Cambia lo scenario in cui le vetture scendono in pista, ma al comando c’è sempre lui: Lewis Hamilton. Ancora una volta davanti, concentrato e sempre in forma smagliante. La W12 sembra scappare via, ma aspettiamo la qualifica. Iniziando con l’analisi sul giro secco, la tabella più in basso ci mostra la differenza tra il cosiddetto “ideal lap”, ottenuto sommando i migliori settori per ogni pilota, e il miglior giro di ciascuno. Rispetto al Portogallo, questa sessione di prove libere è stata più lineare. I team non hanno incontrato grandi difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici. Complice una migliore comprensione della vettura da parte degli uomini della Mercedes, la W12 è dotata di un potenziale intrinseco enorme, che potrebbe essere ancora non totalmente espresso.
Durante le FP2, il pilota inglese ha continuato, come spesso accade, a chiedere informazioni riguardanti le differenze in termini di traiettorie rispetto al compagno e a Max Verstappen. Tali indicazioni hanno riguardato soprattutto il terzo settore, il più lento e difficile da interpretare. Peraltro essenziale per mettere assieme il tempo. Le Frecce Nere riescono a fare la differenza nel primo e nel secondo settore, mentre nel terzo c’è ancora un po’ da lavorare. Ultimo settore in cui troviamo la miglior prestazione di Leclerc. Segno che fa ben sperare anche in ottica gara. Ai due ferraristi è stato spesso ricordato in radio di scaldare per bene le mescole nel T3 prima di lanciarsi per il giro push, soprattutto quando montavano la gomma Medium. Una SF21 che ancora una volta si è confermata essere fin da subito una vettura dotata di un buon bilanciamento.
Continua anche la striscia positiva dell’Alpine, che sembra aver finalmente capito come estrarre la performance dalla propria vettura. Entrambe le monoposto hanno messo assieme una simulazione di qualifica ottima. L’auto francese riesce a far segnare dei tempi solidi in tutti e tre i settori, segno di una certa versatilità. Il team con base a Enstone è riuscito a stare davanti a entrambe le AlphaTauri. La scuderia di Faenza ha piazzato le vetture in sesta e settima posizione. La AT02 si comporta bene nel primo settore, dove con Tsunoda “vola” al pari della Mercedes. Mentre perde qualcosina nell’ultimo tratto, dove il giapponese si è lamentato del troppo degrado termico. Aspetto quindi molto importante da non sottovalutare sarà quello di riuscire a tenere in vita le mescole dalla prima all’ultima curva. L’arduo compito sarà gestirle nel terzo settore, dove si arriva con un compoud molto su di temperatura poi messo a dura prova dalle curve lente di pura trazione.
Apriamo ora il capitolo Red Bull. Guardando la classifica verrebbe da pensare a un venerdì disastroso. Tuttavia, notiamo che se Verstappen fosse riuscito a comporre il giro perfetto si sarebbe piazzato in quarta posizione alle spalle del monegasco della Ferrari. Il grosso distacco si materializza nel primo settore, dove l’olandese perde 2 decimi e mezzo rispetto all’inglese. Proseguendo nel secondo, il gap si accorcia di molto, risultando quasi nullo. Infine, nell’ultimo tratto la RB16B lascia per strada ancora un decimo. T2 e T3 sono le zone dove la vettura austriaca potrebbe dare il meglio. Per questo, prima di tirare conclusioni affrettate, conviene aspettare la giornata di domani. Come detto, in Mercedes hanno controllato da vicino le tornate della Red Bull, nello specifico curva 10, dove Verstappen ha da subito trovato una traiettoria molto efficace.
Fuori dalla top ten troviamo Aston Martin e McLaren. Vettel si è lamentato durante il primo run di un posteriore ballerino, poi corretto da alcune modifiche in corsa. Ancora una volta la vettura color papaia si è “nascosta” con entrambi i piloti. Ciononostante, l’australiano non riesce ancora a trovare il passo di Norris. Malgrado gli aiuti in radio su come affrontare determinate curve, come ad esempio la 5 o la 13, il gap rispetto al giovane britannico resta grande. Anche per il team di Woking, prima di esporci dovremo aspettare domani.
Passando all’analisi sul passo gara, ancora una volta i team si sono concentrati nel capire a fondo gli pneumatici Soft e Medium. Ferrari e Mercedes hanno effettuato lo stesso identico programma: primo stint sulla gomma a banda rossa, per poi passare alle medie. Red Bull fa lo stesso con Verstappen ma non con Perez, realizzando il programma inverso. Mentre Alpine divide il lavoro sui compound facendo provare una mescola diversa a ciascun pilota: Alonso sulla gomma più morbida, Ocon sulla Pirelli a banda gialla.
High fuel, le due Mercedes hanno mostrato un ottimo ritmo, eguagliato soltanto da Perez. In casa Ferrari, l’unico ad aver fatto un long-run significativo, percorrendo più giri sulla Soft, è stato Sainz. La SF21 non sembra adattarsi benissimo alla gomma più tenera. A Maranello dovranno lavorare su questo fronte in vista di domenica. Sia Gasly che Perez risultano essere 1 o 2 decimi più veloci rispetto allo spagnolo del Cavallino. Come sappiamo la McLaren è una vettura capace di esprimere il meglio in gara. In tal senso, per Ferrari sarà importante partire davanti, anche se potrebbe soffrire nella lunga retta vista la maggior potenza del propulsore Mercedes montato sulla MCL35M. Molto interessante anche il long run su gomma Soft di Ocon, che ha girato sulla media del 24.0. Vedremo se la possibile lotta che traspare da questi dati si confermerà domenica.
Lo stint di Alonso su gomma Medium farà pensare molto gli strateghi delle varie scuderie. Con quesa mescola lo spagnolo ha tenuto un passo di 23.9, superiore a quello del compagno di squadra con la Soft. Questo fatto potrebbe far pensare che la mescola giusta con la quale partire possa essere la Media.
Per il secondo stint, con minore livello di carburante, si sono distinte ancora una volta le Mercedes che, inutile dirlo, restano le vetture da battere anche sul passo gara. Leclerc gira sul 23.5, a circa mezzo secondo dalle Frecce Nere. I long run di Verstappen, Gasly e Vettel non sono significativi, visto che hanno effettuato un solo giro.
Nel complesso non si sono visti fenomeni di abrasione particolari. Per questa ragione, i team rimangono molto “liberi” su che direzione prendere per la strategia di gara. Ovviamente in tanti punteranno all’unica sosta, utilizzando probabilmente la Pirelli a banda bianca. Ma questa non è l’unica strada da seguire. Il tempo di percorrenza della pit lane non è elevato, pertanto escludere la doppia sosta a priori sarei errato. Le chiavi per affrontare al meglio la corsa saranno il passo gara e il degrado. Se quest’ultimo fosse troppo elevato potrebbe precludere la singola sosta.
Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
norris prenderebbe 7 decimi da leclerc? speriamo ma siamo al limite del sogno…