Il pagellone semiserio del Froldi
“Il Re è morto”
“Viva il Re”
Affinché il regno viva, il Re deve, metaforicamente, morire, abdicare. E ci deve essere un altro Re. Cioè, fuor di metafora, deve finire il dominio di Lewis Hamilton con la Mercedes.
In un modo o nell’altro: vuoi perché Hamilton si ritira appagato ed attratto da altri mondi che già conosce (moda, musica, lotte per i diritti civili) o vuoi perché va in un’altra scuderia. Se non si realizza l’una o l’altra, il giocattolo della Formula Uno è morto e sepolto. E non è una boutade.
So che è una cosa inaccettabile per i tifosi del Re nero o dello squadrone Mercedes. Ma bisogna sottolineare che mai, nei settant’anni della gloriosa, epica e stramba storia della massima categoria dell’automobilismo sportivo, si era visto un dominio di tale genere. E ciò è stato reso plasticamente dalla disperazione di Max per non aver agguantato sabato la pole.
In quel momento era come se Verstappen dicesse al mondo che è impotente. Lui come tutti gli altri. E non conta che fosse dietro una Racing Point. Sempre di Mercedes si trattava, in fondo, anche se rosa. Perché non basta essere in un top team, in tutto tre-quattro, per vincere. Bisogna essere in una sola scuderia: quella che ora ha la livrea nera. E non è detto che basti pure questo con quel mastino mai sazio. Se non sei tra quelli, parti già sconfitto. Se tutto ti gira bene puoi arrivare secondo. E non per un anno. Ma dal 2014.
E nel 2021, fatti salvi episodi al limite dell’impossibile, sappiamo già chi vincerà, tanto che varrebbe, modesta proposta da Cassandra, forse, far prendere a tutta la bolla del Circus un anno sabbatico per concentrarsi tutti direttamente all’anno della “svolta”. Il 2022. Sempre che svolta sia… Pensate a quanto possa essere psicologicamente frustrante. Si perde prima di aver lottato. Ciò, inevitabilmente, si ripercuote sull’interesse che può generare questo sport e, inevitabilmente, sul denaro che può attirare o meno.
Certo, lo diciamo spesso, ci sarebbe da guardare alle nefaste (negli esiti) e cervellotiche (nella prassi) scelte non solo della FIA che sotto Todt, incredibilmente, ha fatto della stabilità regolamentare un mantra, contribuendo a porre le basi per un allungamento “contronatura” di questo dominio. Cosa, quella della stabilità regolamentare per così tanto tempo che mai s’era vista in questo sport, ma anche nella folle scelta di “quattro ubriachi al bar”, come felicemente li definì Marchionne, di avallare l’era turbo-ibrida.
Non l’idea in sé, ma la sua implementazione nella “pratica” sportiva.
Credo che il più pentito di tutti sia Luca Cordero di Montezemolo, e ce lo ha detto nelle ultime interviste in modo molto chiaro. Sono certo che, se potesse, tornerebbe indietro nel tempo e toglierebbe la mano dalla firma di un “contratto” in cui la Ferrari non solo ha perso la supremazia tecnica, ma è stata vieppiù umiliata e ridicolizzata. Anche per colpe sue, naturalmente.
Che poi quelli di Mercedes, almeno lato social, siano spocchiosi e arroganti, e non è vero che chi vince ha sempre ragione, perché c’è modo e modo di vincere e presto o tardi la ruota gira, è un dato di fatto che rende questo dominio ancora più fastidioso. E non aveva forse ragione, sempre Marchionne, che pur di errori ne avrà fatti, quando diceva che “voleva togliere il sorriso a quelli là”?
Ora abbiamo Binotto al ponte di comando. Vediamo cosa succede. Per ora quelli là possono continuare a fare grosse risate e secondo me sono i primi ad augurarsi che il regno di Binotto continui (in due anni la SF90 e la SF1000, ed ho detto tutto). Forse anche in questo caso sarebbe necessario che il re abdicasse. Forse. Ma magari ha torto il sottoscritto e vedremo una nuova corazzata Rossa. Poiché cambiare idea di fronte ai fatti non è sinonimo di stupidità, ne darò atto al TP Ferrari con pubbliche scuse e riti espiatori propizi. Per ora, ho ragione io.
Pit Stop Ferrari. Voto: non capisco. Cosa è successo ai meccanici Ferrari? Come mai sono diventati fra i più lenti nei cambi gomme e quasi ogni gara fanno perdere due o tre secondi ai piloti?
Misteri della fede… ma è da questi particolari che capisci che il team, allo stato attuale, non ha sicurezza. E’ come se ci fosse una paura, che serpeggia dentro, di sbagliare. E quando si ha una fifa folle di sbagliare, inevitabilmente si sbaglia.
Gps Ferrari. Voto: deve essere come le pistole pneumatiche. Non so che sistemi usino a Maranello per valutare il clima e soprattutto se arriva o meno la pioggia. So che raramente ci prendono. E ricordo Arrivabene che diceva che al tema serviva un “pistiaiolo”. Aveva torto?
SF1000. Voto: “regolare”. Ci metto tutte le variabili del caso, ma è la prima volta, in questo mondiale che, a parità di condizioni e gomme, il trattore rosso sembra quasi una buona monoposto.
Hamilton settimo. Voto: ottavo senza neanche gareggiare. Gli bastava un punticino o giù di lì per assicurarsi matematicamente il settimo. Ma la sua gara è stata un capolavoro di acume tattico e gestione della gara. Ai livelli del migliore Alonso. E così ha vinto. Meritatamente. Che poi, il cielo, se serve che non piova più sennò sarebbero stati guai, non butta fuori manco una goccia. Ma questo accade ai campioni quando sono in stato di grazia. Anche perché gli altri, almeno in questo gran premio potenzialmente vincenti, si eliminano a vicenda.
Bottas. Voto: ah ah ah ah. Ha fatto più piroette lui in un solo gran premo che Vettel in tre anni e Massa nel famoso gran premio di Silverstone. Alla fine tagliare il traguardo deve essere stata una liberazione. Per lui e per il team.
Mad Max. Voto: 5. Quando hai addosso la voglia di spaccare il mondo e vai molto più in là di quanto il mezzo (ottimo in questa gara e potenzialmente vincente) e le circostanze ambientali possano permetterti.
Vettel. Voto: 8. Non male per un bollito, davvero non male…
Stroll. Voto: 7. Ok, sappiamo tutti, e lui per primo, che ha avuto corsie preferenziali per pilotare una Formula Uno. Non sarà un campione, ma non possiamo classificarlo un brocco. Vedi Pole Position in quelle condizioni.
Leclerc. Voto: 9. Ha fatto un recupero straordinario, certo che quell’ultimo errore… pazienza. Fra chi ci prova e chi no, preferisco sempre i primi.
Mario Isola. Voto: super auguri di pronta guarigione a @Mario_Isola. Da parte mia e di tutto lo staff di @FunoAT
P.S.: mi hanno detto che dalle parti della Formula Uno si sta aggirando l’infallibile tenente Colombo del dipartimento di polizia di Los Angeles, con il suo inconfondibile sigaro nascosto in una delle tasche del logoro impermeabile. Vuole capire chi è il colpevole in Ferrari. Restate sintonizzati.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
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