domenica, Dicembre 22, 2024

Il Pagellone (innamorato) del Froldi

Il Pagellone (innamorato) del Froldi


[…]
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
[…]

Canto V, Inferno, Divina Commedia


Lo so, forse è troppo scomodare Dante, il sommo poeta nonché fondatore della nostra lingua, per parlare della Ferrari e di Sebastian. Ma permettetemi, l’amore muove letteralmente e metaforicamente tutto, e l’Alighieri ce lo dice in mille modi nella Commedia (e non solo in essa).

E, d’altro canto, la Ferrari muove emozioni fortissime. Ed è l’unica a farlo, da quando esiste la Formula Uno. E credo che il paragone fra Paolo/Francesca (amanti entrati a far parte dell’immaginario popolare sentimentale ai quali è dedicata buona parte del V canto della Divina Commedia) e Vettel/Ferrari, per quanto “eretico” ed “eterodosso”, e me ne assumo tutta la responsabilità, possa avere un suo fondamento. Mi spiego meglio…

Sebastian e la Ferrari sono sconfitti dall’amore, dalla passione che li ha legati ma che li ha anche “con-dannati”, come accaduto a Paolo e Francesca. L’amore che facilmente entra nel “cuore gentile” (che significa un cuore puro, nobile), è quello che ha legato e stregato il sogno di un bambino cresciuto a pane e motori, il nostro Vettel, che sin da piccolo voleva amare la Rossa. “La bella persona che mi fu tolta, e il modo ancora mi offende” nella parafrasi del testo dantesco si riferisce ovviamente al corpo di Francesca, uccisa in modo violento dal marito, fratello di Paolo, quando egli pose fine alla vita terrena dei due amanti (e infatti Dante ci premura di informarci che lui, il marito, si trova nei gironi più vicini a Lucifero, fra gli uccisori dei parenti).

Io, in questo caso, associo queste parole alla Ferrari che non riesce, da troppi anni, a vincere e far vincere ai suoi piloti il tanto desiderato titolo mondiale e che, soprattutto in questo anno, abbiamo trovato ferita nel “corpo”: la sciagurata SF1000, una delle peggiori monoposto made in Maranello. Sul “corpo” in carbonio e sul motore da GP2 abbiamo vissuto lo svilimento e l’abbrutimento. Tanto che, alla fine, resta il sollievo per non vederla più arrancare in fondo alla classifica. Nell’inferno motoristico…

L’amore non permette a coloro che sono amati di sfuggire all’amore; cioè loro sono “costretti”, così possiamo dire, a ricambiare l’amore di chi li ama (amar perdona), come nel caso di Paolo e Francesca. Loro stanno assieme anche nell’aldilà, dannati nella sconfitta di un amore che non è stato, nel loro caso, giusto, poiché adultero, ma che è comunque tragicamente infinito.

Pensavo a questi versi quando sentivo Vettel che cantava la sua versione di “Azzurro”… al fatto che si, certo, domani sarà un altro giorno e lo vedremo l’anno prossimo continuare a correre con il clone Mercedes. Eppure da parte sua, lo sappiamo, c’era il desiderio, la volontà di non distaccarsi dalla Rossa… di non far finire questo amore che non ha funzionato, che è stato, in qualche modo “dannato”.  Anche perché contro il potere divino (in questo caso la Mercedes) c’è davvero poco da fare…

Ecco. Questo è il mio tributo a Sebastian Vettel, intriso forse di eccessivo lirismo, ma non ce la faccio a far finta di non vedere lo scoramento dell’uomo prima che del pilota. E riandando indietro, riavvolgendo il nastro di questa stagione assurda e anche stimolante, se si eccettua il fatto che nulla si può là dove siedono gli dei, (la combinazione micidiale anglo-tedesca con il cavaliere nero), deve essere stato un colpo tremendo per Vettel ricevere quella telefonata diventata figuraccia, prima che cominciasse il mondiale. Capire solo in quel momento, mentre gli altri già avevano capito, che quell’amore non era più ricambiato. Che il nostro si era forse illuso sino all’ultimo, nonostante i segnali, ma che era finita. Che il sipario era calato. The end. Titoli di coda.

Eppure, rivendicare ancora con forza che quell’amore, nonostante tutto, restava. E, d’altronde, sempre Dante ci “sorregge” in questa iperbole. Dante che nella “Vita Nova”, si accontenta di lodare la sua Beatrice anche quando lei gli toglie il saluto. Perché per riempire un sogno basta anche l’amore puro di una persona che rende quasi divino l’oggetto di quell’amore, lo trasfigura, lo rende angelico. Nel nostro caso una Ferrari, quella attuale, che forse non meritava tale amore.

Sia chiaro, è evidente che Sebastian abbia commesso errori nel suo amore. Ma ci conforta il fatto che non ha mai cercato comode scuse. Ha chiuso dicendo: “Non mi pento di nulla. Tuttavia riconosco di aver fallito. La missione che mi ero prefissato era quella di diventare campione del mondo con la Ferrari e non ci sono riuscito”. Io le ho trovate parole di una semplicità, bellezza e verità sconvolgenti.

In un mondo in cui tutto è sottoposto all’ipocrisia, alle parole finte per avere cuoricini e like, ce lo dovremmo tenere stretto uno come Sebastian. E’ per questo che, forse preso da questo amore a cui non posso essere indifferente immagino, da inguaribile e vecchio romantico, che certi amori facciano giri strani, e magari poi ritornino. Seb si è lasciato da innamorato. E sono convinto che in cuor suo lui covi questa speranza. Forse in altri tempi, con un’altra Rossa. Chissà.  D’altronde, non è forse vero che l’amore “muove il sole e le altre stelle”?

Hamilton. Voto: 5. Mi sfugge il perché della presenza di Hamilton. Se ne poteva stare giustamente e meritatamente seduto davanti alla tv per il meritato riposo del guerriero, tra l’altro dopo essersi preso il Covid. Non era in forma e lui stesso lo ha ammesso. Forse dietro la scelta di essere comunque presente per l’ultima gara dell’anno, c’è il limite caratteriale di un campione straordinario che però ha sempre bisogno di conferme. E molto probabilmente ha ragione il nostro Luca Dal Monte (clicca qui per ascoltare il podcast)…

Mercedes. Voto: 10 e lode. Ah… fossero tutti i Gran Premi come gli ultimi due… scherzo eh. Ma mica tanto…

Terzo posto McLaren. Voto: era ora. Squadra in crescita. E l’anno prossimo avranno Ricciardo con la PU Mercedes

Sebastian POP.  Voto: il ragazzo si impegna ma può migliorare…

Sebastian nella sua ultima gara in Red. Voto: leggere inizio del Pagellone.

Ferrari SF1000. Voto: 000. C’era l’agente 007 con licenza di uccidere, e c’è la Ferrari SF1zerozerozero, con la licenza di uccidere il nostro cuore e la nostra passione. Ma non ci potrà riuscire. Se abbiamo retto con un digiuno di ventuno anni…

Ferrari senza AD. Voto: tempo al tempo. In quel di Maranello qualcosa sta succedendo. Noi di FormulaUnoAnalisiTecnica abbiamo le antenne pronte a captare cosa bolle in pentola..

Mad Max. Voto: finalmente. Per tutta questa stagione ha cercato la vittoria e forse, quando neanche lui se l’aspettava, è arrivata. Finalmente. Ha cercato da solo di contrastare lo strapotere di quelli là. E alla fine, almeno ha portato a casa l’unica pole non targata PU Mercedes di tutto il campionato e una vittoria per sé. Avrebbe meritato il titolo, seppur inutile, di vice campione del mondo. Pazienza.

BorBottas. Voto: Boldi-De Sica. Valtteri deve aver vissuto come una liberazione l’ultima gara. Un po’ come noi ferraristi. Direi che sia per noi che per il buon boscaiolo, sia perfetta la mitica scena di Boldi e De Sica che fanno il gesto dell’ombrello, non so se avete presente…

Albon. Voto: Bo. Indecifrabile. Per ora nell’antinferno. Fra gli ignavi.

P.S.: Salutiamo ora con due righe, ma lo faremo ampiamente in altri modi, @SmilexTech e @GiulyDuchessa, che hanno deciso di avviare un nuovo, stimolante, bello e interessante progetto. Sono e resteranno sempre amici e “colleghi”.

P.S.: per i miei affezionati “25 lettori”. Idea: un pagellone mondiale 2020 per riassumere tutta la stagione. È in preparazione. Se vi piace l’idea fatemi sapere.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

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