Valtteri Bottas si approccia al GP di Spagna nel bel mezzo di un tourbillon di voci che lo vogliono sostituito in corsa da George Russell. Ipotesi che il pilota ha rigettato senza mezzi termini e che lo stesso Toto Wolff ha derubricato a gossip di bassa lega. Nonostante le convinte smentite, vanno verificate le prestazioni su una pista storicamente amica della Mercedes. Alla fine del weekend catalano, Bottas chiuderà con un terzo posto che ha il sapore del massimo ottenibile, specie dopo essere rimasto imbottigliato per un terzo di gara alle spalle di un gagliardo Charles Leclerc (leggi qui l’analisi degli on board). Con queste premesse possiamo calarci nell’abitacolo della W12 n°77.
Bottas affronterà il primo stint del GP con gomme a mescola morbida, così come gli avversari che occupano le prime dieci piazzole. Il nostro approfondimento inizia con il countdown imposto da Riccardo Musconi prima del giro di schieramento. A novanta secondi il V6 viene acceso, a mezzo minuto dall’avvio del giro di schieramento il finlandese abbassa la visiera. Come ormai consuetudine la tornata viene effettuata cercando di gestire al meglio le gomme affinché entrino nella giusta finestra di utilizzo. Mossa necessaria per avere uno start pulito ed efficace.
Bottas è nella sua piazzola mentre attende che l’ultima vettura si sia schierata. L’ingegnere glielo comunica e viene innestata la prima. All’accensione della seconda luce rossa i giri della power unit salgono. Lo scatto è leggermente incerto. Si avverte chiaro il pattinamento, ma la Mercedes non perde troppo terreno dal duo di testa. Anzi, a fine rettilineo è molto vicino a Verstappen che nel frattempo insidia ed ha la meglio su Hamilton superato in maniera caparbia.
Sembra che il finnico possa mantenere la posizione quando, in uscita di Curva 3, si vede spuntare il muso della Ferrari di Leclerc che beffa un Bottas distratto che, a fine gara, ammetterà di non aver visto il monegasco che comunque effettua una bella manovra. La gara inizia in salita e Musconi, seraficamente, certifica il subito sorpasso.
Seguono i canonici distacchi sul quinto posizionato, ossia Daniel Ricciardo e il passaggio alla mappatura dell’endotermico STRAT 7. Anche stavolta si nota che Bottas una un settaggio più conservativo rispetto ad Hamilton nelle prime fasi di gara. Forse una necessità per preservare maggiormente le gomme. Al terzo passaggio Musconi annuncia che il DRS è abilitato e suggerisce STRAT 8. Bottas è vicino al monegasco della Rossa ma non riesce a mettersi in condizione di sfruttare appieno l’effetto concesso dall’ala mobile. E questa condizione si protrarrà fino al primo momento chiave della gara.
Al giro nove viene deliberata la Safety Car per il guasto alla vettura di Tsunoda. E’ l’occasione per Bottas per tentare una diversivo per sopravanzare Leclerc al momento della ripartenza che avverrà al passaggio successivo. Quando Musconi la annuncia, Valtteri chiede di entrare ai box. La risposta è secca: bisogna proseguire.
Evidentemente il finnico, avendo compreso le difficoltà nel superare la Ferrari n°16, voleva provare qualcosa di diverso. Anche perchè, come testimonia il prossimo audio, inizia a lottare con le gomme:
Musconi recepisce e replica affermando che è fondamentale passare Leclerc alla ripartenza per rimettere in piedi la gara:
Cosa che non succederà. All’ingresso dell’ultima curva Bottas ha una quasi impercettibile esitazione che consente a Leclerc di prendere un piccolissimo margine si sicurezza. I propositi dell’ingegnere cadono nel vuoto: Valtteri deve tentare l’assalto alla terza piazza con un soprasso in pista.
Il primo stint del 77 è una specie di calvario sportivo: è sempre molto vicino al rivale senza però avere la forza di mettergli le ruote davanti.
Musconi rende edotto il suo pilota sui distacchi da Leclerc omettendo quelli dal duo di testa. E’ chiaro che al muretto hanno ampiamente compreso che qualcosa oltre la terza piazza non è alla portata del finnico. Alla lunga restare alle spalle della Ferrari danneggia l’efficienza delle gomme della W12. Gli effetti di questa condizione si manifestano al giro 20: dal muretto chiedono un balance check, informazione che solitamente verte sullo stato degli pneumatici. Bottas si apre in radio lamentandosi, in un audio molto molto disturbato, del retrotreno della sua monoposto:
In effetti la guida del pilota di Nastola appare nervosa, specie in uscita delle curva più lente del terzo settore. Qualche scodata di troppo per la nera vettura. Al passaggio 21 il gap di Laclerc è sotto il secondo, ma non abbastanza per godere degli effetti benefici del DRS. Il tappo rosso è ben saldo davanti alla monoposto n°77.
A questo punto è chiaro che il sorpasso può avvenire solo ai box. La chiamata arriva al giro 24. Musconi avvisa due curve prima della pit lane e fa esplicito riferimento a Leclerc:
Bottas monta gomme a mescola media. Il tecnico dà indicazioni sulla pista e impone brake balance one. L’undercut è servito e si concretizza alla tornata 29 quando il monegasco si ferma per il suo pit.
Facciamo un passo indietro: subito dopo la ripartenza dalla corsia box arriva la comunicazione della sosta lenta di Verstappen con annesso distacco di 6 secondi. Un messaggio motivazionale per destare il pilota offrendogli l’idea di poter puntare al bottino grosso. Ma il passo gara non è abbastanza veloce per ricucire lo strappo. Il gap, lentamente, cresce di giro in giro per stabilizzarsi intorno ai dieci secondi.
Al giro 28 Hamilton si ferma e riparte davanti alla monoposto 77. Musconi si pare in radio e dice di seguire Lewis per andare a prendere Verstappen:
Ma anche questa strategia fallisce perchè il passo del britannico è devastante. In quattro tornante colma quasi cinque secondi dall’olandese mentre Bottas resta spettatore di un duello per la vittoria al quale non prenderà mai parte. In pochi giri Valtteri perde il contatto visivo con la vettura gemella che scaverà un solco di sette secondi al momento del secondo pit stop.
Al quarantatreesimo passaggio Bottas è secondo con Hamilton alle sue spalle che ha effettuato una seconda fermata e che inizia la rimonta garibaldina che lo porterà alla vittoria. Il finlandese dovrà essere vittima sacrificale in questa cavalcata. Il margine sul compagno di squadra si assottiglia al ritmo di oltre un secondo al giro. La differenza tra un treno di gomme fresco e uno con oltre venti giri sul groppone si fa sentire tutta.
Il campione del mondo inanella una serie di giri veloci tra il passaggio 45 e il 47. Cosa che porta il distacco intorno ai tre secondi al passaggio 50, quando ne mancano sedici al termini. Ormai Bottas sa che si ritroverà il collega di garage sugli scarichi ed è conscio che poco potrà fare per evitare l’inevitabile. Stavolta, a differenza di quanto verificatosi a Portimao, l’indicazione che sa di team order arriva. Al giro 51 Musconi dà l’ennesima indicazione relativa al distacco su Hamilton. Si apre in radio e dice: “Lewis is fighting for the win“. Il segnale è eloquente.
Il teatro del soprasso non è stavolta la curva in fondo al rettilineo di partenza. L’assalto riesce a curva 10, all’ingresso del terzo settore. Poco prima il suo tecnico aveva comunicato che Lewis era a 0,6 secondi con DRS aperto. Notizia indicativa di cosa Bottas doveva fare: agevolare il compagno di squadra.
Nel passaggio successivo si avvia una discussione sullo stato delle gomme. Tipico segnale che qualcosa bolle in pentola. Come per il primo stop, la chiamata di Musconi arriva due curve prima della pit lane: “box, box, box” e successiva comunicazione relativa alla necessità di superare Leclerc in pista. Stavolta Bottas appare determinato e risponde: “We’ll do“.
Alla ripartenza il distacco da Leclerc, che intanto soffia la terza piazza al finnico che monta un treno di soft, è di sei secondi. Un margine facilmente ricucibile stante lo stato degli pneumatici dell’avversario che è su una strategia ad una sosta. Al 56 Valtteri sigla la miglior tornata in 1’20”090 e al giro successivo è già negli scarichi del monegasco che cerca una vana resistenza. Il soprasso avviene sotto DRS in fondo al rettilineo dei box, all’esterno. Musconi si apre in radio e lascia un conciso “Good job” al quale non segue replica.
Mancano sei giri, è il momento in cui Hamilton ha sopravanzato Verstappen. Cosa di cui Bottas è avvisato insieme al fatto che l’olandese si fermerà. Dopo la sosta Valtteri è a meno di tre secondi, ma non potrà tentare l’avvicinamento perchè la Red Bull n°33 monta un treno di soft nuove. E va a caccia della migliore prestazione in gara. Che arriverà al giro 62 in 1’18”149.
Nè Bottas nè Hamilton tenteranno di riprendersi il punticino del best lap. La gara del finlandese si stabilizza su una modalità di totale gestione. L’unico momento di tensione è rappresentato da un trenino di quattro doppiati che si danno battaglia. Con qualche normale esitazione il finnico si toglie dagli imbarazzi e può avviarsi verso il meritato podio.
Podio che giunge in scioltezza dopo aver percorso in totale controllo gli ultimi 20 km di un gran premio condizionato dal pessimo start che ha tolto ogni speranza di puntare a qualcosa di più di un terzo posto. Al passaggio della linea del traguardo Musconi si complimenta con un “Solid race” al quale il finlandese risponde scusandosi per il primo giro e per non averlo visto. Il riferimento è a Charles Leclerc che lo ha uccellato all’esterno di Curva 3 costringendolo poi a restare impantanato negli scarti aerodinamico per oltre 20 giri.
Tutto sommato, per come si erano messe le cose, sono quindici punti ottimi per Bottas che dà una scossa alla classifica superando un appannato Lando Norris. Resta da chiarire cosa sarà il mondiale del “Boscaiolo“. Toto Wolff, a bocce ferme, ha bacchettato il ragazzo contestandogli il troppo ostruzionismo quando c’era da lasciar strada a Lewis Hamilton. Un fattore che la dice lunga su quale sia il ruolo che la scuderia di Brackley ha cucito addosso al finnico.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV