Archiviati i primi 4 round del mondiale 2021 è tempo per qualche riflessione. La prima, quella più lieta, riguarda lo strapotere Mercedes. Tale superiorità manifesta sembra essersi affievolita. Pur restando decisamente il team da battere la scuderia di Brackley torna sul pianeta terra. Concreta, la possibilità di sfidare sua maestà Hamilton ha dato vita a una lotta senza esclusione di colpi. Lewis vs Max. 44 vs 33. W12 vs RB16B. E non sarà poi così importante chi tra i due alzerà il trofeo. Quello che conterà veramente riguarda la durata della battaglia. Perché sarebbe fantastico vederla protrarsi ad autunno inoltrato…
I freddi numeri: Hamilton 3 vittorie, Verstappen 1. Mercedes 3 pole position, Verstappen 1. Hamilton 94 punti, Verstappen 80. Bottas 47, Perez 32. Mercedes 141 punti, Red Bull 112. Osservando i dati il mondiale 2021 sembra ancora una volta indirizzato verso Mercedes. Al contrario, prendendo in esame le evidenze rilevate in queste prime gare, notiamo come tra la W12 e la RB16B regni l’equilibrio specialmente in qualifica. In gara, invece, la scuderia tedesca sembra avere qualche decimo di vantaggio.
Red Bull ha saputo interpretare molto bene i nuovi regolamenti. Grazie ai dati della stagione passata constatiamo come il recupero sul team di Brackley sia oltre il mezzo secondo al giro. Guadagno che tuttavia non risulta ancora sufficiente per lottare ad armi pari con l’armata anglo-tedesca. La dimostrazione è arrivata nelle ultime due gare dove Hamilton (leggi l’analisi on board del britannico). Mentre Red Bull ha già “sparato” in pista il primo pacchetto aerodinamico, le Frecce Nere, salvo piccoli ritocchi al diffusore, sono le stesse vetture che abbiamo visto durante test pre stagionali. Il lavoro dei tecnici si è concentrato maggiormente verso il setup per migliorare la messa a punto dell’auto. Mentre la PU funziona correttamente dopo i problemi riscontrati in Bahrain. Ma il vero salto prestazionale riguarda la comprensione delle gomme. Sebbene Mercedes fatichi maggiormente rispetto a Red Bull nell’estrapolare il 100% della performance sul giro secco, in gara riesce ad amministrare i compound in maniera davvero eccellente.
Come anticipato, la tabella relativa al gap chilometrico ci racconta come in qualifica la scuderia di Milton Keynes si trovi a solo 2 millesimi dai campioni in carica. Ciononostante Mercedes ha firmato 3 pole position contro l’unica della Red Bull, ottenuta nella gara inaugurale in Bahrain. Per poter lottare ad armi la RB16B ha bisogno di un ulteriore step di potenza, visto che paga ancora qualche cavallo di troppo specialmente in condizioni di gara. Tuttavia, sbloccare un incremento della performance sulla PU Honda non sarà facile senza compromettere l’affidabilità, fattore che non ha giocato a favore del motorista nipponico nelle ultime stagioni.
Alle spalle di Mecedes e Red Bull la lotta è acerrima. Aggiudicarsi la testa del midfield significherà essere apostrofati con un termine particolare: “il meglio degli altri”. Beh… magra consolazione per chi come Ferrari e Mercedes gradirebbe dare del tu ai top team. Magari opponendosi allo loro egemonia. A conti fatti però, per godere di tale privilegio bisognerà necessariamente aspettare il 2022, quando la nuova era regolamentare offrirà l’occasione tanto bramata.
Benché la classifica dica il contrario la terza forza in pista è la scuderia italiana, per pochi millesimi davanti alla McLaren. Se consideriamo una pista con una lunghezza media di 5 km, la SF21 paga un gap su Mercedes di 471 millesimi contro i 476 di McLaren. Il team britannico potrà dire la sua in tracciati dove l’efficienza aerodinamica sarà fondamentale. Mentre sembra in difficoltà dove conta maggiormente il carico aerodinamico. Ferrari (leggi l’analisi on board di Charles Leclerc) invece sembra essere più equilibrata, capace di adattarsi egregiamente a tutte le tipologie di circuiti. Se prendiamo in esame la tabella precedente, possiamo constatare come il team di Maranello sia tra le squadre che hanno fatto il salto più grande rispetto alla passata stagione, in grado di recuperare oltre 6 decimi al giro a Mercedes. Solo Williams e Alfa Romeo hanno fatto meglio, con un guadagno che supera i 7 decimi.
Nelle ultime due gare c’è stato il grande recupero di Alpine tra i team di centro classifica, grazie ad alcuni sviluppi aerodinamici che hanno sortito grandi effetti. La vettura guidata da Ocon e Alonso ha ridotto molto il gap su Ferrari e McLaren e allo stato attuale, specialmente in qualifica, si trova a circa 2 decimi. Subito dietro ad Alpine troviamo Alpha Tauri, che dopo un inizio “straripante” sta perdendo terreno rispetto alle prime gare dov’era sembrata molto competitiva. Sebbene Gasly stia cercando di tenere in piedi la baracca raggiungendo con costanza la zona punti, la vettura di Faenza ha mostrato un atteggiamento sottosterzante che di fatto rende difficile la gestione del fine settimana. Se parliamo di Haas invece non c’è molto da dire. Presentandosi ai cancelli di partenza con la medesima vettura del 2020, per giunta guidata da due rookie, i risultati ottenuti sono quantomeno prevedibili.
Grande delusione del mondiale 2021, la scuderia che ha recuperato meno rispetto alla passata stagione è Aston Martin. Malgrado i voli pindarici e i grandi investimenti, i tecnici vestiti dal British racing green sembrano avvolti dalla confusone. Le norme relative al fondo scalinato hanno affossato le performance della monoposto, malgrado le soluzioni portate in pista per correggere il comportamento della vettura non siano certo mancate. A differenza di Mercedes, la messa a punto della AMR21 non trova una quadratura. Lo si evince dai continuai cambi di set up realizzati il venerdì, dove quasi “disperatamente” si cerca di comprendere un’auto che al momento proprio non ne vuole sapere. Considerando che dopo Montecarlo gli sforzi profusi dai team saranno quasi interamente dedicati al 2022, il proseguo della stagione non promette nulla di buono per Vettel e Stroll…
autore: Cristiano Sponton – @csponton
Foto: Ferrari – Red Bull