Lewis Hamilton ancora una volta si prende la vittoria. La terza di questa stagione. Il britannico allunga su Max Verstappen. L’olandese ha riparato i danni ottenendo un buon secondo posto, in una giornata in cui la sua vettura non era la favorita. Probabilmente il risultato di oggi sarebbe stato lo stesso anche senza la pole tirata via all’olandese nella giornata di ieri. Una gara decisa in gran parte dalle gomme, grandi protagoniste di questa domenica, di cui avremo modo di parlare ampiamente.
Procedendo subito nell’analisi del primo stint, notiamo come il passo tenuto dai primi quattro sia stato di un altro livello. Si conferma la sfida Mercedes–Red Bull. Sotto questo aspetto, a ogni gara riusciamo a conoscere un po’ meglio le due vetture che decideranno il mondiale 2021.
Abbiamo notato in più occasioni che la prestazione dei piloti è stata alquanto altalenante, proprio a seconda di quando la gomma riusciva a rientrare nella finestra operativa. Molti i team radio in cui gli ingegneri ricordavano ai piloti di prendersi cura delle loro mescole, soprattutto quando le posteriori superavano la finestra ottimale. Questo si può vedere molto chiaramente nel grafico a seguire, specialmente osservando le cosiddette “average lines”. Ovvero le linee di tendenza che descrivono molto bene l’andamento della gara.
Il passo dei due piloti in testa al mondiale è stato tuttavia molto simile, anche se per questa gara Mercedes aveva nel taschino qualche decimo in più. Vantaggio che ancora un volta può essere attribuito alla gestione degli pneumatici. Qualche grado in più questa domenica deve avere aiutato le due Frecce Nere. La RB16B sembra riuscire a mettere molto energia nella gomma, e in questo appuntamento tale fattore potrebbe non aver aiutato. Anche in qualifica hanno avuto non pochi problemi a gestire la Soft.
Dal punto di vista strategico la gara si è svolta principalmente giocando con gli undercut, che in realtà non sono stati molto potenti sempre per via della difficoltà di mandare in temperatura i compound. Soprattutto nel giro out subito usciti dai box, i piloti avevano molte difficoltà a scaldare le mescole. Pertanto, il pilota che attuava l’undercut aveva a disposizione un solo giro per attaccare. Precisamente quando il competitor usciva dalla pit-lane con mescola fredda.
Sull’altro fronte della battaglia, quella tra McLaren e Ferrari, anche qui troviamo dei passi simili. In qualifica abbiamo detto che la scuderia italiana sembra ancora avere qualcosa in più rispetto alla vettura di Woking. Soprattutto perché il venerdì la McLaren sembra essere un po’ spaesata. In entrambi gli stint Leclerc è riuscito a tenere un passo migliore di Norris. Nel primo il monegasco ha avuto un vantaggio medio di appena 1 decimo, confermato anche nella seconda parte di gara. Diverse le mescole montate. Nella prima parte di gara Charles calzava le Medium, mentre Lando la Soft. Nel nel secondo stint il monegasco ha usato la Hard con una finestra di temperature piuttosto alta, mentre l’inglese ha preferito montare le Pirelli a banda gialla. Guardando solo i dati verrebbe da dire che Leclerc sia andato meglio rispetto al britannico durante l’arco della gara. Tuttavia l’esito finale è differente. Questo fattore è presto spiegato. Lando, esattamente come a Imola, è stato molto scaltro. Approfittando della ripartenza dopo la Safety Car, riuscendo a portare in temperature il compound Soft più velocemente, mette dietro il ferrarista.
La gara di Sainz è stata in salita. Sebbene nel primo frangente della corsa lo spagnolo abbia tenuto lo stesso passo di Leclerc montando le Soft, quando hanno fornito la numero 55 con un treno di Medium è iniziato il calvario. Lo spagnolo ha spinto molto durante i primi giri e questo fatto senza dubbio accorcia la vita utile dello pneumatico. Tuttavia, il brutto rendimento della media sulla SF21 andrà studiato a fondo, grazie alla miriade di dati raccolti in questo fine settimana. Senza dubbio, la scelta di montare le Pirelli a banda gialla sulla vettura dell’iberico non è stata fortunata. Sotto questo aspetto posiamo fare una considerazione.
Con il feedback di Leclerc nel primo stint tra le mani, dove il monegasco nonostante il buon passo ha lottato molto con la vettura lamentandosi spesso in radio, il muretto Ferrari avrebbe potuto optare per le Hard. Scelta meno rischiosa anche considerando che, effettuando la sosta al 22° giro, erano ancora 44° le tornate da disputare. Nel secondo stint l’iberico ha girato sul 23 netto. Passo condiviso con Gasly sulla Hard. Ferrari in definitiva ha dimostrato una grande difficoltà nell’attivare le mescole a banda gialla.
Problema che non è apparso sulla Alpine, che per questa ragione ha ottenuto ottime prestazioni. Il team transalpino resta comunque un punto di domanda. Neanche Alonso si è spiegato bene la performance della sua vettura. Curve ad ampio raggio e difficile gestione dei compound è stato un mix decisamente favorevole per loro.
Decisamente brutto il week-end per le due Aston Martin. Sebbene Vettel abbia terminato la gara davanti a Stroll, tuttavia entrambe le monoposto sono finite fuori dai punti. La decima piazza in qualifica del tedesco è stato frutto di una gestione gomme azzeccata, anche se probabilmente neanche gli stessi tecnici britannici sembra che ci abbiano capito molto. La AMR21 resta una vettura molto difficile da mettere a punto e al momento presenta un passo gara decisamente non competitivo.
Basta guardare il grafico qui sopra per capire che tra i team che popolano la zona media, Alpine e Alpha Tauri dimostrano una brillantezza diversa rispetto alla scuderia di Silverstone. Soprattutto considerando la ripresa di questi giorni della scuderia con sede a Enstone. In conclusone, mettendo sotto la lente di ingrandimento il team di Faenza, possiamo raccontare una gara a due facce: quella quasi disastrosa di Tsunoda, e quella di Gasly che, ancora una volta, è riuscito a racimolare punti per il team.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz