Il Pagellone del “giocattolo rotto” del Froldi
Sì: la Mercedes e Hamilton hanno rotto il… giocattolo della F1!
Ma lo hanno rotto, davvero. Tanto.
Lo hanno proprio scassato… il giocattolo!
E finalmente, non se ne può più.
Basta, basta, basta.
Prima ci hanno fatto schiattare con Vettel, poi ci hanno costretto a tifare i bibitari pur di vederli sconfitti. Max sta subendo lo stesso trattamento da psicanalisi riservato a Sebastian: vedere l’obiettivo lì, a portata di mano, dare tutto e di più… e non raggiungerlo mai.
Ora siamo alla fase finale: non ci viene quasi più voglia di vedere le gare di Formula Uno.
Non lo avrei mai pensato quando, nel 1987, cominciai a guardare le gare della massima espressione del motorsport su quattro ruote. E non è che la Ferrari facesse sfracelli, anzi. Però il dominio di un team al massimo durava due anni.
Non so se ai piani alti siano contenti di questo monologo infinito di quelli là, di questa irrisione degli avversari, di questa fasulla narrazione che impongono con improbabili difficoltà che vedono solo loro e qualche cronista distratto.
Giocano al gatto con il topo, ed è sotto gli occhi di tutti.
E i loro tweet da sberleffo sono la ciliegina sulla torta.
Questo è ormai uno sport dopato, una finzione tipo wrestling. Ma quelli del wrestling sono onesti, lo sai sin dall’inizio che è tutto spettacolo, coreografia e abilità fisica. La Formula Uno si propone invece come spettacolo serio, ma anche lì è tutto finto, solo che è di plastica e fibra di carbonio.
Davvero, dal 2014, sono tutti brocchi e loro super geni, visto che nessuno è riuscito a impensierirli sul serio? Passi per Ferrari, che è da sempre autolesionista, ma anche in Honda e Red Bull sono dei brocchi? Sul serio? Ci credete?
Diciamocela tutta: la Mercedes doveva vincere. Era la cambiale in bianco firmata dalla Fia per vederla in pista e dare prestigio alla F1. E cosi è arrivata l’era turbo-ibrida. Un giocattolo congegnato, e nessuno me lo toglierà mai dalla testa, per farli vincere, con il beneplacito probabilmente inconsapevole di Ferrari (e grida ancora vendetta la firma di Montezemolo all’autocastrazione della Scuderia dal 2008 in poi).
Un contentino che doveva durare qualche anno. Già
Il problema è che lassù non si rendevano conto che quelli là, una volta che cominciavano a vincere, non avrebbero più finito. Ma quelli là… sono fatti così. E non è che non lo si sapesse perché, come sempre, la Storia è “magistra vitae”.
Agli altri la polvere, sempre. E anche lo sfottò.
Questa Formula 1 sempre più anglocentrica ruota attorno alla Mercedes. Non c’è altro. Ed è una noia mortale.
Saranno contenti i tifosi di Hamilton. Ma contenti di cosa? Sono veritieri i numeri impressionanti della sua carriera? Ni. Ha sempre guidato un missile e quasi mai ha dovuto sudare per vincere (in Mercedes). Con ciò è evidente che non discuto la grandezza del pilota. E’ nell’Olimpo di tutti i tempi. Ma è comunque uno spettacolo che un pò sa di finzione. Lui sa sempre come va a finire. Perché in Mercedes hanno in ogni circostanza una superiorità imbarazzante. Sempre. Quando serve, tirano fuori quelle modifiche o quei cavalli in più per ridistanziare gli avversari. Ecco perché è uno spettacolo finto, drogato.
Proprio perché hanno tale superiorità, continuare a dire panzane megagalattiche nei team radio sul degrado delle gomme, o mettere lo squalone di “Alla ricerca di Nemo” per mostrare la loro forza sono forzature del tutto fuori luogo.
Quando cadranno, perché se resteranno prima o poi accadrà (e se se ne vanno per manifesta superiorità sarà comunque finito un incubo), non dovranno stupirsi di tutti gli sfottò che arriveranno a tonnellate.
Perché si può vincere in modo elegante, oppure no. E si semina quel che si raccoglie.
Mercedes. Voto: ZERO. Per quanto detto in premessa.
Hamilton. Voto: (meno) 10 e lode. Proporrei di fare come con Alfredo Binda nel 1930…
Hamilton e i suoi riflessi. Voto: stupefacente. Mi riferisco a come ha allargato quel tanto che bastava per non toccarsi con Max a inizio gara.
Bottas: Voto: tristezza. Ormai è un caso umano. Un caso umano milionario, va da se. Ma non deve essere bello, ogni “maledetta domenica” (semicit.) essere il gregario perfetto (o quasi).
Match Binotto-Vanzini. Voto: Barbara D’Urso. Non voglio aggiungere altro. Ma al netto di quanto io stimi chi ha inventato fucsia per non dire viola, perché magari è più figo urlare fucsia in telecronaca, a questo giro ha ragione il cronista di Sky. Leclerc non ha l’auto per vincere. E guida una Ferrari. Il resto è rumore di fondo, “vane ciance”…
Verstappen. Voto: 2017. E’ Davide contro Golia, Ettore contro Achille. Prometeo che ruba il fuoco a Zeus per darlo agli uomini e mal gliene incolse. C’è, talvolta, una nobile grandezza nella sconfitta. E c’è, talvolta, una ridicola piccolezza nella vittoria.
Ferrari terza forza. Voto: dunque?
Se dovessi scommettere i miei due euro sul terzo posto, direi McLaren, per tutta una serie di ragioni tecniche (a partire dalla PU a tre stelle). Ma anche se la Ferrari riuscisse ad arrivare terza… il pensiero che mi viene è, e scusate il francesismo: e chi se ne frega? Dobbiamo gioire per un quarto posto a quasi un minuto con in mezzo una Safety Car? Davvero?
Marc Gené Guerrero e la lingua italiana. Voto: sono cazzotti. Oltre ad essere un professionista serio (non sono ironico), è anche un vero ferrarista e non dubito che si immolerebbe pur di veder vincere l’amata Rossa. Però deve capire che l’Italiano ha due verbi ausiliari (essere e avere) e che non può, ogni tre parole, sparare uno strafalcione… su, si metta d’impegno a ripassare la lingua italiana. L’essere spagnolo non è una scusante, anzi è aggravante (vista la “vicinanza” delle due lingue). Si rimetta a studiare. Ne trarrà giovamento lui e, soprattutto, noi…
Leclerc. Voto: 9. Di più non si può fare. Vale in parte quanto scritto per Verstappen.
McLaren. Voto: 5. E meno male…
Pit Stop Giovinazzi. Voto: film Horror.
Mazepin. Voto: film Horror di serie B.
P.S.: Monaco. Montecarlo.
Lo sapete come finirà no? Lasciate perdere le solite panzane sparate da Toto.
E guardate il GP solo se proprio non avete (o non avete trovato) null’altro di meglio da fare.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi