Analisi chilometrica: Ferrari ha recuperato 8 decimi su Mercedes rispetto al 2020
La storica scuderia italiana ha raccolto sicuramente meno rispetto a quello che poteva ottenere con una gara “normale”. Senza la bandiera rossa infatti, scaturita dall’incidente tra Bottas e Russell, Hamilton e Norris non avrebbero avuto chance di classificarsi davanti alla Ferrari di Leclerc. Di questo ne è consapevole tutto il team, come ha ammesso Mattia Binotto al termine della corsa: “Tutta la squadra è rammaricata. Siamo tutti convinti che oggi avremmo potuto ottenere un piazzamento migliore. Abbiamo fatto bene in qualifica ed in gara, sia sull’asciutto che sul bagnato, in un tracciato diverso da quello del Bahrain. Abbiamo dei punti deboli, ma sappiamo dove lavorare”.
Ferrari aveva sacrificando un po’ di performance in qualifica per caricare maggiormente la vettura visto il bagnato che era previsto a inizio gara. Con pista umida Leclerc è riuscito a difendersi piuttosto bene. Malgrado non sia mai stato in grado di tenere il passo su Hamilton e Verstappen, il monegascoeracomunque riuscito a costruire un gap piuttosto importante nei confronti di Norris visto che, prima dell’interruzione con la bandiera corsa, aveva un vantaggio superiore ai 20s.
Il maggior carico ha aiutato i piloti nella prima fase di corsa ma è stato sicuramente un grosso handicap quando la pista è andata ad asciugarsi. All’indecisione sulla rolling start, dove lo “strappo” di Verstappen sorprende il monegasco, va aggiunta senza dubbio una velocità non sufficiente sul dritto che, a conti fatti, ha reso impossibile la difesa su Norris. Inoltre, sebbene Charles avesse il passo per provare a recuperare la posizione sul britannico, la resistenza all’avanzamento della SF21 non lo ha permesso. Lo stesso discorso vale su Hamilton. Difesosi egregiamente fino a quel momento, a 9 tornate dalla fine Leclerc commette un piccolo bloccaggio alle Acque Minerali. Perdendo il Drs su Lando, il ferrarista viene sverniciato facile dal 7 volte campione del mondo.
Analisi Chilometrica
Ma il passo ottenuto dai ferraristi non è dovuto esclusivamente all’incremento di potenza della PU italiana. Il nuovo propulsore O56/B consente ai tecnici di utilizzare assetti più consoni alle varie tipologie di tracciato. Questa situazione non era possibile nel 2020. Le monoposto italiane erano infatti costrette a girare molto scariche, sacrificando bilanciamento e velocità in curva per compensare il deficit di performance sul dritto. Tuttavia il miglioramento è arrivato anche quelle altre aeree della vettura. Su questo ha contribuito anche la modifica regolamentare che ha ridotto il carico generato dal fondo e dal diffusore.
Nelle ultime stagioni, principalmente dal 2019 in poi, dopo i cambi sulle norme dell’ala anteriore, Ferrari non è mai riuscita a estrarre il massimo potenziale da fondo e dal diffusore. Cosa che invece riusciva a team come Mercedes e Red Bull. Le limitazioni di quest’anno hanno penalizzato squadre come la scuderia di Brackley e meno la Ferrari visto che, per i motivi sopra descritti, non si riusciva a trovare il massimo carico dal fondo e dal diffusore. Grazie alle nuove regole aerodinamiche, togliendo downforce posteriore la vettura italiana si è trovata subito più bilanciata, con una SF21 che è lontana parente della “famigerata” SF1000.
Ciò nonostante, per fare un ulteriore passo in avanti bisognerà trovare maggior carico sull’assale anteriore visto che, dall’analisi degli on board di Leclerc e Sainz (clicca qui per l’analisi sulla numero 16 e qui per l’analisi sulla numero 55), la monoposto sembra soffrire ancora di sottosterzo rispetto a Red Bull e Mercedes. Con maggior carico sull’avantreno si potrà lavorare per incrementare quello al posteriore e questo permetterà loro di fare un ulteriore passo di avvicinamento ai team di vertice. Questo lo dico anche grazie all’insegnamento di un direttore tecnico che lavorava qualche anno fa in F1 e un giorno mi disse: “Una macchina vincente deve avere tanto carico all’avantreno. Al retrotreno, lavorando, il carico si trova ma se manca davanti faticherai sempre e non sarai mai vincente”.
Sebbene sia ancora un po’ presto per trarre conclusioni definitive, analizzando il distacco chilometrico su Mercedes possiamo notare una gran bella differenza. Come possiamo osservare nel grafico qui in alto, il gap di Ferrari sul team tedesco è passato da oltre 2 decimi a chilometro ad “appena” 0,061 millesimi a chilometro. Questo dato rappresenta un guadagno di circa 8 decimi al giro su una pista da 5 chilometri.
autore: Cristiano Sponton – @csponton