Sainz: “Lo sport mi ha portato a non sentirmi amico di nessuno…”
Quasi alla vigilia dell’attesissimo Gp del Made in Italy, il ‘Corriere della Sera’ ha divulgato una lunga intervista rilasciata da Carlos Sainz Jr, nel corso della quale il madrileno ha analizzato il suo debutto in Rosso, parlato delle sue principali doti di pilota, del bellissimo rapporto con il padre, ma anche delle brutte esperienze maturate nel corso della sua vita a livello di amicizie… Esperienze che ovviamente hanno condizionato tutto il suo percorso di crescita fino in F1.
Ovviamente partiamo dal principio, andando a visionare quelle che sono state le impressioni maturate dallo spagnolo al termine della gara andata in scena sul circuito di Sakhir: “Direi che il primo weekend in Bahrain è stato senz’altro un buon inizio, ma più per le sensazioni provate che per il risultato. Terminare ottavo non è nulla di speciale. Quel che è importante è che non mi aspettavo di riuscirmi ad adattare così rapidamente alle metodologie di lavoro del team e alla macchina. Sono riuscito ad andare veloce sin da subito, ma ovviamente voglio molto di più. Anche il rapporto con il presidente John Elkann procede bene, azzarderei dire anche oltre le aspettative. Si preoccupa di tutto ed è molto presente: ci chiama in continuazione. È motivato, viene spesso a Maranello e in fabbrica si avverte molto la sua presenza”.
In Ferrari da soltanto pochi mesi, allo spagnolo viene domandato poi con quale pilota, che in passato ha guidato per la casa del Cavallino, gli sarebbe piaciuto condividere il box. “Schumacher del 2004, nel periodo in cui si trovava all’apice della propria carriera. Avrei voluto essere accanto a lui solo per conoscere la sua storia e capire il modo in cui è riuscito ad imporsi come leader. Poi Gilles Villeneuve, che ho conosciuto attraverso i racconti di mio padre e qualche video su Youtube. Infine Lauda e Alonso, anche se Fernando ho avuto modo di conoscerlo di più. Riuscire in Ferrari dove lui ha fallito? Non possiamo ambire a questo genere di risultati per il momento, anche se il mio più grande obiettivo futuro è quello di riuscire a competere con il Cavallino per vittorie e mondiali”.
“Tratto distintivo? Sono in grado di ricordarmi persino gli assetti con i quali ho corso da ragazzino” rivela Sainz Jr con una punta d’orgoglio. “Me lo ha insegnato papà: a 11 anni mi spronava a ricordare la pressione delle gomme, il set-up, il tipo di assale… All’inizio era complicato tenere tutto a mente e sinceramente non capivo nemmeno l’utilità di tutto questo. Solo ora ne comprendo la ragione e questo mi sta aiutando tantissimo in F1. Senza quella lezione non sarei cresciuto. Altri insegnamenti importanti? Lui è papà, ma anche una specie di manager: è sempre stato al mio fianco, pure quando sbagliavo. Io comunque ho preso da mamma. Mio padre è sempre carico, mentre io sono decisamente più tranquillo, come mamma. Sento meno la pressione e vivo più rilassato”.
Saper distinguere le buone dalle brutte amicizie, quella invece è una lezione che Carlos Sainz Jr ha ricevuto gratuitamente dalla vita. Della serie: ‘amici amici, poi ti rubano la bici’. Metafora che esprime bene l’esperienza maturata dallo spagnolo nei suoi primi anni di attività: “Gli altri ragazzi erano motivati dal mio cognome e questo mi ha abituato a lottare da sempre. È un po’ come nel calcio: quando Andrea Pirlo va alla partita del figlio, gli avversari si mettono in mostra. Io pensavo fossero amici e invece… Facevamo merenda insieme, ci vedevamo la sera per una pizza, ma dopo in pista mi buttavano fuori. Volevano superarmi a ogni costo, finché qualcosa non è cambiato nella mia testa.”
“Papà mi disse: ‘Mangiateli o sarai mangiato’. Così sono diventato più cattivo” prosegue nel suo triste racconto il madrileno. “Ho smesso con le pizze e ho cercato di non sentirmi più amico di nessuno. Ero lì per correre, non per fare nuove conoscenze. Verstappen? Avevamo capito sin da subito quanto Max fosse speciale. Già da ragazzo aveva doti fuori dal comune. Essere riuscito a tenergli testa in Toro Rosso mi ha dato fiducia per il proseguo della mia carriera in F1. Sapevo di essere nel posto giusto. Di potermela giocare con chiunque”.
“Lewis Hamilton?” L’ultima domanda alla quale Carlos Sainz Jr si è ritrovato a rispondere nel corso di questa lunga intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’. “Ha tutte le qualità che un pilota vorrebbe avere: semplicemente non ha punti deboli. Forse in alcune stagioni, dovendo battere al massimo uno-due avversari, è stato agevolato dalla mancanza di competizione, ma se mettessimo tutti sulla stessa auto, sicuramente Lewis sarebbe tra i migliori. Probabilmente il migliore”.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Ferrari – Carlos Sainz Jr