Sul podio di Monaco, diversi anni più tardi, Carlos Sainz avrebbe ricordato il momento in cui suo padre lo mise per la prima volta su una piccola vettura da corsa. All’epoca, era solo un bambino e non sapeva cosa il futuro avesse in serbo per lui. Tuttavia, la passione congenita per le corse circolava nei suoi pensieri come il sangue nelle vene e la neonata determinazione cominciava a farsi strada dentro di lui. In quell’esatto istante, tutto ebbe inizio. Prese vita la ferma risolutezza di un animo determinato che, un giorno, vestito dai panni sempre sognati, sarebbe stato fiero e orgoglioso di se stesso lungo le stradine del Principato.
Analisi on board Sainz – GP Monaco 2021: la numero 55
Come di consueto, il propulsore Ferrari schiariscela voce un minuto e mezzo in anticipo rispetto al formation lap. In automatico scatta il turbo engagement, seguito dal bite point selezionato dal pilota. Le procedure di una monoposto di F1 sono molte. Adami si accerta che lospagnolo le abbia imparate tutte quante con una mini “interrogazione”, alla quale Sainz si fa trovare preparato. Dopo l’abituale saluto tra i due, la vettura scende dai cavalletti. L’estrema attenzione ai dettagli dell’iberico si palesa immediatamente. Poco prima di scattare per il giro di ricognizione simulando la partenza, infatti, Carlos chiede che la posizione della sua vettura venga leggermente arretrata visto che, rispetto alla linea gialla, era arrivato un pelo lungo in griglia.
A Montecarlo gli spazi sono molto stretti, non solo nei box. I meccanici si fanno tutt’uno con il guard rail, mentre osservano le vetture scattare. Sono tre i burnout che accompagnano la Rossa sulla casella numero 4. Non quanto quello di Bottas, ma lo stacco frizione è comunque buono. Al finlandese viene preventivamente chiusa la traiettoria da Verstappen. Il madrileño non apre bocca, sta a guardare, si accoda, e gira terzo in curva 1.
Portare in temperatura l’asse anteriore non è affatto semplice nel toboga monegasco: lo dimostrano le “difficoltà” del ferrarista durante le prime due tornate. Dopo una quindicina di chilometri tutto si sistema, tanto che la vettura italiana ottiene il purple sector nel T2 e Adami si vede costretto a sollecitare una prudenza maggiore. Il Drs è attivo. Norris, già attardato di tre secondi, nelle prime battute di gara non sembra avere il ritmo per seguire la Ferrari. Interessante notare come la fase di gestione pneumatici inizi sin dai primi giri. Le traiettorie sono disegnate con estrema dolcezza, con l’aiuto dello short shifter impiegato in fase di accelerazione.
Al giro 7 viene comunicata la bontà del passo, capace di ricopiare i lap time dei primi due. Inoltre, poco dopo, arriva una info sulla McLaren di Lando: il britannico proverà a spingere nel tentativo di capire quale ritmo sia in grado di raggiungere. La gara fila via liscia sino al giro 10, quando Carlos erudisce il proprio ingegnere a proposito della leggera difficoltà nel gestire le mescole. Il giovane pilota viene prontamente rassicurato. Di lì a poco arriva il primo tyre phase update, necessario per fornire al muretto i dati riguardanti le Pirelli a banda rossa.
Ancora cinque minuti e la visione gara dello spagnolo si palesa in radio. A Monaco, effettuare la sosta significa calcolare con esattezza la track position. Finire nel traffico dopo il cambio gomme, infatti, andrebbe ad inficiare negativamente sulla corsa. Prematuro, il discorso prenderà corpo solamente più avanti, visto che la situazione inizierà ad essere interessante e degna di nota non prima di una decina di tornate. In questa fase di gara la gestione delle vetture impera. Tutti i piloti sono impegnati nel conservare i compound. Quando viene fatto sapere che il gap su Norris è aumentato, l’iberico prende qualche metro di spazio in più su Bottas.
Giunti alla tornata numero 15, antecedente al secondo tyre phase update, il messaggio radio verte sulla strategia. Il ferrarista viene messo al corrente sulle intenzioni: “We are still on Plan B”. Tutto sembra essere sotto controllo, con la SF21 capace di tenere il passo del duo che comanda la corsa. Fissando il lap time sul 15.8, Riccardo suggerisce di spostare il parametro del brake balance di un punto all’anteriore. Il ritmo dello spagnolo è molto buono, tanto che la vettura italiana tinge di rosso gli specchietti Mercedes.
Sainz intuisce che il finlandese sta lottando con gli pneumatici, Adami lo conferma in radio; tale situazione resta invariata per varie tornate. Poi, l’interesse si focalizza sulle posizioni che seguono l’unica Ferrari rimasta in gara: sono diversi i conciliaboli spesi in tal senso. L’obiettivo di aprire una finestra utile su Sebastian Vettel, per effettuare una sosta e finire davanti al tedesco, non è ancora stato raggiunto. Per questo motivo, trascorsi 30 giri, esortano l’iberico a spingere cercando di stare il più vicino possibile a Bottas. Nemmeno il tempo di pensarci su e la numero 55 viene richiamata ai box.
A pochi secondi dalla notifica, Carlos arriva lungo alla Nouvelle Chicane, bloccal’anteriore sinistra, finisce largo e perde contatto dalla W12. Il muretto box cancella prontamente il tentativo di opposite, mentre il finlandese prende la corsia box. La sosta Mercedes è disastrosa: l’anteriore destra della W12 numero 77 resta bloccata. Dopo un minuto e mezzo di lotta, i meccanici tedeschi si arrendono, costretti a ritirare la vettura. Lo spagnolo, messo al corrente del problema sofferto dalla Freccia Nera, ne prende atto mentre, alquanto infastidito, si lamenta vivamente per i doppiaggi. Undici chilometri più tardi, ci siamo: arriva il momento di effettuare la sosta per montare un treno di Hard. I dubbi di Carlos, espressi in maniera veemente inradio, vengono prontamente fugati dall’ingegnere italiano.
Sono 2,7 i secondi impiegati dai meccanici Ferrari per montare quattro Pirelli a banda bianca. Il madrileño torna in pista in terza posizione, momentaneamente alle spalle di Perez che, tuttavia, non ha effettuato la sosta. Mezzo giro e arriva il comando FX6, utile per aiutare il ferrarista a portare in temperatura più velocemente le mescole. Nei successivi 3 giri, la Red Bull richiama i propri piloti ai box. Sainz recupera la seconda posizione, mentre Norris, alle sue spalle, accusa un distacco di circa 4 secondi.
Lo spagnolo viene messo al corrente della situazione e, se così si può dire, può rilassarsi dedicandosi alle gestione delle mescole. Nelle successive tornate, la numero 55 effettua diversi doppiaggi. Le flashing blue non funzionano a dovere e, di fatto, non aiutano l’iberico che, ancora una volta infastidito, lo rende noto in radio. Il secondo stint di gara a Montecarlo è un classico: espletata la sosta dall’intero gruppo, il trenino monegasco, ipnotico e soporifero, percorre i saliscendi regali nell’attesa di vedere la bandiera a scacchi.
Giro 53. Il ferrarista “spoilera” un leggero graining appena comparso sull’anteriore sinistra. Successiva al terzo tyre phase up date della corsa, la comunicazione di Adami rasserena Carlos sullo stato degli pneumatici. Al contempo, abituale nell’ultimo terzo di gara, viene richiesta l’ulteriore lubrificazione al propulsore tramite un serbatoio ausiliario. Quando mancano una ventina di giri alla conclusione, l’amministrazione delle gomme torna ad occupare le comunicazioni radio.
Sainz illumina il muretto sulla faccenda graining: “Aumenta quando il laptime scende”. Riccardo acquieta nuovamente le perplessità spagnole: “Nessun problema, stai concentrato sull’asse anteriore”. I vari tentativi di placare l’animo funzionano: Carlos, preciso e attento, sposta l’interesse e si interroga riguardo alla situazione relativa agli avversari. Fornite tutte le informazioni del caso, la gara prosegue in scioltezza. Il passo è buono e soddisfa ampiamente i tecnici della Ferrari.
Con l’intenzione di portare a casa un punto extra, Sainz decide di abbassare il ritmo e far respirare gli pneumatici per un po’. Tuttavia, il tentativo di marcare il giro veloce non andrà a buon fine: Hamilton, infatti, dopo aver effettuato una sosta ulteriore, ferma il crono sul 12.9. Adami e Carlos concordano sulle possibilità di abbassare il tempo: nulle. Benché siano ancora otto le tornate da percorre, la gara di fatto è terminata da un pezzo. L’ottimo secondo posto salva in parte la giornata, orfana di Leclerc. Tra le note positive del fine settimana va senz’altro annoverato il passo gara consistente: benché la Red Bull avesse qualcosa in più nel taschino, la SF21 si è comporta egregiamente.
Il primo podio in Ferrari non si scorda mai. Se poi coincide con Montecarlo beh…la giornataassume contorni strabilianti. Lo spagnolo ringrazia tutti, fiero degli evidenti progressi realizzati sulla monoposto. Le belle parole di Mattia esprimono orgoglio verso il proprio pilota, finalmente senza le solite e inutili frecciatine verso chi di Rosso non veste più…
Autore: Alessandro Arcari – @Berrageiz