“Rosso relativo”
Il richiamo alle origini è cosa buona e giusta. Ma il problema è se il richiamo è “filologicamente” corretto o meno. E mi sa che in Ferrari è la seconda volta che cascano sulla questione del “rosso”. Così come era accaduto con la livrea celebrativa del Mugello.
Ne aveva parlato a suo tempo Luca Dal Monte, una delle massime autorità, se permettete l’iperbole (meritatissima), sulla storia della gloriosa casa di Maranello.
La prima Ferrari mai costruita, la 815 Avio Costruzioni, anno del Signore 1940, non era “formalmente” una Ferrari per l’esclusiva che legava Enzo all’Alfa Romeo (di cui la “Scuderia Ferrari” era sostanzialmente la squadra corse); per cui Ferrari non poteva costruire una Ferrari che si chiamasse Ferrari. Ma poiché voleva comunque diventare costruttore, nacque (su base Fiat) la 815 Avio Costruzioni. Questa autovettura era effettivamente di un rosso molto scuro, un rosso amaranto, appunto.
Ci fu la guerra di mezzo e alla ripresa delle attività sportive, compreso il motorsport, la 815 fu sostituita dalla prima monoposto marchiata effettivamente Ferrari, la 125-S. Anno del Signore 1947.
Ebbene, da quel che abbiamo potuto leggere e vedere, controllando e verificando, la 125-S era già del “tipico” rosso Ferrari (da alcuni chiamato anche Rosso Fiat), che ha tonalità decisamente molto più chiare.
Ora, se ci si richiama alla 815 Avio, allora l’amaranto va bene, se ci si richiama alla 125 S, le cose sono assai più complicate.
Tuttavia dai vertici della Ferrari ci hanno detto, sia al Mugello che alla presentazione della SF21, che l’amaranto (sulla monoposto presente come sfumatura sul retrotreno) erano un richiamo al passato, in particolare alla prima monoposto impegnata nelle corse: la 125-S del 1947.
E dunque qualcosa non quadra. E non si tratta di cercare il pelo nell’uovo, perché se ci si richiama al passato non si possono dare informazioni poco precise, sopratutto se sei la Ferrari…
Il rosso amaranto si avvicina più al Rosso Montebello, che era il rosso che distingueva le Lancia. Ma il rosso più scuro in assoluto, e che a mio parere somiglia tantissimo a quello della SF1000 del gran premio celebrativo al Mugello, era quello della Maserati. Se vi chiedete perché le auto italiane erano tutte rosse, la spiegazione è semplice. Ciò era legato alla nazionalità cui apparteneva la scuderia. Colori codificati giusto un secolo fa dalla FIA. Per l’Italia il rosso (e quindi le case italiane impegnate nelle gare sceglievano differenti tonalità per distinguersi), per la Francia il blu, per l’Inghilterra il verde (come è la Aston Martin) e così via…
Autore: Mariano Froldi – @marianofroldi