Aston Martin: i problemi di Sebastian…
Vettel giovane lo è sempre stato. Precocissimo nella vittoria, nel titolo, nelle attese. Un fulmine a ciel sereno fin dall’apparizione, capello biondissimo e viso d’angelo, sulla BMW bianca e blu ereditata dallo sfortunato Kubica. Racconti che parlano di un’altra epoca, di un altro mondo possibile, di una strada presto abbandonata. Il trionfale capolavoro di Monza sotto alla pioggia, un 2009 all’attacco, al volante di una Red Bull già in grado di spaventare, il quartetto iridato negli anni a venire: numeri sbalorditivi per l’eterno ragazzo di Heppenheim. Poi il meccanismo perfetto s’inceppa, la fortuna lo abbandona, la sorte lo tradisce. E la Ferrari, madre e matrigna, offre sei anni in chiaro scuro, stagioni in cui compaiono i primi timidi solchi sulla pelle, in cui si palesano i primi malumori.
Segue l’addio, triste e complicato, avvelenato da circostanze poco chiare, a tratti grottesche, a tratti meschine. Ma Sebastian non molla e corre a braccia aperte verso una nuova fase della sua vita, rigenerato e motivato, ansioso di voltare pagina. Aston Martin è la verde speranza di un finale di carriera in crescendo, la fulgida certezza rappresentata da un gruppo vincente e ambizioso, lo sfolgorante sodalizio con Mercedes. Prospettive nobili per inaugurare un racconto degno di una favola, per poter tornare ad essere principe, lontano dall’esilio dei bassifondi. L’anno orribile dell’ultima Ferrari non propizia solo voglia di riscatto, piuttosto la necessità di trovare un terreno adatto entro il quale farsi valere.
Invece il nuovo capitolo si apre un po’ come si era chiuso il precedente, funestato da sfortuna e guasti che costringono Vettel ad andare ancora in salita. Non che a Sebastian servisse scalare la classifica fittizia dei tempi, ma di certo il tedesco aveva la necessità di familiarizzare con la vettura. Invece, tra i singhiozzi del venerdì, il guasto al cambio di sabato e il problema al motore di domenica, il programma è stato fortemente compromesso. Così il quattro volte campione del mondo ha chiuso la tre giorni bahrenita con soli 116 giri all’attivo, circa la metà rispetto alla tabella di marcia ipotizzata.
Vettel si dimostra realista come d’abitudine: “Nonostante il motore sia Mercedes e allo stesso modo il cambio, si tratta comunque di componenti installati sulla nostra macchina. Ci sono molti di questi componenti che si mescolano a un certo punto. Se devo essere sincero, in questo momento non saprei individuare la fonte del problema, dobbiamo andare a fondo. Non importa da quale parte sarà: deve essere risolto e affrontato. Noi ovviamente lavoriamo insieme, perché qualunque cosa sia acquisita dall’esterno deve poi essere messa nella vettura e nelle giuste condizioni per farla funzionare“.
Ecco la nota dolente, quasi beffarda, che trasforma un canto augurale in una triste litania del già visto. Avremmo voluto vedere Sebastian alla riscossa, intento a inanellare una grande quantità di giri veloci, senza intoppi e difficoltà del caso. Invece, quella che doveva essere la sua arma invincibile, la sua Durlindana, sembra essersi trasformata di colpo in un Tallone d’Achille. Quella ‘Mercedes‘ così imbattibile, osservata con curiosità e cupidigia, d’un tratto sferra il colpo da ko, lasciando Vettel smarrito e perplesso. Esattamente come lo siamo un po’ come tutti noi che da Aston Martin ci aspettavamo un passo diverso.
In proposito si è espresso Ralf Schumacher, sostenendo che l’esigua quantità di chilometri percorsa nei test, potrebbe risultare penalizzante per la scuderia e per Sebastian. “Vettel è arrivato in Aston Martin con un importante bagaglio di ottimismo e di speranze. Conosciamo la sua estrema sensibilità, sia nei confronti della squadra che della macchina. Certamente questo inizio in Bahrain non è stato quello che sperava. Seb si troverà a guidare una vettura totalmente nuova su cui non è riuscito a testare quanto voleva. Ad esempio so che ha già chiesto alcune modifiche allo sterzo. Sarà interessante vedere come riuscirà ad adattarsi nel corso dei primi appuntamenti.”
In altre parole Vettel non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale e nemmeno lavorare al processo di adattamento alla vettura. Elementi cruciali, specie vista la penuria di tempo a disposizione. Nonostante l’entusiasmo di Otmar Snzafnauer, che parla di un Sebastian “dettagliato e preciso nei feedback” ed elogia la sua etica di lavoro, molto rimane ancora da fare. Non si tratta di un’impresa titanica, più verosimilmente di correzioni e di svezzamento. Resta però il fatto che la stagione del tedesco si aprirà con qualche interrogativo di troppo. Mentre Vettel ha solo voglia di punti esclamativi, energici e irriverenti come il suo dito indice alzato in segno di vittoria.
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Aston Martin Cognizant F1 Team, Red Bull