Campionato 2021, atto terzo. Il carrozzone della Formula Uno è di scena sul teatro dell’Algarve, in quel di Portimao. Si arriva in Portogallo con un equilibrio quasi perfetto in testa alla classifica. Lewis Hamilton e Max Verstappen hanno attenuto una pole e una vittoria a testa. Sono divisi da un solo punto frutto del giro veloce ottenuto dal britannico ad Imola, durante la rimonta che l’ha portato al secondo posto finale. Hamilton si è visto soffiare la centesima pole della carriera da un redivivo Valtteri Bottas che ha messo d’accordo i due contendenti al titolo. Con queste premesse ci apprestiamo ad analizzare la gara del sette volte iridato.
Le operazioni si svolgono in una classica giornata primaverile. Il vento che ha imperversato durante le qualifiche è stabile e soffia ad una velocità di 2,5 km/h, una situazione tale da non condizionare negativamente l’aerodinamica delle monoposto. La temperatura dell’aria è di 20° circa, quella dell’asfalto, nel momento dello start, è di 40,1°C.
Hamilton è equipaggiato con gomme a mescola media, così come gli avversari nelle sue vicinanze, eccezion fatta per Carlos Sainz che, in quinta piazza, userà le soft per il primo stint. La cronaca, come al solito, parte con il countdown imposto da Peter Bonnington prima del giro di schieramento. Ai 40 secondi s’innesta la prima marcia e salgono leggermente i giri motore.
Al termine del conto alla rovescia parte il giro che Hamilton conduce nel silenzio riscaldando con attenzione le gomme. Questo aspetto è molto importante perchè nei due appuntamenti precedenti la W12 ha mostrato qualche carenza su questo versante. Sul rettilineo di partenza sono evidenti le frenate e le accelerazioni improvvise per mettere nella giusta finestra le coperture posteriori. Hamilton è nella sua piazzola, a sinistra della pista, sul lato del muretto box. Bono annuncia: “Last car approaching the grid“. E’ il segnale che la procedura dello start è imminente.
Hamilton, nella più classica delle immagini, imposta la mano sinistra in alto sul volante per comandare il rilascio della frizione dopo ovviamente aver inserito la prima marcia. Lo scatto al via è abbastanza pulito, ma non tanto efficace da aver ragione di Valtteri Bottas che vira agevolmente al comando a Curva 1. Lewis tiene la seconda piazza nonostante Verstappen provi ad affiancarsi. Tutto sommato l’inglese può ritenersi soddisfatto dell’avvio.
Nelle prime fasi “Bono” comunica i canonico distacchi e impone la modalità dell’ibrido su posizione HPP 3-2
Al secondo passaggio viene introdotta la Safety Car per l’impatto fratricida tra Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi. Bonnington avvisa di prestare attenzione ai detriti sul rettilineo principale e che il cordone di vetture dovrà passare ai box dietro la vettura di sicurezza. Contestualmente viene suggerito di impostare l’ibrido su una posizione più blanda, la 5. Hamilton riceve il comando e si apre in radio domandando se i piloti coinvolti sono in buone condizioni
Nei giri dietro la SC c’è il solito scambio di vedute sulla situazione del tracciato. L’avvertimento è di tenere la destra sul rettilineo principale e di mantenere i freni alla temperatura corretta. Le operazioni si dilungano abbastanza, fino al sesto giro, quando Lewis viene avvertito che la Safety Car entrerà alla fine della tornata. Bono comanda posizione STRAT 5 dell’endotermico. Abbiamo imparato a capire che è la modalità più aggressiva che la Mercedes usa in gara.
E’ questa una fase delicata perchè, come visto in Bahrain e ad Imola, la W12 fa fatica a mandare in temperatura le gomme nonostante i reiterati zig-zag. Verstappen alle spalle può rappresentare un problema. E così sarà.
Nel soprasso che Max opera ai danni di Lewis c’è lo zampino di Bottas che fa da tappo fino quasi alla linea del traguardo. La cosa consente alla Red Bull n° 33 di succhiare tutta la scia e di infilarsi all’esterno di Curva 1. Hamilton non abbozza una reazione sapendo di non poter contare su gomme in perfetta finestra d’utilizzo. Stavolta Mercedes gioca male di squadra e l’olandese ne approfitta. Non seguono comunicazioni se non quella di Bono che informa il suo pilota del distacco dalla vettura che precede.
Hamilton non si dà per vinto e inizia a studiare l’avversario per sorprenderlo appena possibile. L’assalto vincente si concretizza all’inizio dell’undicesimo passaggio, in fondo al rettilineo di partenza con DRS spalancato. A parti inverse, stavolta è Max a dover alzare bandiera bianca senza avere concrete possibilità di restituire la manovra: dopo due settimane la vendetta per l’affronto in partenza del GP dell’Emilia Romagna è servita.
L’attacco è pulito ed arriva anche grazie all’assist involontario dell’olandese che scoda all’ultima curva allontanandosi da Bottas quel tanto che basta per perdere il DRS. Leggerezza fatale che consente alla vettura 44 di prendere la scia e di infilare all’interno la RB16B che abbozza una difesa in pieno rettilineo e prova vanamente a replicare in Curva 3. Nulla da fare, Lewis è davanti e si mette subito a caccia del compagno di squadra.
L’ingegnere di pista annuncia immediatamente distacco da Valtteri e suggerisce la posizione dell’ibrido HPP3-4
Hamilton ha rimesso in sesto una gara che poteva diventare parecchio tormentata, specie sul versante classifica iridata. Il prossimo step è provare ad avere la meglio su Bottas per consolidare il primato in graduatoria. Stavolta la fase di studio è più lunga. A parità di vettura il sorpasso è più difficile. Hamilton resta costantemente sotto il secondo mettendo pressione al compagno di squadra in una fase di gara nella quale la concentrazione è al massimo. Cosa evidenziata anche da una scarsità di comunicazioni col muretto a cui fai eccezione una richiesta di balance check da parte di Peter Bonnington:
Alla fine di ogni passaggio Hamilton si fa vedere negli specchietti della vettura gemella finché, al giro 19, le W12 risultano essere sovrapponibili nella visione frontale. La possibilità di soprasso è sempre più concreta e l’attacco deciso e decisivo arriva alla solita Curva 1 con i favori del DRS. Bottas impegna la parte centrale della pista nel tentativo di opporsi, Hamilton tira una gran staccata e si infila all’esterno. Il finnico è “uccellato” e Hamilton inizia la discesa verso una vittoria che non sarà mai in discussione.
Nei giri immediatamente successivi il soprasso, Hamilton aumenta il ritm. Lo si percepisce da una serie di tornate record e da una guida apparentemente più sporca ma efficace. L’anteriore destra di Lewis mostra un evidente graining che non inficia le prestazioni. Una striscia che via via andrà comunque pulendosi. Specie dopo che Bono impone di tenere le gomme in finestra di utilizzo:
In cinque giri, come mostra l’infografica, Hamilton ha già dato quasi due secondi di distacco al compagno di team. Segno che il passo del britannico è più consistente.
Bono suggerisce una modalità di endotermico molto conservativa per preservare le gomme: STRAT 11 è il comando prescritto ad Hamilton. Che esegue senza prontamente:
La gara vive una fase di apparente stanca nelle quale Hamilton deve solo controllare i doppiaggi. E’ al giro 36 che la situazione di rianima col pit di Max Verstappen che viene coperto, al passaggio successivo, dalla sosta di Valtteri Bottas che riesce a ripartire davanti alla Red Bull salvo poi farsi superare anche per via di una scodata evidente a gomme fredde. Ma di questo potrete leggere nell’analisi dedicata alla Vettura 77 (leggi qui).
Nel momento in cui l’olandese è ai box arriva Hamilton si apre in radio e annuncia che le gomme sono ancora ok.
Probabilmente uno stratagemma comunicativo che indica che il momento della sosta è vicino. Infatti il messaggio è ripetuto pochi istanti dopo, appena prima che la fermata per il campione del mondo si concretizzi, al passaggio n°38, poco dopo metà dei 66 giri necessari per terminare le operazioni. La sosta stavolta corre via senza intoppi. Hamilton può ripartire gomme hard in seconda posizione alle spalle di un Perez che verrà sopravanzato alla tornata 51 per poi effettuare a sua volta un pit estremamente ritardato.
Seguono informazioni sul traffico, sulla posizione dell’ibrido e soprattutto su come gestire la gomma fredda, quello che abbiamo capito essere uno dei pochi talloni d’Achille di una vettura orfana del DAS ma che sta facendo passi in avanti notevoli nella comprensione degli pneumatici della “P Lunga“.
Da questo momento Hamilton aumenta il ritmo per scavare il solco su Verstappen che naviga in seconda piazza incalzato da Bottas che nel frattempo iniziaa colmare il gap sulla Red Bull. Tra il giro 42 e il giro 48 l’inglese imprime un passo gara inarrivabile per gli avversari. I tempi scendono repentinamente: 1’21”490, 1’21”380, 1’20”933 al passaggio 48.
Il distacco da Perez cala in maniera vistosa, fino ad essere annullato al passaggio 51, quando Hamilton si beve la RB16B del messicano rimasta probabilmente in pista nel tentativo di arginare la W12 n°44 e consentire il rientro di Verstappen. Tentativo vanificato da una differenza sul giro abissale.
Da sottolineare che Bono, nella fase di avvicinamento all’ex Racing Point, non lo menziona mai. Fornisce solo ed esclusivamente i distacchi su Verstappen e, in seconda battuta, su Bottas. Non deve destare sorpresa se Hamilton, nel vedere il posteriore della monoposto di Milton Keynes, chieda con veemenza le bandiere blu. Richiesta alla quale il suo ingegnere replica affermando che l’avversario è in gara:
Il sorpasso è una mera formalità come le immagini dimostrano:
Abbondantemente prima del punto di staccata Hamilton è innanzi al rivale. Ora Lewis è in P1 e alla vittoria mancano sedici giri che saranno gestiti in totale controllo degli avversari che seguono a debita distanza. Tant’è che due passaggi dopo Bono suggerisce di impostare l’ibrido su una configurazione più blanda: “HPP Position 9” comunica l’ingegnere. Gli scambi verbali i tra il muretto e la vettura vertono sui distacchi e sullo stato delle gomme. Non c’è concitazione nella voce dei protagonisti che controllano che i parametri siano nella norma.
Al giro 63, quando ne mancano tre al termine, il disacco accumulato su Verstappen dà ampie garanzie ad Hamilton:
E’ in questo momento che Bottas, prima, e l’olandese, poi, vanno ai box per montare gomme soft e tentare l’assalto al giro veloce. Nell’operazione riesce il finlandese al quale replicherà Max nell’ultima tornata utile. Ma il passaggio veloei avviene superando i limiti della pista e Masi si vedrà costretto a togliere tempo e punto che ripassa nelle mani di Bottas. A tutto vantaggio di Hamilton che, al penultimo giro, riceve comando di mantenere STRAT 5 fino alla fine. Contestualmente Bono dice di non entrare per montare le gomme a banda rossa e di andarsi a prendere la vittoria.
Le operazioni hanno termine con i rituali complimenti dell’ingegnere di pista che si concentra sul passo tenuto da Hamilton:
Il Campione del Mondo, al 97esimo trionfo di tappa, risponde con un rituale urlo di gioia al quale segue l’invito a lavorare ancora di più. Un pilota mai sazio che vuole tenere alta la tensione nel team:
Si chiude così un Gran Premio del Portogallo che rilancia prepotentemente le quotazione di Lewis Hamilton in chiave mondiale. La vittoria del britannico è sembrata stavolta perentoria per passo gara e soprattutto per aver recuperato in pista il terreno perso con due sorpassi sui principali rivali al titolo.
La Mercedes W12, dal canto suo, è sembrata in netta crescita rispetto alle precedenti apparizioni. La gestione delle gomme, seppur ancora perfettibile in termini di ingresso nella giusta finestra di utilizzo, è sembrata migliorare sensibilmente rispetto al Bahrain e soprattutto nei confronti dell’appuntamento di Imola dove le condizioni meteo sono state particolarmente ostiche.
Tra pochi giorni la Formula Uno è di scena sul teatro di Montmelò, in Spagna. La pista che solitamente è il giudice più severo sul frangente pneumatici. Se la coppia Hamilton-Mercedes dovesse ancora una volta confermarsi, allora i progressi notati a Portimao non sarebbero stati frutto del caso.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV
“Bono comanda posizione STRAT 5 dell’endotermico”…”Bono suggerisce una modalità di endotermico molto conservativa per preservare le gomme: STRAT 11″…ma non era “bloccata” la mappa del motore termico?…comunque, come al solito bell’analisi.