Ci risiamo. Da cinque anni a questa parte, ossia da quando Valtteri Bottas ha tra le mani il giusto ferro del mestiere per provare a vincere il titolo, leggiamo la solita, minacciosa, dichiarazione di intenti. Poco prima dell’inizio del campionato, infatti, il boscaiolo si esprime sovente in termini ottimistici circa le sue possibilità di lottare per il bottino grosso. Chance che, intendiamoci, sono concrete perché la Mercedes non ha mai posto paletti da prima o da seconda guida. Le occasioni di accesso alla gloria sono ugualmente distribuite e se uno dei due piloti, ad un certo punto della stagione, diventa scudiero è perché è la classifica ad imporlo. Vedasi le annate 2017 e 2018 quando è servito un fido Bottas per aiutare Lewis Hamilton ad avere la meglio su Sebastian Vettel e sulla Ferrari. Il finnico, sulla carta, sa come fare. Il problema è capire se sa come vincere o come perderlo, il titolo, visti i risultati degli ultimi quattro campionati. Ci sia consentita la provocazione.
“Mi sono allenato bene, ho avuto il giusto tempo per farlo. Mi sento forte – ha riferito un determinato Bottas mentre cadevano i veli dalla nuova monoposto anglo-tedesca – e sto bene anche sul versante mentale. Ho trovato il giusto equilibrio nella mia vita. Ho approntato un programma di lavoro duro ed estremo per rimettermi in forma ed arrivare pronto all’inizio del mondiale”. Un ritornello che l’ex Williams conosce bene ma che non è stato praticamente mai eseguito in maniera efficace considerando le randellate che ha preso nel confronto con lo scomodo compagno di squadra. Le intenzioni, se non sono supportate dai fatti, hanno il valore della carta straccia.
Bottas non è brocco, bisogna specificarlo chiaramente. Ha dalla sua una grande sventura: deve confrontarsi col migliore del lotto. Non è un pilota che difetta in velocità pura visto che in qualifica regge il paragone con Hamilton (leader assoluto della specialità), riuscendo spesso a stargli davanti. Il problema del nostro prode è la domenica. È in gara che si scioglie con troppa facilità smarrendo la via maestra. Il suo temperamento nordico sparisce quando la temperatura della competizione aumenta. E’ un dato appurato perché figlio di una giurisprudenza consolidata. Ed è proprio questa prassi che potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile verso un nuovo legame col team di Brackley. Il percorso del pilota di Nastola potrebbe arrivare al capolinea se anche il 2021 si rivelasse sportivamente infausto come le annate precedenti.
Lo spettro di George Russell continua ad aleggiare sulla factory britannica e la grande prestazione sciorinata l’anno passato dall’inglese quando il connazionale era appiedato a causa Covid non fa che diminuire le possibilità di permanenza in Mercedes di Bottas. Vero è che anche Hamilton ha in tasca un solo anno di contratto, ma è chiaro che Toto Wolff spinga affinchè il sette volte campione del mondo possa proseguire anche nel 2022. Opportunità della quale il team principal austriaco ha apertamente parlato in sede di presentazione della W12 (leggi qui l’analisi tecnica). La sensazione è che in Mercedes siano disposti ad attendere le decisioni di Hamilton sul prosieguo della sua avventura nella massima serie ma non quelle del povero Valtteri che potrebbe effettivamente trovarsi col cerino in mano. Specie se uscisse nuovamente sconfitto dal confronto interno. Lo schema è abbastanza leggibile: Hamilton – Russell nel 2022 con Bottas a cercarsi, tra mille difficoltà, casa altrove.
Come uscire da questa impasse? Come potrebbe il finnico garantirsi un altro anno (o più) di legame con la Stella a Tre Punte? La strada è una: vincere il titolo 2021. Solo se si realizzasse questo clamoroso scenario Bottas potrebbe tenersi stretti volante, sedile e pedaliera. “Non voglio avere rimpianti, intendo arrivare ad Abu Dhabi volgendomi indietro con la sensazione di aver dato tutto quanto in mio possesso. Ogni anno parto con l’obiettivo di difendere questo sedile e sarà così anche nel 2021”. Parole profuse dall’ex Williams e che sembrano lasciar trapelare la consapevolezza che quest’anno serve l’impresa assoluta, la scalata più agghiacciante.
Dopo quattro anni in Mercedes è giunto il tempo che Bottas abbia uno scatto d’orgoglio, uno slancio che lo faccia uscire da quell’anonimato sportivo nel quale è caduto. Un baratro dal quale deve risalire per dare senso a tutta la sua carriera. Un’impresa, quella di sottrarre lo scettro a Hamilton, tutt’altro che semplice perché il “44” è persuaso di distruggere i record che egli stesso ha stabilito per proiettarsi definitivamente nell’olimpo del motorsport. Bottas è dinnanzi ad un bivio decisivo: entrare a sua volta nella storia della Formula Uno o rimanere per sempre, nell’immaginario dei tifosi, il segugio di Hamilton. Buona fortuna Valtteri, sentieri perigliosi ti attendono.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes
Come darti torto… in Williams era velocissimo, molto più veloce di Felipe, il magnetismo di Re Lewis lo immobilizza?
Credo sia entrato in una sorta di negativa spirale psicologica. Gli servirebbe un episodio che inverta la rotta e che gli dia la consapevolezza di poter battere Hamilton. Ma il problema è che Lewis è un mastino che non molla la presa.
Questo qua sotto non l’ha capita. Scriviglelo la prossima volta che fai del sarcasmo