giovedì, Novembre 21, 2024

Essere Ferrari: finalmente due piloti…

Essere Ferrari: finalmente due piloti…


Ferrari sceglie, vaglia, comprende, talora disattendendo le aspettative. Alle volte sorprende con scelte coraggiose e audaci. Ci ha abituati a clamorosi ingaggi, a fortunosi ripescaggi, a rumorosi abbandoni. Tutto e sempre strizzando l’occhio all’opportunità, enfatizzando ogni mossa. Il cuore rosso che incanta noi tutti raramente ha scelto con impeto, prediligendo spesso la ragione. Piloti come risorsa o come mezzo, da ottimizzare o da gestire, da esaltare o da spremere, da idolatrare o da condannare.

Nulla di sbagliato in tutto questo, intendiamoci. Anche Mercedes ha le sue politiche e preferisce il quieto vivere all’esperimento: conferma Bottas e confina Russell. Perché è più sicuro ed è garanzia di successo. Ferrari tendenzialmente non gioca d’attacco, predilige la gerarchia. Ama chi comanda, è gentile con chi accondiscende, con qualche riconoscimento desolato, che sa di carezza sbiadita, l’eterno zucchero da contentino. Lo abbiamo visto in tutte le salse, specie nel recente passato. Barrichello e Massa ad esempio, i due brasiliani incompiuti, non per demeriti, più verosimilmente per circostanze. Ma l’elenco sarebbe lungo e tutto sommato poco necessario.

Due piloti dicevamo. Due ragazzi che dietro alla visiera hanno occhi e intenti. Determinazione e consapevolezza di un’opportunità unica, poiché la Rossa, anche quando incespica, in fatto di prestigio le batte tutte. Ecco perché Charles (leggi l’analisi on board del monegasco) continua a crederci, nonostante il periodo di affanno. Ecco perché Carlos (leggi l’analisi on board dello spagnolo) l’ha desiderata senza tentennamenti, pure come si mostra ora, consapevole che potrà crescere e offrirgli gloria. Ferrari è come una donna incredibilmente seducente, una dea al cui cospetto l’uomo scompare. Lo rende nudo e vulnerabile, ne fa emergere debolezze e sogni. E nessuno, neppure il più razionale dei piloti, è esente da questa malia. Vedasi Alonso e Schumacher, nonostante il loro pragmatismo. Si pensi a Vettel e a Villeneuve con la loro passione viscerale.

Essere Ferrari
Scuderia Ferrari: Charles Leclerc

Oggi è il tempo di Leclerc e di Sainz. Giovani e intraprendenti, contendenti mai appagati, da poco compagni. Entrambi affascinati dalla suggestione, entrambi determinati a mostrarsi vincenti. Una coppia d’oro che non delude le attese, anzi le rinforza, pur nei limiti di questa monoposto che migliora un poco e abbastanza bene, ma non quanto serve e non quanto dovrebbe. Ferrari questo può, imbavagliata dai regolamenti. Ma i piloti offrono tanto, nonostante i limiti. Il Bahrain lo ha messo in luce, lo ha scritto nel buio: ci sono due stelle nel firmamento del Cavallino. E noi non possiamo che ringraziarli per questa fantasia frizzante, per la loro determinazione costante.

Anche Binotto si compiace dei suoi ragazzi, che rappresentano il bicchiere mezzo pieno, a dispetto del bottino che resta assai magro. Giusto lodarli per un debutto maiuscolo, per la loro intelligente intraprendenza, già settata sull’occasione da cogliere al volo, perché di volare davvero ancora non se ne parla. Però rimane una macchia nera come l’inchiostro, che fissa le parole del team principal sul quaderno della memoria, manco fosse un foglio di carta assorbente. “Finalmente possiamo contare su entrambi i piloti” è una frase pesante, opprimente, ingiusta. Manca di rispetto a chi s’e n’è andato, ma anche a chi c’è sempre stato. Non ha tempismo e se vogliamo è prematura, vista l’alba incerta del mondiale, date le forze in campo ancora da calibrare.

Essere Ferrari
Mattia Binotto, team principal Ferrari

Rimane nell’aria qualcosa di amaro, un fil di fumo che accentua l’abbandono e richiama un’acredine ingiustificata e ingiustificabile nell’oggi. Anche qualora il partente rappresentasse il nemico, sottolinearne la défaillance è a tutti gli effetti una caduta di stile. Perché la Ferrari ha da sempre due piloti e da sempre può contare su entrambi, al netto di errori o incomprensioni, che lasciano il tempo che trovano.

Personalmente preferisco concentrarmi sul bello, sull’emozione e sul duello. Charles e Carlos sono una coppia da urlo, da promuovere e da supportare senza rimpianti. Guardo al futuro con ottimismo, senza rinnegare il passato e chi ha dato. Come si dice nei proverbi, errare è umano, anche per il migliore dei team principal. Ma perseverare non è da #EssereFerrari.


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: Scuderia Ferrari

Veronica Vesco
Veronica Vesco
Il candore di un foglio bianco che m'invita alla scrittura. Il fragore di una monoposto rossa che accende la mia natura. Due colori tratteggiano il mio profilo fin dall'infanzia. Due colori capaci di accompagnarmi nel tempo, assumendo molteplici tonalità, sfumate dagli eventi della vita. Da una penna a una tastiera. Da un'auto a pedali agli autodromi. Da una laurea in Lettere al primo libro. Sempre nel segno di una Ferrari. Sempre con il sogno di cavalcare le mie passioni.

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