Flexi wing: la FIA ha già deciso…
Se Monaco è risultato per molti aspetti un Gp ‘privo’ di azione in pista, lo stesso non lo si può dire di certo per quanto avvenuto all’interno del paddock. Dopo il caso portato alla luce dalla Mercedes a Barcellona, la FIA ha indagato sulla flessione dell’ala posteriore della Red Bull decidendo così di andare a modificare la metodologia di controllo (trovi qui maggiori dettagli) delle stesse a partire dal Gp di Francia (round 7, 18-20 giugno). Una maggiore stretta che obbligherà il team austriaco, come anche Ferrari e Alfa Romeo (per citarne alcune) a studiare delle versioni più rigide per non incappare in una squalifica.
Nonostante questo, squadre come Mercedes e McLaren, non hanno digerito il fatto di permettere ai rivali di poter disputare il Gp di Monaco, ma soprattutto quello di Baku (data la conformità del tracciato, con il lungo rettilineo che porta al traguardo) con la soluzione incriminata installata sulle rispettive vetture (qui l’approfondimento). Quel che è interessante ora è conoscere il pensiero del direttore generale sportivo della categoria. Un uomo che vanta una rispettabile carriera in F1, sia in veste di partecipante, in passato, che in quelle di ‘regista’, in quest’era moderna.
“In passato abbiamo già assistito a dibattiti sulla flessione delle ali”. Ha esordito Ross Brawn prima di raccontare degli aneddoti agli intervistatori di ‘ESPN’. “Credo si sia oramai giunti all’episodio #27 della saga. Un argomento che personalmente mi sono ritrovato ad affrontare tantissime volte nel corso dei miei 40 anni di carriera automobilistica. Ho ancora il ricordo di Patrick Head della Williams che saltava sulle ali delle mie auto in parco chiuso perché pensava non fossero abbastanza rigide. Voleva dimostrare a Charlie Whiting quanto fossero flessibili. Così ci si appoggiava per osservarne il movimento.”
Negli anni si sono fatti dei passi avanti con la tecnologia, e attualmente, ci ricorda Brawn: “La Federazione attraverso delle verifiche rigorosissime riesce a determinare esattamente in via ufficiale i limiti di detta flessione. Tuttavia, anche se una squadra passa il test, qualora alcuni competitor non fossero soddisfatti dell’esito della prova, la FIA è chiamata ad effettuare un’indagine più approfondita e decidere a posteriori se sia il caso, a seconda delle circostanze, di ricorrere anche a modificare detto test per promuovere delle regole ancor più vincolanti”. Che è esattamente ciò che è accaduto al termine del Gp di Spagna.
Contrariamente però a quanto ci si potesse aspettare, il direttore generale sportivo della F1 non è rimasto molto soddisfatto della decisione intrapresa dalla FIA: “Onestamente credo che cambiare le metodologie di verifica non risolva il problema: non vedo alcuna irregolarità nelle specifiche che riuscivano a superare il test. Discorso diverso sarebbe stato ritrovarsi nel caso in cui ci fosse un meccanismo o qualcosa di nascosto in grado di variare la geometria della vettura in corsa. In quel caso sarebbe stato giusto e anche necessario intervenire.”
Oramai, a prescindere da quelle che possono essere i vari commenti e pareri, la FIA ha preso la sua decisione. Tuttavia, la Mercedes sembra non aver abbandonato il piede di guerra ed ha manifestato l’intenzione di presentare protesta ai commissari del Gp di Baku, qualora la Red Bull scendesse in pista con la versione d’ala posteriore incriminata.
Protesta che sarebbe legittima, ma che secondo Brawn difficilmente potrà essere presa in considerazione da quelli che saranno i commissari di gara nominati per l’appuntamento azero: “Credo che a Baku non si avranno situazioni dubbie. Non lasceremo l’Azerbaijan con una classifica che possa restare in sospeso in attesa di un ulteriore provvedimento. La FIA ha già preso disposizioni in materia e sarei sorpreso nel vedere i commissari non agire in conformità di quanto prestabilito”.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Red Bull – FIA – Aston Martin