Hamilton e Verstappen, la stagione delle sorprese
Devo ammetterlo: questo inizio di stagione 2021 non smette di stupirmi. Quella che si preannunciava con una stagione di passaggio qualsiasi, utile solo a consacrare definitivamente Hamilton come il recordman all-time della Formula 1, si sta invece rivelando ciò che da anni aspettavo ardentemente.
L’inattesa rivoluzione parte dal livellamento dei valori in campo: a fare la differenza in termini di spettacolo e adrenalina è evidentemente la vicinanza della Red Bull alla Mercedes in termini prestazionali. Verstappen guida divinamente la monoposto motorizzata Honda di Newey, non ha timori reverenziali verso nessuno, sembra l’uomo giusto (e finalmente maturo?) per tentare di spezzare l’egemonia di Hamilton.
L’olandese, dopo la vittoria sfiorata del Bahrain, non ha esitato nell’infilarsi di cattiveria al Tamburello, laddove una volta tanto le lamentele via radio del campione del mondo in carica non hanno provocato alcuna sudditanza psicologica nella direzione gara. C’è chi dice che tale sudditanza si sia però affacciata sul circuito del Santerno in occasione del clamoroso errore che stava per portare il Re Nero al ritiro, a metà gara.
A mio avviso piuttosto che sulla questione retromarcia, correttamente interpretata in termini di regolamento, dovremmo interrogarci sull’utilità di permettere ai doppiati di recuperare il giro in condizioni di ripartenza dietro la safety car. Perchè quello è l’episodio che ha davvero compromesso la corsa, trasformando irreversibilmente la seconda metà di gara di Hamilton: da una semplice ricerca di punti, utili solo a limitare i danni in ottica mondiale, ad una rimonta spietata che ha di fatto “ingiustamente” tolto il podio alla Ferrari di Leclerc.
Ed a proposito di podio e regolamenti, come non fosse bastato il finale della scorsa gara, al sabato abbiamo assistito nuovamente alla buffonata dei track limits a condizionare l’esito delle qualifiche di uno spumeggiante Norris. L’inglese ha ampiamente avuto modo di rifarsi la domenica, ma in ogni caso tra sensori e telecamere si sta rasentando il limite del ridicolo, specie su un tracciato storico.
Infine, per la prima volta dalla sua implementazione, avremo la possibilità di vedere in che modo il punto extra per il giro veloce in gara potrà influenzare gli esiti del campionato. Ad Imola proprio nel finale abbiamo assistito ad una intensa sfida cronometrica a distanza che ha visto Hamilton guadagnare il suddetto punto e la relativa leadership del campionato, con la classifica piloti che attualmente vede l’inglese al comando 44 a 43. E qui torniamo al paradosso di ciò che abbiamo visto: il sette volte campione del mondo si dimostra una volta di più l’uomo giusto al momento giusto, in grado di compiere uno dei peggiori errori della sua carriera proprio in concomitanza col crash del suo teammate.
Dicono che la fortuna aiuta gli audaci… Di sicuro si fa fatica a non ipotizzare Hamilton come favorito per il titolo iridato, se anche in una giornata storta riesce a portare a casa 19 punti ed a mantenere la leadership della generale. Qualora dovessimo davvero arrivare a dicembre col titolo ancora in palio, una cosa è certa: Lewis si ricorderà di questo weekend.
Autore: Marco Santini