Un altro zero in classifica. Un altro GP in cui il fato si accanisce. Come accaduto Imola, seppur con dinamiche del tutto diverse, Valtteri Bottas è il protagonista sfortunato di una serie di eventi che lo portano ad avere l’ennesima battuta d’arresto in una gara che Mercedes, visto anche come è andato il week end di Lewis Hamilton (leggi qui la sua analisi degli on board), vorrà immediatamente cancellare dalla memoria.
Eppure il fine settimana monegasco del finnico stava andando piuttosto bene: un ottimo terzo posto in griglia al quale stava seguendo una gara in cui la piazza d’onore sembrava operazione fatta. Un dado di fissaggio di una gomma ha però decretato ben altro destino e ha sancito che la classifica diventasse ancor più asfittica in forza del soprasso subito da Lando Norris autore sin qua di un campionato maiuscolo. Se esistesse il “Premio Calimero” il povero Valtteri guiderebbe la graduatoria per distacco.
Avviamo la nostra analisi menzionando le condizioni ambientali. Il cielo è sereno e le temperature si aggirano sui 20°C circa, per quanto riguarda l’aria, e 42 per l’asfalto. Bottas è su gomme morbide, così come tutta la top 10. In virtù del primo colpo di scena che appieda Charles Leclerc, la vettura n°77 può partire dalla seconda piazza. Un regalo inatteso che alla fine non verrà sfruttato.
Alla fine di un formation lap passato a scaldare in maniera molto accentuata le gomme, Bottas è nella sua piazzola in attesa del segnale che dà il via alla procedura di partenza. “Last car approcching the grid” gracchia la radio. La gara può avviarsi.
Lo start del finlandese è molto buono. Verstappen aveva piazzato la sua RB16B leggermente di traverso per chiudere l’interno. Ed è ciò che accade visto che l’olandese si interessa solo della Mercedes. Poco prima dell’ingresso in Curva 1 le due vetture rischiano quasi di toccarsi, ma riescono comunque ad andare via senza intoppi. All’ingresso di Santa Devota, la Red Bull effettua un leggero bloccaggio che non compromette la direzionalità. Bottas mantiene la seconda piazza e inizia una gara nella quale cercherà di tenere testa al rivale.
Al terzo passaggio Riccardo Musconi comunica che il DRS è abilitato. Poco dopo avvisa il suo pilota che la temperatura dei freni è in target:
Nelle prime fasi di gara il distacco da Verstappen è sotto controllo. Valtteri non dà l’impressione di potersi avvicinare impensierendo il competitor. E, contestualmente, non sembra essere troppo in difficoltà a seguire a circa due secondi. Un distacco tale da non risentire di scie negative che mettono in crisi gomme e aerodinamica. Al passaggio 10 il gap cronometrico è di circa 1.3 secondi. La Red Bull, anche visivamente, è a tiro.
Per altri cinque giri Il 77 riesce a contenere il margine entro una soglia accettabile, tant’è che alla tornata n°15 piazza la miglior prestazione in gara. Il pilota pare essere ancora in lotta per il bottino grosso. Musconi gli chiede di sciorinare il miglior passo che è in grado di esprimere:
Ma è in quel momento che Max Verstappen, come un ciclista ad un tappone dolomitico, dà lo strappo che, più o meno direttamente, condizionerà la gara del boscaiolo. Al giro 20 il gap, nonostante gli sforzi esplicitati da una guida che si è fatta più concentrata e aggressiva, è cresciuto fino a 2.5 secondi. Tutto sommato non si tratta di una situazione disastrosa. Quel che inizia a preoccupare è la tenuta degli penumatici anteriori della Mercedes W12.
Qualcosa comincia a bollire in pentola perché l’ingegner Musconi parla del balletto dei pit stop che potrebbe avviarsi da lì a breve:
E immediatamente dopo chiede un balance check. Ormai abbiamo imparato a capire che questa richiesta è propedeutica alla definizione delle strategia di gara che evidentemente deve adattarsi alle condizioni che stanno mutando. Leggasi distacco in aumento.
L’anteriore sinistra della vettura di Bottas inizia a presentare qualche segnale di usura tant’è che il tecnico si apre in radio parlando di “Front Limited“. Poco dopo si fa menzione degli pneumatici di Verstappen che potrebbero avere problemi di grainig. Sembra più che altro un modo per spronare il finnico perchè la Red Bull, invero, va come un orologio svizzero. Contestualmente Musconi comanda STRAT 11 per l’endotermico.
Nel frattempo Bottas deve iniziare a gestire una nuova problematica. Negli ultimi giri Carlos Sainz (leggi qui la sua analisi) ha praticamente chiuso il gap avvicinandosi minacciosamente. L’ingegnere imolese avvisa il suo pilota: il margine sulla Ferrari è di poco più di un secondo. In simultanea impone STRAT 7 (più potenza rispetto a prima). Bottas replica con un messaggio che lascia poche speranze: le gomme anteriori hanno subito un sensibile cliff prestazionale.
Al passaggio 25 la situazione è quella riportata in foto:
Musconi incita il pilota: “Dai tutto quello che puoi!“.
Al giro 30 Hamilton è ai box mentre il gap tra la 77 e la 33 è cresciuto a 5 secondi. Mercedes deve reagire per consentire a Bottas di non perdere la seconda piazza a scapito dello spagnolo della Ferrari. Ecco che arriva la chiamata al box. E’ il giro 31 ed è qui che terminerà la gara del finlandese che si era reso protagonista di un week end ottimo.
Riavvolgiamo il nastro. Musconi, al passaggio 30, dice che il passo gara è tornato. Un dolce bugia se osserviamo i tempi. Un segnale più o meno criptico che ci lascia pensare che la sosta è imminente. Dopo essere passato sulla del traguardo, Bottas si lamenta platealmente delle sue gomme posteriori:
L’ingegnere imolese replica facendo menzione del “Piano A“.
E subito dopo arriva la chiamata: “Box, box, box, brake balance for the box“. Valtteri esegue l’ordine e mette in atto tutte le procedure, impostando la frizione sulla modalità richiesta. Quando i meccanici iniziano ad operare si capisce subito che c’è un problema all’anteriore destra. Passano secondi che sembrano eterni. Il silenzio è rotto dal pilota di Nastola che riferisce uno sconsolato “Guys…”. Musconi spiega che c’è un problema. Passano pochi istanti e il motore della W12 viene spento. Nel silenzio Bottas toglie casco, protezione del collo e volante e abbandona la monoposto.
A Mercedes non resta che indagare sul problema avuto dal finlandese che è costato punti preziosissimi in entrambe le classifiche nelle quali, ora, la Red Bull fa la parte del padrone. Secondo qualche ricostruzione interna il dado si sarebbe spanato per un errato piazzamento della vettura sulla piazzola. Parere personale: è una ricostruzione abbastanza forzata perchè, nel caso, il meccanico deve adeguarsi alla situazione. Fosse davvero quella la causa anche gli altri tre operatori avrebbero avuto delle difficoltà. Che non vi sono state.
Come già sottolineato nell’analisi degli on board di Lewis Hamilton è la terza volta che i dadi delle ruote anteriori mostrano una certa resistenza allo svitamento. Tre episodi in cinque gare danno un trend chiaro e preciso. E se AMG ha fatto sapere che il pezzo verrà sostanzialmente riprogettato vuol dire che c’era una manifesta criticità. Che forse è emersa perché il team, non avendo più un vantaggio enorme in termini prestazionali, lavora costantemente sotto pressione.
La sensazione è che quest’anno Brackley sia perdendo la partita psicologica e le scelte operate a Montecarlo anche sulla vettura n°44 stanno a dimostrare una scarsa lucidità. Tra due settimane si va a Baku. I campioni del mondo sono chiamati ad una reazione immediata, convincente e se vogliamo violenta. Sportivamente parlando ovviamente. Bottas, dal canto suo, è precipitato nella condizione che meno si auspicava ad inizio campionato: essere staccato in classifica ed avere un rivale esterno che si gioca il titolo col compagno di squadra. Situazione che, con tutta probabilità, relegherà il finnico al ruolo di seconda guida.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:F1TV