. Solo quattro piloti hanno scelto di non effettuare il cambio gomme: Lewis Hamilton e Valtteri Bottas (Mercedes), Daniel Ricciardo (Renault) e Lando Norris (McLaren).
Al giro 3/57 si è avuta la seconda ripartenza da fermo. I primi nove sono scattati con pneumatici Medium, fatta eccezione per l’AlphaTauri di Pierre Gasly che ha scelto di utilizzare le Hard. Poche curve ed è stata chiamata in causa la Safety Car (per il ribaltamento della vettura di Lance Stroll a seguito del contatto con Daniil Kvyat, per il quale il russo ha ricevuto una penalità di 10 secondi). La vettura di sirurezza, considerando anche le temperature relativamente fresche di 25°C d’ambiente e 26°C d’asfalto, ha permesso così a tutti di allungare il primo stint (bandiera verde tornata a sventolare al 9° giro).
Lewis Hamilton è riuscito a vincere la gara partendo per due volte dalla pole position e attuando una strategia a due soste. Ha mantenuto le gomme utilizzate al primo start per poi passare a Medium usate al 19° passaggio. Ha infine terminato con uno stint di 22 giri su Hard. Gara conclusasi in regime di Safety Car a causa della Racing Point di Sergio Perez rimasta a bordo pista in seguito ad un guasto al motore. Max Verstappen è arrivato secondo al traguardo effettuando 4 pit stop, l’unico assieme a Magnussen (Haas). Pneumatici Hard nuovi per effettuare i due stint centrali per concludere la gara su Medium, la scelta dell’olandese. La nomination, di uno step più morbida rispetto alla passata stagione, la causa di un così elevato numero di pit stop.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: le tattiche utilizzate
Innanzitutto diciamo che parlare di tre o di 4 soste, avendo avuto una seconda ripartenza dopo neanche un solo giro di gara non mi sembra completamente giusto dal punto di vista strategico, ma non possiamo eliminare quanto accaduto nella prima parte di gara. Quindi ai fini statistici si è assistito ad un Gp in cui la maggior parte dei piloti ha terminato il Gp su tre soste. Però credo che, e spero concorderete con me, a parte rare eccezioni che prenderemo in esame più avanti, analizzando la gara dalla seconda ripartenza il quadro si riconduca alle due soste preventivate a poche ore dal primo spegnimento dei semafori (se vuoi approfondisci in fondo al live).
Come era prevedibile, la maggior parte dei piloti ha scelto di utilizzare esclusivamente Medium e Hard, snobbando la gomma Soft. M-M-H la tattica rivelatasi vincente, adottata da Hamilton, e da altri piloti che sono riusciti ad ottenere comunque piazzamenti importanti. Parliamo di Alexander Albon (Red Bull), riuscito a salire a podio anche complice il problema tecnico patito da Perez nel finale, e di Lando Norris (McLaren), arrivato quarto dopo esser partito dalla settima casella alla seconda ripartenza. Forse un po’ più lenta, ma allo stesso modo efficace la strategia M-H-H che stava mettendo in condizione Perez di terminare tranquillo in terza posizione e a Max Verstappen di tenere sotto pressione Hamilton.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Verstappen sorpreso dalla 4° sosta
L’olandese della Red Bull non avrebbe avuto problemi a terminare la gara con strategia M-H-H, tuttavia il proprio box ha deciso di fargli fare un ulteriore pit stop a circa 10 giri dalla fine per ottenere il giro veloce e forse per sfruttare un’eventuale Safety Car nel finale. Vettura di sicurezza che subentrerà, ma davvero troppo in prossimità della bandiera a scacchi. Verstappen otterrà così il giro più veloce del Gp, ma non avrà più occasione di sferrare un attacco al britannico della Mercedes. Non che prima ne avesse comunque. Verstappen ha avuto un gran ritmo durante la gara, ma il gap tra lui e il sette volte campione del mondo è stato quasi sempre costante sui 4 secondi (fase centrale del Gp).
Anche se il pilota della vettura numero 33, a fine gara ha riferito di non condividere la scelta del team di farlo fermare per montare la gomma Media, a mio modesto parere trovo che il team non abbia preso una decisione tutto sommato sbagliata. Continuare con la Hard, non avrebbe dato possibilità a Max di avvicinarsi al pilota della Mercedes, che fino a quel momento era in totale gestione della gara. Quindi giusto fermarsi e tentare qualcosa di diverso. Grazie anche al vantaggio maturato su Perez, l’olandese era riuscito a mantenere la seconda posizione sul pilota della Racing Point.
Se Max ha davvero qualcosa da recriminare è la perdita di tempo nel corso della sua terza sosta, al momento di montare gomma Hard. Senza quell’inconveniente avuto al 34° giro (persi circa 3 secondi più del dovuto durante il pit) probabilmente non avrebbe comunque superato Hamilton, ma gli sarebbe arrivato molto più vicino, probabilmente in zona DRS, e con gomme in temperatura chissà cosa sarebbe potuto accadere (sopra trovate la sequenza relativa alla fase appena descritta). Ma con un Lewis comunque apparso sempre in controllo della situazione, sarebbe stato comunque complicato per la Red Bull avere la meglio.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Sainz trae vantaggio da una Soft snobbata da tutti
Nessuno tranne Carlos Sainz Jr (McLaren) e Daniil Kvyat (AlphaTauri) hanno creduto nella Soft, eppure i due, che l’hanno utilizzata nella prima parte di gara, ne hanno tratto un grande vantaggio. Nell’economia del Gp di Kvyat peserà molto la penalità di 10 secondi rimediata per il contatto avuto con Stroll e andrà a vanificare tuto il lavoro svolto al secondo restart (dopo essere scattato 15° era riuscito a risalire in 11° posizione per poi piombare in 17° dopo la sosta). Quella di Kvyat resta una buona prestazione, perché riuscirà poi a terminare in 11° posizione alle spalle di Leclerc, grazie al ritmo mostrato sul compound più duro. Chi riesce a sfruttare a dovere il set di Soft è Sainz.
Il madrileno ha un buono scatto alla seconda partenza, passerà da 13° a decimo (complice anche la foratura rimediata da Bottas durante il regime di Safety Car che lo vedrà pittare al quarto giro, non gliene va bene una in questo momento al finlandese), per poi ottenere la sesta posizione a suon di sorpassi ai danni di Gasly, Leclerc e le due Renault, che in quella fase ne avevano meno. Per Pierre (AlphaTauri), partito su Hard, sarà solo questione di tempo prima di riuscire a sfruttare a dovere lo pneumatico a banda bianca, mentre gli altri (sopracitati) su Medie non avranno mai il passo per replicare al ritmo di Sainz. Questo li porterà a fermarsi prima dello spagnolo, nonostante questo monti mescole che nessuno credeva potessero essere così longeve.
Sainz porterà la mescola Soft a percorrere uno stint di 20 passaggi, mentre il pilota che percorrerà la distanza maggiore su gomma Media a fine gara risulterà Leclerc, con 22 tornate effettuate. Ma perché allora nessun’altro ha deciso di puntare su questo tipo di compound? Molto probabilmente perché Sainz è stato molto bravo a sfruttarlo soprattutto alle ripartenze da fermo e da regime di Safety Car. Carlos poteva godere anche di una vettura dimostratasi superiore a Ferrari e Renault nel corso dell’evento, ma in quella fase ha avuto un passo più lento, anche se non di molto, rispetto al compagno di squadra Lando Norris su Medie (come è possibile notare dalla sequenza riportata sopra). Per tale ragione, probabilmente non se ne è fatto più uso nel corso del Gp.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Gasly merita una menzione speciale
Essendo passato da gomma Media a gomma Hard sfruttando il regime di bandiera rossa, Pierre Gasly ha avuto l’opportunità di impostare il Gp praticamente su una sosta andando a montare nuovamente un ulteriore treno di Hard nel corso del 25° passaggio. Soluzione rischiosa ma che gli ha permesso di avere la meglio di entrambe le Renault e di perdere il confronto, effettivamente, soltanto con le due McLaren. Il pilota d’oltralpe taglierà il traguardo in sesta posizione, avvantaggiandosi del ritiro di Sergio Perez nel finale.
Analisi strategica Gp Bahrain 2020: Ferrari alla ricerca del passo che non c’è…
Ciò che è mancato ieri alla Ferrari è ritmo e velocità sul dritto. Come detto anche a fine Gp, la Rossa è tornata alle prestazioni pre-Russia. Leclerc ha avuto sempre un buono scatto alla partenza, ma poi con il passare dei giri, il ritmo è venuto meno e piano piano tutte le posizioni guadagnate al via sono state nuovamente perse. La sequenza di seguito riportata parla chiaro. Nel corso del nono giro, dopo il secondo restart e la Safety Car, Charles occupava il settimo posto davanti a Ricciardo, Gasly e Sainz…
All’inizio del 14° giro il monegasco è già decimo, davanti a Kvyat, l’unico che riuscirà a tenersi dietro in questa prima fase anche a causa delle gomme più soffici montate dal pilota dell’AlphaTauri. La gara del monegasco è un susseguirsi dello stesso copione… Tenterà di allungare molto lo stint su mescola Media, pensando forse di avere un passo migliore sulle Hard, ma niente. I giri migliori vengono stampati nel corso delle prime tornate, ma poi i tempi si alzano e per lui non c’è davvero nulla da fare.
Le sequenze della sua gara non lasciano spazio all’interpretazione purtroppo. La strategia c’entra ben poco stavolta. Il pilota ha fatto il massimo ed è uscito dalla gara con un misero punticino ottenuto grazie al ritiro di Perez. L’unica nota positiva è il passo mostrato con l’ultimo treno di Hard (lo stesso utilizzato per la prima partenza) a vettura più scarica. Questa volta il ritmo è molto buono, in linea con quello di Sainz e Bottas davanti, ma ormai si ritrova a oltre 10’’ secondi da Ocon, che anche se più lento, non lo sarà abbastanza da farsi mettere sotto pressione da Leclerc.
Per quanto riguarda Vettel, nel suo caso oltre ad evidenziare la stessa tendenza del compagno di squadra, il tedesco paga delle partenze meno buone e un testacoda al 12° giro che lo ha fatto scivolare dalla 15° alla 18° posizione (l’ultima visti i ritiri di Stroll e Grosjean). Ripartenza al veleno per Sebastian, secondo il quale avrebbe subito un’azione troppo aggressiva da parte del compagno di squadra Leclerc. Trovandosi chiuso tra Charles e Sainz, Vettel passa dalla 10° alla 13° posizione, per poi venire soprassato anche da Raikkonen e dalle due Williams prima del termine del terzo giro. Quanto la gara del tedesco sia stata complicata lo si evince dal fatto che taglierà il traguardo in 13° posizione dopo esser stato sotto gli scarichi di Russell per tutta la durata dello stint finale senza esser riuscito però mai a superarlo .
E se in Bahrain abbiamo visto una delle prestazioni più brutte per la Ferrari, prepariamoci, perché il Gp di Sakhir potrebbe essere persino peggio…
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: F1 – Pirelli