McLaren MCL35M: l’importante rivoluzione tecnica andrà a buon fine?
Molti cambiamenti riguardano il team di Woking. Il 15 febbraio infatti, la squadra inglese presenterà la vettura 2021, motorizzata nuovamente da una power unit Mercedes. Come sappiamo, nella storia recente di McLaren, l’unità motrice ha presentato spesso dei problemi. Dopo la prima stagione di generazione ibrida, in cui montavano il propulsore tedesco, la scuderia britannico ha deciso di puntare sulla voglia di riscatto della Honda. Scommessa decisamente persa tenendo presente i risultati, che di fatto li ha portati nel 2019 a cambiare ancora affidandosi al motore Renault.
Sebbene durante la partnership con la casa nipponica le colpe della mancata competitività McLaren siano spesso state ascritte al lavoro svolto da Honda, analizzando il comportamento della vettura inglese nelle zone lente dei tracciati, le teorie britanniche non erano del tutto vere. In piste come Montecarlo, ad esempio, un circuito decisamente meno power-sensitive rispetto al resto del calendario, l’auto di Woking non si è mai adattata. Segno che anche la parte telaistica non abbia fatto certo la differenza
Dalla passata stagione invece, abbiamo assistito ad una McLaren piuttosto competitiva. Le buone prestazioni prodotte sono certamente state influenzate da un pacchetto telaistico rivisitato, capace di garantire una gestione degli pneumatici Pirelli davvero ottima. Interpretando molto bene le mescole 2019-2020, i tecnici britannici hanno concepito una vettura abile nel centrare la finestra in condizioni ambientali differenti, riuscendo così a estrapolare molta performance. Sappiamo bene come i compound influenzino fortemente il rendimento delle vetture, e sebbene piccoli sviluppi possano tramutarsi in passi avanti in pista, tuttavia resta sempre difficile azzeccare la corretta working range della gomma.
Con tali premesse quindi, l’aspettativa per il 2021 è molto alta. In molti sono convinti che McLaren realizzerà un grosso balzo avanti grazie alla prossima fornitura Mercedes. Tuttavia questa affermazione non è assoluta certezza. Molte variabili sono in gioco e molteplici sono i problemi che potrebbero nascondersi dietro l’angolo.
Sebbene la Federazione Internazionale abbia concesso l’utilizzo di 2 gettoni di sviluppo per ogni scuderia, riducendo drasticamente gli interventi possibili sulle monoposto, per il caso McLaren è stato pattuito un accordo per facilitare i tecnici nel lavoro di adattamento al propulsore Mercedes. Il paragrafo 22.08.06 parla chiaro, dando la possibilità di ulteriori modifiche, previo comunicazione con la FIA, in caso di cambio di fornitore o “semplice” cambio di architettura del motore. Il tutto per dare la possibilità al team di integrare al meglio il nuovo componente, pensando che telaio, sistema di raffreddamento e parte dell’elettronica della vettura devono necessariamente essere rivisti. Come si può facilmente intuire, un lavoro del genere non è certo una passeggiata e in qualche modo va a “stravolgere” progetto e approccio al lavoro.
Innanzitutto gli ingombri della Power Unit saranno differenti, ciò significa una conformazione della pance diversa. Questo fatto, evidentemente, implica una revisione del pacchetto aerodinamico in una zona della monoposto abbastanza delicata. Il flusso che scorre su quelle superfici è diretto verso la parte superiore del fondo, area di cruciale importanza per la generazione del carico.
Sotto questo aspetto ad esempio, possiamo ricordare come nella stagione 2018 Force India trascorse diversi Gran Premi a cercare di capire le motivazioni di un importante carenza di prestazione. Dopo parecchi studi, i tecnici di Silverstone scoprirono che parte del flusso diretto sopra le pance si “staccava e riattaccava” continuamente, creando parecchi problemi di bilanciamento. Questo fatto, oltre a non far coincidere i dati tra fabbrica e la pista, portava i piloti a lamentarsi parecchio della grande instabilità di guida sofferta al posteriore. Proprio per questi motivi, spesso può risultare molto più complesso di quanto si pensi sviluppare le superfici delle pance, tenendo ben presente impatto e conseguenze che il loro disegno necessariamente hanno sulla vettura.
Un altro aspetto importante della nuova MCL35M riguarda la riprogettazione del sistema di raffreddamento. Non più basato sulle power unit Renault, dovrà ora seguire la filosofia dettata da Mercedes. Ciò determina ulteriori modifiche che potrebbero avere impatti decisivi sull’aerodinamica. Gli outlet del sistema di raffreddamento sono posti proprio sopra l’inizio del diffusore e la loro larghezza determina in parte il livello di carico del posteriore.
Per fortuna, un fattore avrà senz’altro aiutato la casa inglese in fase di concezione progettuale. A differenza di Racing Point infatti, ormai Aston Martin, McLaren produrrà per conto proprio trasmissione e cambio, aggiungendo pertanto ulteriore lavoro al team di Woking. Tuttavia, oltre alzare l’impegno dei tecnici, questo fattore darà un importante vantaggio a livello di tempistiche, visto che Mercedes tende generalmente a consegnare i disegni di queste parti piuttosto tardi ai team clienti, causando diverse complicazioni. A tal proposito ricordiamo come nel 2018 Force India dovette rivedere completamente, a progettazione già inoltrata, diverse componenti della sospensione. Da questo punto di vista, quindi, McLaren sarà avvantaggiata e potrà tranquillamente portare avanti lo sviluppo della sospensione posteriore senza dover aspettare la casa anglo-tedesca.
Sospensione posteriore che ha subito delle modifiche per cercare di migliorare la trazione della monoposto, con il chiaro obiettivo di “sanare” completamente alcune carenze che tuttavia si palesavano nelle zone miste dei tracciati. In aggiunta, la volontà dei tecnici si è concentrata sull’innalzamento del livello di carico visto che, mediamente, la competitività della MCL35 usciva prepotentemente su tracciati da basso e medio-basso carico come ad esempio l’Austria. Mentre su piste ad alto carico come la Gran Bretagna, la vettura color papaya tendeva a subire un distacco maggiore dai principali avversari quali Racing Point e Renault.
Prendendo in esame alcuni dati telemetrici, ad esempio durante le prove libere 3 di Russia 2020, la vettura britannica si difendeva abbastanza bene nelle curve veloci e medio-veloci del tracciato. Mentre, per quanto riguarda l’ultima parte della pista, quella più lenta, la velocità minima che i piloti portavano in curva era piuttosto bassa.
Nelle qualifiche il distacco si era poi accentuato e sia la Renault di Ricciardo che la Racing Point di Perez si sono piazzate davanti alla prima McLaren, quella di Carlos Sainz. Analizzando invece i tempi dei tre settori, si nota come nel terzo, il più lento, il distacco rifilato allo spagnolo supera i tre decimi, mentre nel primo Sainz perde appena 1 decimo da Hamilton.
In definitiva, non possiamo considerare l’aumento di performance una diretta implicazione del cambio di power unit. Come ha dichiarato recentemente Piers Thynne, direttore di produzione McLaren , per il 2021 il team si è trovato davanti ad una grossa sfida, sottolineando come la squadra abbia progettato una nuova macchina, viste le tante aree di interesse, elencate in precedenza, in cui la monoposto ha dovuto subire diverse modifiche. Sebbene le aspettative per la McLaren MCL35M siano buone, le conferme arriveranno solamente dalla pista…
Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
co autore e foto: Alessandro Arcari – @berrageiz