Stagione 2020. Comprendere la vettura di Milton Keynes durante le prime gare ha creato non pochi mal di testa ai tecnici austriaci. Un posteriore decisamente instabile, ballerino, sommato ad un fastidioso atteggiamento sovrasterzante, rendevano la RB16 difficile da guidare. Accedere alla massima performance, pertanto, non è stato possibile. C’è voluto tutto il talento di Verstappen per sopperire a tali carenze. Al pieno della sua maturità, l’olandese ha limitato il comportamento negativo della monoposto attraverso un lungo lavoro realizzato a stretto contatto di gomito con gli ingegneri. Lo stesso, ahimè, non possiamo dire per Alexander Albon. Il thailandese non si è mai avvicinato alle prestazioni di Max, soffrendo per tutto quanto il campionato.
Stagione 2021. Decisamente un altro inizio. La RB16B ha messo da subito le cose in chiaro. E lo ha fatto, finalmente, con entrambi i piloti. Esaminando i primi on board nella tre giorni di test pre-stagionali, ciò che ha veramente stupito è stata la stabilità al posteriore. Dolci, le parole spese da Verstappen dopo aver portato a spasso il blue racing della sua macchina in Bahrain, hanno svelato due caratteristiche fondamentali per puntare al top: l’ottima competitività e la naturale attitudine del mezzo meccanico nel fornire fiducia al pilota.
Comportamento che non era poi così scontato, visto che, in teoria, le nuove norme per diminuire il carico al posteriore andavano a danneggiare maggiormente le vetture dotate di un rake più spinto.
Partendo da una base comunque solida, i tecnici Red Bull, dopo aver effettuato tutte le analisi del caso, hanno raccolto una miriade di dati senza incorrere in particolari difficoltà. L’obbiettivo di portare avanti il lavoro programmato in vista delle prime gare è stato quindi centrato appieno. Anche in termini di affidabilità, la scuderia austriaca sembra aver realizzato un bel passo in avanti. I capricci della passata stagione, dove la RB16 aveva lasciato appiedati i suoi piloti in più di un’occasione, sembrano lontani. Percorrendo la bellezza di 369km senza particolari grattacapi, i test svolti in Bahrain hanno rivelato una monoposto realmente solida. In grado di impressionare positivamente in tutte le sessioni.
Analisi Red Bull: Aerodinamica e token
Il lavoro più grande sulla vettura austriaca è stato realizzato senza dubbio al posteriore, dove peraltro sono stati spesi i due gettoni concessi dalla federazione internazionale. Seguendo il cammino intrapreso da Mercedes durante la passata stagione, è stata concepita una diversa distribuzione del sistema sospensivo posteriore cambiando i cinematismi, con il pull rod che adesso passa sopra il braccetto della sospensione inferiore.
Risolvendo alcuni problemi legati alle temperature di esercizio con un nuovo packaging del sistema di raffreddamento, la massimizzazione effettuata, sommata a un utilizzo più spinto della parte ibrida, offrirà un salto prestazionale importante. In aggiunta, la forma delle pance più spiovente con una discesa molto accentuata e compatta, migliora la pulizia dei flussi diretti al posteriore. L’obbiettivo, anche considerando le norme 2021 sul fondo scalinato, era sempre lo stesso: generare un carico aerodinamico superiore. Dati alla mano, dopo la tre giorni di test a Sakhir, le conferme in tal senso sono arrivate.
Analisi Red Bull: power unit
Gli equilibri di una monoposto di F1 sono da sempre fondamentali per ottenere un “prodotto” competitivo. Lavorare all’unisono sulle diverse aree che compongono una vettura può determinare la bontà di un progetto. A differenza della sfortunata parentesi con McLaren, i tecnici giapponesi hanno trovato in Red Bull un partner ideale. Una simbiosi che promette scintille nel 2021. Il propulsore è stato miniaturizzato grazie agli interventi realizzati sulla testata.
Inoltre, l’albero a camme decisamente più piccolo, è stato abbassato per accorciare la distanza tra i cilindri e cambiare l’angolo delle valvole. Lo scopo era quello di cambiare la forma della camera di combustione, riducendo quindi le dimensioni complessive del propulsore e abbassarne al contempo il baricentro.
Turbina e compressore sono stati modificati per cerare di potenziare anche il funzionamento dell’MGU-H, sistema che converte il calore dei gas di scarico in energia elettrica. Per di più, volendo aumentare l’affidabilità del motore a combustione interna, Honda ha iniziato a utilizzare la placcatura sul blocco cilindri.
Resta da capire come questa filosofia “size zero”, provata negli anni di McLaren, poi abbandonata e riproposta dopo anni di studio, possa fare la differenza. Sarà sufficiente per sfidare e battere la power unit Mercedes (clicca qui per leggere l’analisi sulla W12), vero punto di riferimento nell’era ibrida? Beh… all’interno del team Red Bull c’è molta fiducia in tal senso. Per quello che abbiamo potuto osservare attraverso gli on board, nei test di Sakhir sono state provate diverse mappature, mettendo in pratica alcuni “esperimenti” sulla gestione della parte ibrida nell’arco della simulazione di gara. Attendiamo il primo fine settimana per saperne di più.
Analisi Red Bull: conclusioni
Max e Checo. Finalmente sono due gli alfieri del team austriaco. Molto probabilmente, la scelta di mettere sotto contratto il messicano non è stata presa a cuor leggero. In quanto farlo era un po’ come dire: “d’accordo… il nostro programma giovani piloti non funziona poi così bene.” Ma chi se ne frega aggiungo io. Quello che conta è il risultato finale, e non come ci si arriva. Sotto questo aspetto infatti, l’approdo a Milton Keynes di un pilota rapido ed esperto nella gestione gara come Perez non può far altro che spingere la scuderia ancora più in alto.
D’altronde un attacco a due punte azzera un forte limite vissuto nelle ultime stagioni. Se combattere a tu per tu contro la scuderia di Brackley risulta di per se parecchio complicato infatti, figuriamoci presentarsi alla battaglia in minoranza. Al riguardo, almeno numericamente, questa differenza non dovrebbe più esserci. Red Bull ha davanti a sé una grande opportunità. Tenendo anche presente gli update previsti per il fine settimana, l’occasione per avvicinare e colpire una Mercedes non ancora al top è concreta. I tempi sono oramai maturi, sapranno sfruttare l’occasione?
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
co autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich