Analisi strategica Gp Emilia Romagna 2020: Vettel e Leclerc rimpianti Soft
Il terzo e ultimo Gp italiano della stagione 2020, andato in scena nella bellissima cornice emiliana del circuito di Imola, offre diversi spunti di riflessione per l’analisi odierna. Come sempre imposteremo il tutto andando prima a conoscere il punto di vista della Pirelli, rilasciato nel consueto comunicato post gara andandolo magari a confutare (questo è già uno spoiler), man mano che commenteremo le scelte strategiche adottate da team e piloti.
Analisi strategica Gp Emilia Romagna 2020: Disamina Pirelli
Prima di addentrarsi nei dettagli della gara, immancabili i complimenti riservati alla Mercedes per aver conquistato il suo settimo titolo costruttori consecutivo grazie ad una splendida doppietta maturata in seguito al ritiro di Max Verstappen. L’olandese è stato vittima di una foratura sulla quale il costruttore milanese ha già iniziato tutte le indagini del caso, anche se sembra possa essere stata dovuta ad un detrito presente sul tracciato. Grazie a questo risultato Lewis Hamilton vede avvicinarsi sempre più il conseguimento del suo settimo titolo iridato, con il solo Bottas, a quattro gare dal termine, rimasto in corsa per contenderglielo (85 punti dividono i due compagni di box).
I due alfieri Mercedes, hanno fatto uso di tutte le mescole messe a disposizione, improntando la gara su una sosta M-H e andando a montare la Soft nel finale sfruttando l’ingresso della Safety Car. Hamilton è riuscito ad avere la meglio effettuando un overcut sulla coppia Bottas-Verstappen (in prima e seconda posizione prima della loro sosta). Una volta avuta aria libera ha iniziato ad inanellare una serie di giri veloci fino alla sosta in cui ha effettuato il passaggio da Medium ad Hard come i diretti concorrenti. La sosta durante il regime di VSC lo ha aiutato a prendersi la leadership senza correre alcun rischio nei confronti dei rivali.
La maggior parte dei piloti ha approfittato dell’ingresso della Safety Car avvenuto a 10 giri dalla fine per montare gomma Soft, tra cui anche la coppia di testa. Senza la vettura di sicurezza la strategia più gettonata sarebbe risultata essere quella ad una sosta. Si segnala Ricciardo come il pilota che ha ottenuto il miglior risultato finale, 3° posto, tra quelli che hanno utilizzato il compound Soft alla partenza. Le condizioni meteorologiche sono state buone e stabili per tutta la durata dell’evento: 21° di temperatura ambiente e 24°C d’asfalto al via.
Analisi strategica Gp Emilia Romagna 2020: Hamilton, Bottas e Verstappen
Con le Mercedes posizionate in prima (Bottas) e seconda posizione (Hamilton) sullo schieramento di partenza, Max Verstappen sapeva che doveva inventarsi qualcosa per poter avere la meglio della coppia di nero vestita. Ritrovandosi a parità di mescola Media e sapendo che con il motore Honda avrebbe potuto giocarsela fino a un certo punto, non restava che una cosa da fare: ‘rubare’ qualche centimetro sulla piazzola. Incredibile come in questo caso gli steward non siano intervenuti, ma dalle immagini è risultato palese, come l’olandese fosse più avanti rispetto la linea gialla di riferimento… Pronti via e dopo la prima curva si ritrovano primo Bottas, secondo Verstappen e terzo Hamilton.
Classifica che non muterà fino al termine del 18° giro, quando Verstappen decide di rientrare per montare gomme Hard e lo stesso decide di fare Bottas in copertura al giro seguente. Di seguito trovate le immagini relative al momento del pit stop del finnico e dell’olandese, con il britannico che invece deciderà di restare fuori e spingere forte per tentare di sopravanzare entrambi. Cosa che gli riuscirà al giro 31. Come si può benissimo evincere dai riscontri cronometrici di queste 10 tornate, Lewis già prima della VSC (causata dallo stop a bordo pista della Renault di Ocon), era riuscito a recuperare i 4 secondi di svantaggio, accusati nei confronti di Bottas al 18° giro (la sosta ad Imola aveva un costo compreso tra i 26 e i 27 secondi), trasformandoli in circa 28 secondi nel momento dell’esposizione della bandiera gialla.
Pittare in condizioni di bandiera verde avrebbe significato dunque rientrare in pista in prima posizione davanti al compagno con il margine di un secondo. La VSC (durata tra l’altro giusto il tempo del pit del britannico) ha permesso a Lewis non di prendersi la leadership della gara, bensì di farlo agevolmente, senza avere il pensiero di dover difendersi dagli attacchi del finnico con gomme Hard da far entrare in temperatura. Dopo tale episodio Lewis ha dovuto soltanto preoccuparsi si amministrare. Il ritmo di Bottas è stato inficiato da un detrito (appartenente alla vettura di Vettel perso nel contatto avuto durante il primo giro con Magnussen) che è andato a rovinare il fondo della sua W11.
Per tale ragione mentre il britannico riuscirà ad imprimere un passo apparentemente imprendibile (uso questa parola perché poi Verstappen, una volta liberatosi della vettura numero 77, gli risponderà per le rime), Bottas si ritrova presto a doversi difendere dagli attacchi della Red Bull alle sue spalle. L’agonia (di cui riportiamo le fasi principali a seguire) terminerà tra la fine del 42° passaggio e l’inizio del 43°. Valtteri sbaglia l’ingresso alla Rivazza e finisce lungo, la vettura numero 33 ha così modo di uscire dall’altima curva esattamente negli scarichi della Mercedes e grazie al DRS riuscirà a prendersi la seconda posizione alla staccata della Variante del Tamburello.
Da qui in poi il gap tra Max e Hamilton si stabilizza sui 13 secondi, con Valtteri oramai rassegnato a limitarsi a portare la vettura al traguardo in terza posizione. Tuttavia, la foratura alla posteriore destra causata da un detrito raccolto nel corso del 50° passaggio, obbliga Verstappen al ritiro, richiede l’ingresso in pista della Safety Car e richiama il duo Mercedes ai box per montare gomme Soft. La gara riprenderà al 58° giro, con gli alfieri della casa di Stoccarda che otterranno una doppietta senza più alcuna sorpresa. Complimenti ovviamente alla Mercedes per la conquista del settimo titolo consecutivo e a Lewis per la sua 93° vittoria in carriera. I trionfi e i riconoscimenti non arrivano mai per caso. Peccato per il problema riscontrato da Valtteri.
Forse senza tale difficoltà, si sarebbe potuti assistere ad un bel confronto a tre dall’inizio alla fine del Gp. Purtroppo così non è stato. Strategia impeccabile. Medium-Hard si è rivelata essere la soluzione migliore per affrontare il Gp emiliano, non solo perché adottata dal team campione del mondo… Ovviamente con il vantaggio che avevano sugli avversari, giusto anche rientrare ai box in regime di SC per montare la Soft. Mercedes strategicamente impeccabile, Max sfortunato.
Analisi strategica Gp Emilia Romagna 2020: Vettel e la strategia Media-Hard
Facile sarebbe giudicare la tattica Media-Hard come l’optimum della gara semplicemente perché utilizzata dai vincitori dell’evento. Considerando che Mercedes e Verstappen avrebbero potuto duellare tra loro incontrastati anche se fossero partiti con Soft, per poter veramente affermare quanto fosse buona tale strategia, bisogna spostare l’attenzione nelle retrovie e osservare le soluzioni adottate a centro gruppo. Guardando al risultato, trovando Ricciardo, Kvyat e Leclerc rispettivamente in terza, quarta e quinta posizione su strategia Soft-Hard, verrebbe da pensare altro, ma non va tralasciato quanto di buono fatto grazie all’utilizzo del composto giallo e bianco da Perez, Vettel, Latifi e Russell.
Lo si può notare benissimo dal Lap Chart sopra riportato. La gomma Media è senza dubbio la mescola che meglio si è comportata sull’Autodromo intitolato ad Enzo e Dino Ferrari. Raikkonen il pilota che è riuscito a condurci lo stint più lungo (48 lap) tra quelli che l’hanno adoperata in partenza (il primato assoluto appartiene a Giovinazzi che l’ha utilizzata per 53 giri, ma nel suo secondo e ultimo stint). Cosa che ha permesso al finnico di terminare 9° dopo esser scattato dalla 18° casella di partenza (ovviamente anche i tanti ritiri hanno avuto un effetto benefico sul risultato). Gli altri due piloti ad aver stupito di più per il passo consistente che sono riusciti ad imprimere su mescola Media, sono Perez e Vettel.
Il Messicano scattato 11° era iuscito a risalire fino alla quarta posizione e a mantenerla dopo la sosta con il passaggio alle Hard. Sopravanzati Kvyat, Albon, Leclerc, Ricciardo e il duo McLaren grazie alla bontà della scelta strategica. Come si può benissimo vedere dal Lap Chart, dopo il passaggio ai box (27° giro), Perez è tornato in pista sì settimo, ma alle spalle di Vettel, Raikkonen e Latifi (!) che dovevano ancora effettuare la sosta. Stessa cosa dicasi per Sebastian, che pur partendo dalla 14° casella è riuscito ad avere un ritmo molto consistente sulle gomme Medie, paragonabile a quello avuto da Leclerc nelle stesse fasi di gara su Hard. Il tedesco al momento della sosta avvenuta al 39° giro, se fosse filato tutto liscio avrebbe avuto un margine tale da permettergli di tornare in pista in 11° posizione alle spalle di Sainz (esattamente in mezzo alle McLaren).
Purtroppo un problema durante l’avvitamento dell’anteriore destra ha buttato all’aria quanto di buono fatto sino a quel momento (subito sopra le fasi della sosta). Guardando la sequenza e considerando un tempo medio di sosta normale compreso tra i 26/27 secondi, si evince come a Sebastian tale sccherzetto sia costato tra i 10 e gli 11 secondi (tempo totale sosta intorno ai 37”). Tuttavia per Vettel questa non sarà l’unica cosa di cui lamentarsi (anche se poi non lo farà a fine gara). Il tedesco infatti si ritroverà con gomma Hard, nonostante avesse espressamente richiesto al team la mescola più Soft. A 23 giri dal termine la squadra non se l’è sentita di rischiare ed ha preferito metterlo in condizione di chiudere la gara in tranquillità. Con Sainz autore dello stint più lungo su mescola a banda rossa, 17 passaggi, credo che questa fosse comunque la scelta più sensata che il team abbia fatto.
Non ho trovato invece corretta la chiamata ai box per metterlo su gomma Soft al momento dell’ingresso della Safety Car. Come si può osservare dalle immagini a seguire, in quel frangente, Sebastian era 12° posizione in mezzo alle due Alfa Romeo. Il pit stop lo ha spedito inizialmente in 16° posizione, per poi salire in 14° grazie all’uscita di pista di Russell e alla sosta di Stroll. Tale scelta strategica lo porterà a chiudere in 12° posizione persino alle spalle di Latifi. Sono certo che con gomme Hard vecchie di una 15ina di giri non avrebbe avuto problemi a tenere a bada Giovinazzi, in quel momento su Medie (con oltre 40 tornate sulle spalle). Magari non avrebbe avuto modo di attaccare Kimi, ma vedendo come è finita… Un punticino forse lo si sarebbe riusciti a rimediare. Anche se ieri sarebbero potuti arrivare di più.
Anche Perez, come il ferrarista, recrimina la sosta addizionale impostagli dal team in regime di Safety Car, senza la quale (si vede bene dal Lap Chart, giro 51) sarebbe scattato alla ripartenza su gomme Hard usate, ma nella medesima condizione strategica di Daniel Ricciardo. Un podio buttato… Menzione speciale per le Williams. La strategia Medium-Hard stava davvero pagando con entrambe le vetture. Russell (partito 13°), al momento dell’errore dietro SC si trovava in 10° posizione (vedi Lap Chart), ed è per tale ragione che il pilota era così disperato una volta sceso dalla vettura. Sprecata una grandissima opportunità. Mentre Latifi (19° al via) non sbaglia nulla, concludendo a meno di 8 decimi da Giovinazzi. Più di così, non poteva fare.
Analisi strategica Gp Emilia Romagna 2020: Leclerc e compagni
La seconda strategia più veloce a mio avviso si è rivelata essere Soft-Hard, che ha funzionato bene su tutte le vetture che l’hanno adottata, mentre Soft-Media ha funzionato alla grande solo con Giovinazzi. L’italiano è riuscito ad estrarre il meglio dal compound rosso in partenza, guadagnando sei posizioni nel corso del primo giro (da 20° a 14°): terminerà decimo alle spalle del compagno Raikkonen. Lo stesso non si piò dire delle McLaren, che seppur provando a fare cose diverse (Norris va in copertura sulla sosta di Leclerc, 13° giro, mentre Sainz prova a ritardare sino al 17°) non riuscirà mai, seppur restando vicina, ad inserirsi nella lotta, per quella che si rivelerà essere una posizione da podio, che ha visto coinvolti Ricciardo, Leclerc, Albon e Kvyat sin da inizio gara.
Tutti sulla medesima strategia Soft-Hard, questo quartetto è rimasto unito e compatto per tutta la durata della gara, salvo poi subire la perdita di Albon nel finale per un testacoda avvenuto del tutto in completa autonomia senza alcun tipo di contatto (nel post gara Alex aveva persino incolpato Sainz, il quale ha provveduto a togliere ogni equivoco mediante l’utilizzo dei social). Chiuse queste parentesi, concentriamoci sulla gara di Charles Leclerc. Autore di una buona partenza, in cui riesce ad avere subito la meglio del thailandese alla guida della Red Bull, il monegasco si stabilizza sullo stesso passo di Ricciardo e Gasly (in 5° posizione, superato da Ricciardo al via). La gara del francese dell’AlphaTauri terminerà anzitempo al 9° passaggio, quando il team gli comunica di rientrare ai box a causa di un problema idraulico.
Tale episodio porta Leclerc in 5° posizione alle spalle di Ricciardo con un gap di circa 3,5 secondi. Con pista libera Charles dimostra subito di riuscire ad avere un ritmo migliore della Renault, recuperando circa 1 secondo in due giri (alle sue spalle solo Vettel, su Medie, e Kvyat su Soft, fanno meglio di lui, anche se di poco). Al 13° passaggio (sopra le fasi della sosta), guadagna altro mezzo secondo su Daniel e altri 4 decimi sulla coppia McLaren alle sue spalle; Albon e Kvyat mostrano lo stesso passo. Al 14° giro però arriva la chiamata: “box, box, box”. Charles obbedisce e rientra per montare le Hard. Norris lo segue immediatamente. Ricciardo, Kvyat e Albon andranno in copertura il giro successivo.
Decisione apparsa strana sin da subito a Leclerc (concluderà il Gp con quest’unica sosta), a tal punto da riferire al termine della gara ai microfoni di ‘Sky Sport F1’: “Le Soft si stavano comportando bene, non capisco perché ci siamo dovuti fermare così presto”. Effettivamente… Non solo tale strategia non porterà a nulla nei confronti dei rivali prima citati, ma sarà un fattore che porterà tutto il gruppo a subire il sorpasso di Perez (di seguito la sequenza). Vuoi perché le Hard hanno richiesto alcuni giri prima di andare in temperatura. Vuoi perché il messicano è riuscito a mantenere un ritmo davvero impressionante, e vuoi che Ricciardo e Leclerc ci hanno messo qualche passaggio di troppo prima di avere la meglio di Magnussen, al 29° giro, dopo la sosta, Perez si trovava in ottava posizione davanti alla Renault di Daniel con un secondo di vantaggio.
Checo è così passato da avere circa 7 secondi di ritardo dalla Renault numero 3 al 15° giro, ad una posizione di vantaggio al 29° passaggio. Giusta quindi la puntualizzazione di Leclerc, che quantomeno deve invitare ad una riflessione. Se il ritmo è buono perché cambiare le gomme? Poi guardando al margine con cui Ricciardo è rientrato in pista dopo la sosta, forse sarebbe bastato un altro giro per avere la meglio dell’australiano. Magnussen al momento del pit stop stava mostrando un passo superiore a quello della Ferrari, e c’era poco da fare, pittare più tardi non avrebbe significato avere un vantaggio sul pilota Haas, però si poteva decisamente andare più lunghi. Forse il fatto di pensare che Daniel e le McLaren fossero in crisi, ha fatto propendere i tecnici del Cavallino ad effettuare un undercut prima di esserne succubi…
Nel post gara si è parlato anche di montare le Medie al posto delle Hard. Certo avrebbe potuto, e come detto anche da me (all’interno del live scorrendo fino in fondo si possono trovare le possibili strategie), montare il compound Medio sarebbe stato un azzardo. Il rischio di dover effettuare due soste era elevato. Con il senno di poi si sa che i piloti avrebbero anche potuto disputarci l’intera gara, ma a priori nessuno poteva averne la certezza assoluta. Giusta la scelta tattica invece di restare fuori in regime di Safety Car. Montare la Soft (immagini sopra) avrebbe messo Charles in sesta posizione tra Perez e Kvyat, facendogli perdere la posizione su Albon. Nessuno sa come sarebbe andata a finire. Tutttavia vedendo come Leclerc si sia difeso nei confronti di Checo con gomma dura usata, lascia presupporre che superarlo a parità di mescola Soft non sarebbe stato affatto semplice.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Ferrari – F1 – Pirelli