Intervista FUnoAT a Mario Isola
Come si sono comportate le mescole anteriori durante i test?
Quest’anno i test pre-season sono stati influenzati dalle condizioni in cui si sono svolti. In particolare nella prima giornata abbiamo avuto vento piuttosto sostenuto, che ha disturbato l’aerodinamica, e molta sabbia si è depositata sulla pista riducendone il livello di grip. In aggiunta le temperature particolarmente elevate, unitamente ai due effetti precedentemente descritti, hanno favorito il surriscaldamento superficiale ed incrementato il degrado dei pneumatici. Fatta questa doverosa premessa, possiamo dire di essere soddisfatti del comportamento dei pneumatici. E’ bene ricordare che le mescole sono rimaste assolutamente le stesse dello scorso anno, a cambiare è stata la costruzione dei pneumatici e i profili degli anteriori. Nei test le mescole più utilizzate sono state la C2, C3 e C4 che saranno anche quelle a disposizione dei team per la gara ed è quindi naturale che siano state quelle messe maggiormente alla prova. Tutte le mescole si sono comportate bene, non sono emersi problemi né si sono riscontrati segni di graining ma solo di leggera abrasione sulle mescole più morbide, il livello di grip è stato valutato abbastanza in linea con quello dell’anno precedente nonostante la riduzione di carico aerodinamico per le modifiche apportate dal regolamento tecnico.
Ci saranno più problemi rispetto alla passata stagione per portare in temperatura le anteriori?
Non ci aspettiamo differenze rispetto al 2020 ne particolari problemi di warm up. Nei test, con alcune mescole come la C2, alcuni team hanno faticato un po’ a portare la mescola in temperatura con le temperature più basse.
Pensi che la perdita di carico al posteriore, sebbene più ridotta rispetto a quella stimata, potrebbe causare in determinati scenari un eccessivo scivolamento con insorgenza di blistering?
La perdita di carico al posteriore, sebbene già parzialmente recuperata, potrà portare a surriscaldamento superficiale e perdita di grip ma tendenzialmente non all’insorgenza di blister. Le squadre lavoreranno comunque sul bilancio delle vetture per proteggere i pneumatici posteriori soprattutto su quelle piste dove è richiesta molta trazione.
Cosa avete imparato analizzando gli pneumatici dopo i test?
Abbiamo sicuramente raccolto un buon numero di informazioni che ci sono utili per comprendere meglio il comportamento delle nuove costruzioni introdotte quest’anno. Nel 2020 le possibilità di effettuare test di sviluppo sono state ridotte all’osso. Di fatto abbiamo avuto la possibilità di provare solo per un periodo di tempo estremamente limitato, circa mezz’ora, e all’interno delle prove libere in corso di svolgimento prima del GP, solo una sessione in Portogallo, in Bahrain e ad Abu Dhabi prima di questi test di inizio stagione, quindi tutti i feedack che riusciamo a raccogliere sono preziosi e ci permettono di valutare il funzionamento del prodotto.
Tenendo presente l’asfalto molto abrasivo del Bahrain, un layout rear limited, le tante zone di trazione e le alte temperature nelle ore più calde, i team avranno raccolto dati sufficienti per gestire al meglio gli pneumatici?
Come dicevo i tre giorni di test in Bahrain sono stati influenzati non poco dalle condizioni meteo però, proprio perché questo circuito ospiterà anche la prima gara di campionato, per i team ha rappresentato sicuramente un vantaggio poter testare i pneumatici su questo circuito due settimane prima della gara. Senza dimenticare che hanno corso sullo stesso tracciato meno di 4 mesi fa quindi, almeno a questa gara di apertura di stagione, arriveranno sicuramente con un buon bagaglio di dati utili.
Pirelli ha dichiarato che è già stato recuperato il 6% della perdita di carico, approssimativamente nove decimi in termini cronometrici. Mancano ancora 6 decimi per allinearsi ai crono della scorsa stagione. Credi che le vetture riusciranno a chiudere questo gap? Se si in quanto tempo?
Credo che questo gap verrà chiuso gradualmente durante l’anno e, probabilmente, a fine 2021 avremo vetture più veloci di quelle del 2020. I primi dati sono molto incoraggianti, forse più di quello che ci saremmo aspettati. Durante i test pre stagionali, i tempi sul giro, oltre che dalle condizioni climatiche, sono stati influenzati dai diversi carichi di benzina utilizzati, che hanno reso difficile fare un paragone diretto con i tempi visti nelle prove libere o in gara lo scorso dicembre.
Come sono andati i feedback di Piloti e scuderie?
Piloti e scuderie ci lasciano sempre dei feedback utilissimi e che vengono incrociati con i dati di telemetria che riceviamo per poter meglio interpretare il comportamento dei pneumatici in pista. In generale, raccogliamo sempre i feedback di piloti e team anche durante le gare perché tutte le informazioni per noi sono importanti e ci permettono di comprendere e migliorare il nostro prodotto di anno in anno. Nel caso dei test in Bahrain abbiamo assistito ad una situazione nuova, con i team che hanno dovuto portare avanti programmi diversi nell’unica sessione di test a loro disposizione, mentre in passato la seconda sessione era particolarmente dedicata ai pneumatici, rendendo l’interpretazione di alcuni dati un po’ più difficoltosa.
Come cambierebbe la gestione gomme in un ipotetico scenario di una sprint race?
Sul tema delle Sprint Race non sono ancora stati definiti tutti i dettagli anche se abbiamo una buona base su cui stiamo lavorando e che verrà finalizzata presto con FIA, FOM e i team. Ad ogni modo, qualora si dovessero svolgere, per Pirelli non rappresenterebbero alcuna criticità, e sarà probabilmente necessario rivedere la suddivisione tra hard, medie e soft.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz