Stessa storia, stesso posto, stesso Bahrain
Si parte dal Bahrain per raccontare la storia di un nuovo anno. Una stagione frizzante sulla carta ed esplosiva in pista, con premesse scoppiettanti e ritorni rassicuranti. Invece il cielo stellato di Sakhir rimette a posto le cose e ci riporta indietro di quattro mesi esatti, cambiando la forma, ma non la sostanza. Mentre i nostri orologi impazienti scalpitano per l’arrivo della primavera, balzando avanti di un’ora, a Manama il verdetto al vertice rimane il medesimo di quel 29 novembre 2020. Hamilton-Verstappen, due rintocchi cadenzati, due campane opposte e simili a ripetere la stessa sequenza.
Ma allora che cosa dice questo Bahrain di marzo, tutto condito di aspettative, per alcuni naufragate in un triste rimpianto? Esprime i valori in campo, spesso in via di definizione, per molti ma non per tutti, perché ancora una volta le certezze là davanti appaiono granitiche. Parla di gente che non molla, ma resta nella mischia, dei soliti noti che replicano il copione già visto, pur arricchendolo con improvvisate variazioni sul tema. Parla di chi lotta con il coltello tra i denti e di quel coraggio indomito che diventa troppo presto un arma a doppio taglio, in grado di lacerare i sogni di gloria sul più bello.
Una sensazione persistente di amaro in bocca, accentuata da quello schiaffo in pieno volto che è la resa incondizionata. Abbandonare il campo di battaglia sarà anche cosa lecita, ma fa male al cuore. E non è certo una questione di track-limits, storiella dibattuta fino alla nausea in svariate sedi. E nemmeno colpa di Mercedes, che in Bahrain fa tutto maledettamente bene come d’abitudine, poiché non parte da favorita, ma lo diventa grazie alla perfezione di strategia e pilota. Un concerto sublime che riporta Hamilton e la sua vettura all’unisono. Viene solo da togliersi il cappello, da ammirare queste forze della natura. Nulla può Verstappen, lasciato solo a combattere, senza il tempismo della strategia e con lo spettro di nefasti presagi a rovinare la rimonta.
Ma Max è un leone, non smette di tentare, per nulla intimorito da chi gli sta davanti. Sir Sette Mondiali non è uno che molla facilmente, tantomeno uno che sbaglia. Il cuore palpita e sobbalza al ritmo del DRS. E poco importa che il marchingegno tolga un po’di naturalezza, noi in quel sorpasso ci crediamo e ci crede anche l’olandese. Lo compie, come e dove può, come e quando si deve fare, in un universo parallelo. Non qui purtroppo, ove le regole sono confuse e a volte aleatorie. Quindi ecco concretizzarsi il ‘gran rifiuto’, operato a causa della ‘viltade’ di un muretto pavido e intimorito, per mezzo del piede di Max, che si alza troppo e non consente più di ritrovare l’attimo buono. Hamilton vince ancora in Bahrain e la Red Bull dalle ali tarpate si accontenta di essere un’altra volta la numero due.
Questa mattina mi sono svegliata e ho avuto la percezione che qualcosa fosse cambiato. Una voce sommessa ma decisa chiedeva di raccontare un’altra storia. Ancora un po’ intorpidita e un po’ incredula mi metto alla ricerca di qualche notizia. Non mi ci vuole molto tempo per leggere ovunque che Verstappen ha vinto il Gran Premio del Bahrain. Non c’è stata nessuna protesta, nessuna manovra sub judice, e nemmeno un consiglio assennato. I fatti si sono svolti così come li abbiamo visti, senza la correzione di quella matita rossa a evidenziare la svista. Max ha vinto sul campo, senza giri di parole, prestiti e restituzioni. La sua vittoria non è il libro di una biblioteca, resterà per sempre nella sua collezione.
Eccolo l’altro mondo, quello in cui vorremmo vivere, quello che proverò a raccontare, tra fantasia e realtà, dopo ogni domenica di Formula Uno. Sarà vero, perché la ricchezza di fatti, episodi e suggestioni fornisce gli spunti ideali per narrare una storia. Sarà immaginario, perché ogni tanto la mente sente il bisogno di fare una piccola divagazione. Un’occasione per volare, per sviscerare sogni, per accarezzare desideri. Che alle volte, in fondo, non sono poi troppo dissimili da ciò che viviamo davanti allo schermo, grazie ai nostri protagonisti. Perché, se proprio me lo chiedete, vi dirò che per me Max ha vinto sul serio. Come tutti quelli che ci provano sempre, non demordono e assaporano il successo, fosse anche solo per un’infinitesimale frazione di secondo.
Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Red Bull