Sebbene ogni piccola distrazione può essere fatale, Monaco è una di quelle piste dove il valore del pilota è ancora in grado di emergere. E qui arriviamo subito al punto. Sappiamo bene quanto la confidenza con la vettura sia fondamentale lungo le stradine del Principato. Per averla altissima, oltre al bilanciamento della monoposto, si deve necessariamente raggiungere un feeling ottimale per creare un legame unico con il mezzo meccanico.
“Stavo guidando istintivamente, ero in un’altra dimensione, in un tunnel, ben oltre la mia capacità razionale”. Storico, tutti ricordiamo il commento dell’indimenticato Ayrton dopo la qualifica dell’edizione 1988. In quell’occasione, sebbene Magic potesse stringere la pole tra le mani con un cospicuo vantaggio sui propri competitor, divenne un tutt’uno con il toboga principesco. Alla fine delle qualifiche rifilò un secondo e mezzo al secondo classificato, un certo Alain Prost…
Sebbene tale performance non possa essere paragonata a nient’altro di umano visto su un tracciato di F1, rende l’idea in maniera perfetta di cosa Monte Carlo possa significare per un corridore. Ne sa qualcosa Vettel. Il quattro volte campione del mondo è rinato lo scorso week end. E lo ha fatto nella maniera migliore. A differenza del brasiliano non è entrato in trance agonistica, eppure è stato capace di innalzare il livello prestazionale della verde numero 5.
Il quinto posto finale, frutto di un’ottima qualifica prima e una gestione gara eccellente dopo, ha riportato sul pianeta terra l’ex ferrarista. Sì perché alla viglia del quinto round del mondiale 2021 in molti lo davano già per spacciato, pronto a far le valige direzione Marte dopo l’ipotetico e gettonatissimo avvicendamento con Nico Hulkenberg, pilota di riserva Aston Martin.
Tuttavia, la verità scomoda vissuta fino a quel momento è svanita nel nulla. Mentre il disagio ha lasciato spazio alla concretezza. La fila dei detrattori, indispettita a dir poco, ha dovuto buttar giù un boccone assai gramo, limitandosi a definire “fortunata” la prestazione del cittadino più famoso di Heppenheim.
C’è da capire, volendo guardare il lato negativo della vicenda, se tale exploit resterà una felice parentesi data dalla particolarità del percorso cittadino o se, a fine stagione, potrà essere definito come vero e proprio punto di svolta. Intendiamoci… la AMR21 non cambierà. A livello di competitività ha deluso e, con molta probabilità, continuerà a farlo.
Ciò non toglie che Sebastian potrebbe finalmente prendere il comando della monoposto, guidando invece di “farsi scarrozzare” come passeggero da una vettura bizzosa che di stare in pista proprio non ne vuole sapere. Abbandonati i sogni di gloria fin dai test pre-stagionali, l’obiettivo del tedesco dev’essere chiaro: stare in pianta stabile davanti al compagno di squadra e, quando possibile, sfoderare prestazioni degne di nota.
Ci riuscirà?
Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero al riguardo…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz