Aston Martin AMR21: update al fondo scalinato
Aston Martin. Due parole che racchiudono un progetto molto più grande di quello che sembra. La storica casa britannica ha le idee molto chiare, e lo sto dimostrando direttamente in pista. La AMR21, sebbene abbia sofferto un piccolo problema con Sebastian Vettel, costretto a farsi “raccattare” dai propri meccanici alla fine della pit lane, ha dimostrato solidità. Nelle 51 tornate percorse dal quattro volte campione del mondo, la vettura è parsa ben bilanciata. Malgrado siano passati solamente pochi giorni dalla presentazione della prima monoposto verde, alcune novità sui sono viste nella zona più chiacchierata del 2021.
In scia alle soluzioni recentemente esaminate sulla Mercedes (clicca qui per saperne di più), dobbiamo immediatamente rilevare un paio di cambi. Gli aerodinamici della scuderia britannica propongono, nella parte iniziale del fondo, una soluzione molto simile a quella adottata sulla W12. Durante la pausa invernale, i tecnici di Brackley non sono certo stati gli unici a studiare a fondo questa parte della vettura “colpita” dalle norme regolamentari 2021. Il tutto per cercare di recuperare alcuni chili di carico verticale aumentando la prestazione dell’auto. Le due frecce arancioni indicano l’andamento ondulatorio del fondo scalinato proposto sulla AMR21. A differenza di Mercedes, la quale dispone di ben quattro “onde” in quella porzione della monoposto, sull’Aston Martin ne sono presenti solamente due, una in più rispetto alla versione vista durante la presentazione.
L’altra discrepanza nei confronti della W12 riguarda il profilo alare che corre orizzontalmente appena sopra, con un’andatura ondeggiate seguendo quindi la curvatura naturale del fondo scalinato. Il motivo di queste soluzioni è oramai ben conosciuto: questi elementi cercano di sigillare il fondo dall’entrata di flussi laterali più lenti, che rovinerebbero il “lavoro” aerodinamico del componente. Appena dietro compaiono 3 vortex generator (frecce arancioni), mentre passano da 3 a 5 (frecce bianche) i generatori verticali posti a metà del fondo in concomitanza dell’appendice svergolata verso l’esterno. Il compito di questi elementi è quello di energizzare il cosiddetto effetto outwash, allontanando così le turbolenze derivanti dal rotolamento dello pneumatico anteriore. La configurazione posteriore davanti e all’interno dello pneumatico (quadrato arnione ) resta la medesima.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz e Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich