giovedì, Novembre 14, 2024

Aston Martin AMR21: analisi di un top team?

Aston Martin AMR21: analisi di un top team?


Force India, Racing Point e poi Aston Martin. La squadra con sede a Silverstone si prepara a affrontare una nuova era della sua storia. Da quest’anno il team andrà a fondersi con il celebre marchio inglese. Inutile dire quanto le aspettative al riguardo siano molto alte. Fin dal lontano 2008, quando Force India fece il suo debutto in Formula 1, i risultati sono stati sempre positivi. Malgrado il budget limitato, la scuderia di proprietà indiana si è confermata molto unita. Ha raggiunto diversi podi, arrivando decisamente più in alto di quanto ci si potesse aspettare. Nelle ultime stagioni, grazie alla partnership instaurata con la Mercedes, l’asticella ha continuato ad alzarsi. Oltre la power unit, le vetture hanno montato cambio e sospensioni posteriore del team tedesco, utilizzando per gli studi aerodinamici la galleria del vento del team di Brackley.

Ciò malgrado, per la stagione 2020 il reparto tecnico ha deciso di provare un’altra strada. Con i regolamenti correnti, la vettura era arrivata a un “punto morto”, dal quale non riuscivano più a incrementare la performance in modo significativo. Avendo a disposizione la sospensione della Mercedes, disegnata per una vettura con un minore angolo di rake, il reparto diretto da Andy Green ha pertanto deciso di seguire la stessa filosofia delle Frecce d’Argento. Il risultato è stato quello di una monoposto parecchio simile alla W10. Questo fatto ha creato scalpore all’interno del paddock, portando a un cambiamento regolamentare su alcuni punti per la stagione successiva. Nonostante le penalizzazioni, la RP20 ha conquistato una pole position, quattro podi e una vittoria. Quel che si intuisce chiaramente è la grande capacità del scuderia nel prendere le giuste decisioni e cogliere ogni occasione. 

Spostandoci sulla valutazione delle prestazioni in pista dell’ultima vettura rosa, analizziamone punti forti e deboli. Durante la parte iniziale della stagione, abbiamo visto una Racing Point che ha faticato parecchio a trovare la competitività. Un punto di svolta, come ha dichiarato il direttore tecnico, è arrivato proprio quando Nico Hulkenberg è salito a bordo vettura. Il tedesco, durante il week end di Silverstone, ha saputo dare ottime indicazioni sullo sviluppo. La squadra si è così concentrata mettendo in moto alcune modifiche aerodinamiche. L’importante pacchetto scaturito da questi studi ha compreso una nuova alla anteriore, un nuovo fondo, delle nuove pance e una nuova versione di end-plate all’ala posteriore. 

Aston Martin AMR21
Sergio Perez a bordo della sua Racing Point

Altri aggiornamenti hanno riguardato i componenti interni della sospensione posteriore, in grado di conferire più flessibilità per quanto concerne il setup della vettura. Nonostante tutto però, trovare il setting corretto di tale componente ha richiesto del tempo. Questi aggiornamenti hanno portato carico verticale sull’asse posteriore, permettendo di far lavorare al meglio la sospensione e guadagnare in trazione. Gli effetti di queste modifiche, portate in pista tra il Mugello e la Russia, si sono chiaramente notati con la pole di Istanbul e la vittoria a Sakhir. Prima degli aggiornamenti invece, solo qualche piccolo acuto come quello dell’Ungheria, con le vetture capaci di conquistare terza e quarta posizione in qualifica. 

Per quanto riguarda l’uso delle gomme Pirelli, le vetture di Silverstone si sono rivelate “gentili” con gli pneumatici 2020. Ciò è stato ottenuto anche grazie al fatto che la vettura ha mantenuto la propria sospensione anteriore. Senza spostarsi verso la filosofia della W10, cosa che avrebbero potuto fare, visto che la RP20 era dotata dello stesso attacco al portamozzo di Mercedes. La sospensione anteriore, infatti, è il frutto di uno sviluppo portato avanti ormai da qualche anno e i componenti interni sono del tutto diversi da quelli visti sulla vettura tedesca della passata stagione. 

Potendo contare sui cavalli della power unit Mercedes, Racing Point ha sempre potuto “giocare” con l’assetto della vettura, proponendo pacchetti più carichi rispetto alla concorrenza. Sappiamo quanto negli ultimi anni abbia fatto la differenza avere molta potenza a disposizione. Basti pensare a Ferrari e Red Bull che, per tutto la stagione passata, sono stati costretti a cercare un setup di compromesso tra carico verticale e velocità di punta. La RP20 ha quindi avuto un grosso vantaggio da questo punto di vista, dimostrandosi una vettura dotata di molta efficienza, come abbiamo visto sulla W11

Aston Martin AMR21

Per quanto riguarda il confronto con i diretti avversari Renault e McLaren, diamo un’occhiata ai dati telemetrici del fine settimana di Monza. La vettura di Silverstone, come già accennato, ha potuto contare sui cavalli di Mercedes. Questo vantaggio è “nascosto” in questa telemetria, perché ogni squadra ha cercato di scaricare le vetture mettendosi in linea con le top speed degli altri team. Tuttavia, si può apprezzare la bontà della power unit tedesca in curva 6 e 7, dove le Racing Point in pochi metri riescono a raggiungere velocità ben più elevate rispetto ai diretti competitors. In curva, la RP20  risulta un po’ “pigra” nelle chicane, segno che nei cambi di direzione la vettura non era molto reattiva. 

Spostandoci sull’analisi del distacco rispetto ai top team, analizzando la telemetria della Q3 durante il fine settimana del Bahrain, salta subito all’occhio una differenza netta nei confronti della RB16 e della W11. Seppur i dati telemetrici mostrino buone velocità alla fine dei rettilinei, simili e in certi casi addirittura migliori di quelli Mercedes, la RP20 risulta inferiore per quanto riguarda il grip generato in curva. Se in certe fasi la Red Bull riusciva a “ricalcare” le velocità fatte segnare dal team di Brackley in curva, la Racing Point non è stata in grado di avvicinarsi a tali prestazioni. Per questa ragione, se la Aston Martin vorrà effettivamente competere con i top team, dovrà necessariamente realizzare un ulteriore salto di qualità sotto questo punto di vista.


Aston Martin AMR21: lotta al vertice

Non avendo la possibilità di sviluppare a piacere la vettura, visto le restrizioni imposte dal regolamento 2021, realizzare cambi significativi non era affatto facile. Tuttavia, mantenendo la filosofia a basso rake, i tecnici del rinnovato team inglese hanno dotato la AMR21 di un nuovo telaio, lavorando peraltro ad un grande update sul pacchetto della vettura. I due gettoni a disposizione sono stati utilizzati per intervenire sulla cellula di sopravvivenza. L’intenzione era quella di modificare la zona centrale della vettura, per introdurre la soluzione scuola Ferrari (SF70H) abbassando sensibilmente il cono antintrusione superiore.

Con l’ingresso di raffreddamento dei radiatori posizionato in alto, lo scopo è quello di esaltare il sotto squadro inferiore, fondamentale per generare un effetto di downwash utile a migliorare le prestazioni della vettura al posteriore. Cambio e sospensione posteriore saranno quelli della Mercedes W11. Queste componenti saranno in grado di garantire potenza ed efficienza aerodinamica al posteriore, grazie all’interessante soluzione (clicca qui per saperne di più) introdotta al sistema sospensivo dal team di Brackley durante la passata stagione.

Aston Martin AMR21

Aston Martin ha le idee molto chiare. Su dove andare e quale percorso intraprendere. Durante il 2021 sarà inaugurata la nuova factory che sorgerà sempre nella località di Silverstone. Il personale a disposizione sarà decisamente maggiore, per garantire un livello di eccellenza ottimale. Inoltre, l’ingaggio dell’ex ferrarista e quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, porta tanta esperienza sommato a un know how fondamentale per crescere sotto il profilo squisitamente tecnico.

Sono davvero molti gli investimenti che la rinnovata squadra britannica ha fatto e farà. Il tutto finalizzato verso un obiettivo chiaro, diafano: attestarsi stabilmente nella parte alta della classifica. Intraprendere un percorso di crescita che possa portare grandi risultati. E l’auspicio, perché no, è quello di vedere una scuderia in grado di lottare per le posizioni di vertice già nella stagione 2021. L’entusiasmo non manca, i mezzi nemmeno…


Autore:  Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich

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