Effetti collaterali di una sfida al vertice. Così si potrebbe sintetizzare il momento che sta attraversando la Formula Uno, con Mercedes e Red Bull a darsele in pista e fuori. La prima, il team campione del mondo in carica, che vede il suo regno in pericolo; la seconda, la squadra spodestata dagli anglo-tedeschi con l’arrivo delle power unit turbo-ibride, a rivendicare lo scettro del comando. Negli ultimi giorni tiene banco la vicenda che investe le flexi-wings tra minacce abbozzate, dichiarazioni al veleno ed interpretazioni del regolamento sportivo più o meno fantasiose.
Un paio di giorni fa avevamo provato a fare chiarezza sullo stato delle cose spiegando, in punta di diritto, che sia Brackley che Milton Keynes hanno la legittima pretesa di rivendicare la correttezza delle reciproche posizioni (leggi qua l’approfondimento). Nonostante ciò – e non abbiamo la sfacciataggine di pensare che un articolo sia dirimente o possa portare i belligeranti a più miti consigli – la guerra continua ad infiammare, in uno scontro che potrebbe conoscere il suo memento più alto, e dunque critico, già dalle libere del prossimo GP di Azerbaigian che si terranno tra esattamente sei giorni in quel di Baku.
Mercedes attacca e pretende che la FIA intervenga chiaramente sull’ala posteriore della RB16B senza attendere il GP di Francia; Red Bull incassa e controbatte mettendo al centro del dibattito l’ala anteriore della W12 che pare flettere in maniera drastica quando le spinte verticali si moltiplicano in maniera massiccia. Insomma, l’opposizione mediatica è in pieno corso di svolgimento e sembra poter preludere ad un duello fatto di carte da bollo e condotto da avvocati in doppio petto che potrebbero sfidarsi dinnanzi alla Corte d’Appello della Federazione Internazionale.
Sgombriamo il campo da ogni dubbio: Toto Wolff non ha torto a chiedere che gli organi preposti accelerino la verifica annunciata nelle scorse settimane. Naturalmente la stessa Red Bull, qualora lo reputasse necessario, avrebbe ed ha tutte le ragioni a pretendere che siano verificate le caratteristiche della ali della Freccia Nera. Insomma, si fa un gran parlare ma di atti formali e concreti non se ne vedono all’orizzonte.
Se si resta nella sfera mediatica e si va fondo nella polemica non esiste uomo più titolato ad intervenire di Helmut Marko. Un personaggio che negli stati agitati ci sguazza come un pesce nell’acqua e che pare trovare piacere nel lanciare fendenti. Ovviamente “il Dottore” non poteva esimersi dall’intervenire a gamba tesa in una questione che investe direttamente la scuderia che rappresenta. “La FIA – ha esordito l’ex pilota a Forme1.de – ha deciso che le regole per il test, in particolare per la resistenza alla torsione, verranno cambiate. Questo si applicherà dal Paul Ricard in poi. Se il signor Wolff pensa che sia troppo tardi deve capire che è la FIA che determina la procedura. Se inoltra protesta è libero di farlo”. E fin qua nulla di particolarmente pepato.
L’affondo non tarda ad arrivare: “Penso che Toto dovrebbe anche guardare le sue ali anteriori. Perché sia su ServusTV e anche su Sky, s’è vista una registrazione che mostrava quanto drasticamente questa ala anteriore si avvicinasse al suolo“. Il manager ha aggiunto, in maniera abbastanza sibillina, che il suo team potrebbe in ultima analisi presentare una protesta sul tema.
In Mercedes, però, si sentono abbastanza tranquilli. E, nemmeno a dirlo, tirano nuovamente in ballo la creatura di Adrian Newey: “La nostra ala anteriore si piega esattamente allo stesso modo della Red Bull“. Evidenza desumibile da ogni semplice on board. E rincara la dose: “Ma è chiaro che la loro ala posteriore si piega più di quanto dovrebbe. Secondo le regole non è in conformità”. E buonanotte alla diplomazia che evidentemente non servirà nel gestire questa situazione.
Per ora la FIA sembra voler chiudere un occhio sulla parte frontale delle monoposto puntando a mettere fine alla discussioni sull’alettone posteriore. Il verdetto non è scontato e a Milton Keynes lo sanno. Tanto che si stanno preparando ad una modifica da presentare al Paul Ricard. Ancora Marko: “Già negli anni scorsi (nel periodo del dominio di Sebastian Vettel, nda) dovevamo apportare miglioramenti ogni volta. È un processo normale. Al momento, siamo in in possesso di un’auto legale. In Francia metteremo un rinforzo sulla nostra ala posteriore”.
Red Bull, quindi, si sente forte del suo operato e minimizza l’eventuale imposizione della FIA circa un irrigidimento dell’ala posteriore. A Milton Keynes sono convinti che la modifica non altererà i valori in campo e che i rapporti di forza rimarranno i medesimi. Questo sarà solo la pista a dirlo. Viene da sé chiedersi una cosa elementare: se la questione è così facilmente risolvibile, perché è in corso questa guerra senza quartiere?
Probabilmente Marko gioca con le parole poiché un ban potrebbe invece costare velocità di punta alla RB16B. L’argomento tecnico è caldo tant’è che la stessa Mercedes, come riferito dal boss Toto Wolff, sta studiando la sua flexi-wings da introdurre qualora i delegati FIA verificassero che le appendici della Red Bull e della Alfa Romeo (quelle che deflettono in maniera più evidente) sono perfettamente aderenti all’articolo 38 del regolamento tecnico che disciplina la materia. Pochi giorni e sapremo l’epilogo di questa vicenda. Nel frattempo la tempesta mediatica continua ad infuriare.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Mercedes, Red Bull