Se a Monaco è stato il fato ad accanirsi su Valtteri Bottas costringendolo ad un ritiro beffardo mentre era comodo secondo alle spalle di Max Verstappen, in Azerbaijan non vi sono attenuanti per il finlandese autore di un Gran Premio molto deludente, ai limiti dell’inaccettabile per come sono andate le cose.
In difficoltà sin dal primo turno di libere, Valtteri non ha mai trovato l’assetto giusto né la necessaria determinazione per chiamarsi fuori da una mediocrità ingiustificabile. Un pilota abulico che ha guidato senza alcun guizzo e che è stato capace di peggiorare in gara una già inutile decima posizione ottenuta in qualifica. Un’alternanza prestazionale in campionato che, via via che gli appuntamenti si dipanano, si sta appiattendo verso il basso. Forse anche a causa quelle voci che lo vogliono già appiedato per l’anno venturo. Attenuante che non scagiona il reo.
Vediamo come si è sviluppata la difficile gara del 77.
La Mercedes W12 del pilota di Nastola parte per il primo stint con gomme a mescola morbida. La pista è caratterizzata dalle seguenti temperature: aria 24°C, asfalto 37°C. L’analisi prende il via dal momento in cui l’Ingegner Riccardo Musconi chiama il countdown per il giro di installazione. Nel formation lap, come successo sulla vettura gemella, è quasi manicale il tentativo di mettere in temperatura le gomme anteriori con continui e repentini cambi di direzione. Per quelle posteriori, invece, il metodo usato è quello dei burn out sul rettilineo della partenza. Quando la monoposto è sulla piazzola di competenza, Musconi avvisa che l’ultima macchina si è schierata: “Last car approaching the grid“. La procedura di partenza può iniziare.
L’avvio non è perfetto nei primi metri, ma è più efficace nell’abbrivio. All’imbocco di Curva 1 c’è la possibilità di bersi la McLaren di Norris. Cosa che avviene in uscita. Bottas guadagna una posizione che riperde immediatamente a scapito di arrembante Sebastian Vettel che sarà assoluto protagonista della gara. Nel corso del primo giro il finnico deve stare attento al ritorno di Esteban Ocon che si fa minaccioso sulla sinistra. L’azione fallisce: la decima piazza è al sicuro al termine del passaggio in oggetto.
Al termine della seconda tornata Musconi avvisa che è possibile utilizzare il DRS. Contestualmente consiglia di badare al francese dell’Alpine che alle spalle può usare l’ala mobile sul rettilineo di partenza. Poco dopo si apre in radio riferendo che Vettel è in zona DRS su Tsuonada e che la cosa potrebbe rappresentare un’opportunità per il finnico. Occasione che non viene raccolta perché fa fatica a restare incollato alla Aston Martin.
Mentre davanti i primi quattro si scambiano le posizioni dandosi battaglia, al sesto giro Bottas è ancora incatenato alla decima piazza alle spalle dell’ex ferrarista senza mai dare la sensazione di poterlo attaccare. Nel frattempo dietro la Freccia Nera n°77 c’è un avvicendamento: Lando Norris scavalca Esteban Ocon alle prese con problemi al cambio.
Qualcosa nella gara di Bottas inizia a muoversi al decimo giro. Non che faccia qualcosa di rimarchevole per cambiare il destino del GP, si tratta del semplice balletto dei pit stop che consente alla 77 di scalare in settima posizione per le soste di Leclerc, Tsunoda e Fernando Alonso. Un giro successivo è in sesta piazza grazie al pit di Carlos Sainz.
Rimonta effimera perchè al passaggio 12 è tempo di sostituire gli pneumatici. Ma partiamo da tre giri prima, quando inizia l’interlocuzione tra il muretto e la vettura sullo stato delle gomme. Prima viene chiesto se è tempo di “switch“. Non arriva risposta. Musconi incalza e domanda se il pilota è intenzionato a continuare con quegli pneumatici. Anche in questo caso un Bottas particolarmente taciturno non proferisce verbo. Allora l’ingegnere imolese arringa: “Pushing hard!“.
Stavolta la sosta del finnico, che entra al giro 12 dopo che Musconi ha nuovamente ripetuto “Keep pushing hard“, fila via lascia senza intoppi dopo il disastro monegasco. La W12 viene richiamata all’uscita di Curva 16: “Box, box, brake balance for the line. Brake balance for the pit. Clutch position standard“. I meccanici montano Pirelli a compound duro e così può riprendere la marcia. In undicesima posizione.
Dopo il valzer dei pit Bottas si ritrova ulteriormente attardato avendo subito l’undercut dalla McLaren . Musconi si limita a comunicare che è corsa col britannico: “Norris… You are racing in“. Anche stavolta non arriva replica. La voce del finlandese è diventata merce rara in questa gara.
Si entra in una fase di gara relativamente stanca nella quale Bottas cerca, vanamente, di mettersi in condizione di sopravanzare Norris. Dopo due giri dal pit finalmente si apre in radio. E il messaggio che manda non è proprio confortante: “The tyres still warming up“. La risposta dell’ingegnere di pista è evasiva: “37 laps to the end“. E poi dà i distacchi da Vettel e Stroll dicendo che entrambe le Aston Martin devono fermarsi e che è nella finestra temporale per poterle mettere alle spalle dopo il pit stop.
Al passaggio 20 Bottas s’è fatto sotto concretamente.
Musconi ravvisa che possa essere il momento buono e sprona il suo pilota: “Se passi Norris puoi lottare per la quinta posizione“. Che, dato il GP anonimo, sarebbe grasso che cola. Valtteri almeno inizia a provarci e alza il ritmo sperando di dare un senso ad un GP di Azerbaijan fino a quell’istante spento. Proprio mentre prova a ricucire lo strappo, in Curva 16, alla ventiquattresima tornata, commette un errorino. Entra con molta velocità, la macchina sottosterza platealmente, e non riesce a prendere il punto di corda uscendo pesantemente sul cordolo.
Nulla di serio, ma basta per fargli perdere il contatto visivo con la vettura di Norris. Subito dopo si apre in radio: “Can you give me the racing situation?“. Musconi gli dice che è decimo e che Stroll deve ancora fermarsi. E poi sciorina l’elenco delle nove vetture che lo precedono.
Non succede nulla degno di essere annotato fino al momento dell’incidente di Lance Stroll. Che potrebbe essere l’episodio col quale provare a dare una svolta alla gara. Quando l’Aston Martin va a muro Musconi (giro 31) dà le indicazioni di rito sullo stato della pista e aggiunge, con una punta di cinismo e avvedutosi che da lì a poco sarebbe entrata la vettura di sicurezza, “big chance“. Comunica l’ingresso della Safety Car e poi annuncia la chiusura della pit lane.
Valtteri chiede cosa sia accaduto e l’ingegnere spiega l’accaduto ammonendo di restare a destra sul rettilineo principale. Rimarca che Stroll era sulla stessa gomma da 30 giri. La pit lane riapre al 34° giro ma Bottas resta in pista senza provare un diversivo. Musconi è chiaro: “Se ci fermiamo andiamo in coda al gruppo“.
Al passaggio successivo Bernd Maylander prende la via della corsia box. E’ il momento chiave per la gara di Bottas che si conferma essere in modalità “bella addormentata nel bosco“. Nel giro che precede il rientro osserviamo il solito e costante zigzag per mettere in temperatura le gomme. Viene comunicato uno “switch for the tyres to restart“. Non si fa menzione alla tanto discussa modalità MAGIC ma potrebbe trattarsi proprio di quella.
Le operazioni riprendono con Bottas in nona piazza. Nel breve volgere di un giro il finnico sarà in grado – e non è una nota di merito – di perdere ben 4 posizioni. Vediamo perché. Al restart Bottas succhia la scia di Norris provando ad affiancarlo. L’inglese chiude con sagacia. La manovra fa sì che la 77 resti tutta a sinistra lasciando libero il fianco destro nel quale Sainz, in Curva 1, si infila: P10.
Subito dopo è Ricciardo ad approfittare prendendosi la posizione, nuovamente all’esterno. Bottas è palesemente intontito e continua a guidare in maniera imprecisa con continue sbavature che offrono la possibilità ad Alonso di sopravanzare. La beffa finale arriva da Raikkonen che, in un punto estremamente tortuoso dove i sorpassi sono merce rara, sfila in posizione 13. Valtteri perde quattro piazze in tra T1 e T2, una specie di record. Di cui non fregiarsi.
Non arriva reazione verbale dal pilota. Nè da Musconi che si limita a comunicare il distacco da Raikkonen che in un giro supera il secondo tagliando fuori la monoposto n°77 dalla zona DRS. A dodici tornate dal temine il tecnico inizia a dare i distacchi su Russell che intanto si è fatto minacciosa alle spalle: Bottas deve difendere la 14esima posizione da una Williams!
Al peggio non c’è mai fine. Al passaggio 38 l’Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi si fa minacciosa nei retrovisori della Mercedes. Il finnico è ancora una volta protagonista di un errore in Curva 16: una costante durante tutto il week end di gara. Il pilota italiano se ne avvede, si fionda come un falco e apre il DRS sull’abbrivio successivo uccellando “il boscaiolo” che ormai è caduto in una crisi depressiva irreversibile. La gara è un calvario che attende solo di terminare
A 20 giri dalla fine la situazione è la seguente:
la gara scorre mestamente verso un epilogo scontato che non viene spezzato nemmeno dall’episodio più clamoroso: il ritiro di Verstappen che arriva al giro 46, quando ne mancano cinque al termine.
Musconi avvisa prontamente il suo pilota dell’episodio che ha visto protagonista il capo classifica e parla subito di “tyre fauilure to the rear left“. Annuncia la Safety Car e riferisce che probabilmente la gara finirà dietro la vettura di sicurezza. Bottas si dice preoccupato di un restart con queste gomme. Musconi lo chiama ai box per montare le soft.
Quindi la vettura 77 “pitta” prima che Masi deliberi bandiera rossa. Cosa che succede, come ormai noto, alla tornata 48. La macchina ritorna nella pit lane e le comunicazioni si interrompono.
Riprendiamo la cronaca dal giro di installazione che precede la standig start. Bottas riparte in tredicesima piazza dopo aver messo – o almeno provato a farlo – le gomme in temperatura. Musconi impone STRAT 5. Lo start è discreto ma non sortisce particolari effetti. Dopo curva 1 Valtteri rischia l’incidente con le due Alfa Romeo che quasi si prendono. Situazione che consente a Russell di sorpassare. Bottas, in un rarissimo scatto d’orgoglio, si riprenderà la posizione e chiuderà così la sua gara con due giri in sostanziale controllo. E’ P12 alla bandiera a scacchi.
Nel consueto punto della situazione nel giro di rientro Musconi snocciola l’ordine di arrivo e mette in guardia sulla vettura di Perez ferma in pista. Bottas chiede che fine abbia fatto Hamilton e l’ingegnere gli spiega l’accaduto. Infine si apre in radio dicendo he il week end è andato male, che si poteva andare più veloci e che bisognerà farlo nel prossimo appuntamento.
Complice la topica di Hamilton, Mercedes chiude il Gp di Baku con un doppio zero in classifica. Una condizione che aggrava ulteriormente la situazione nel Costruttori per il team di Brackley. Se Lewis sbaglia lottando nel tentativo di massimizzare l’uscita di Verstappen, Bottas non si limita nemmeno al compitino. E’ un atteggiamento sportivamente condannabile quello di chi possiede una vettura come la W12 e non riesce a centrare un misero punticino su una pista sulla quale il motore è un fattore chiave.
Il GP di domenica scorsa è stato una dei punti più bassi dell’esperienza del finnico in Mercedes. L’addio a fine anno è sempre più scontato, ma restano tanti dubbi sull’utilità di un driver apparso svogliato e incapace di trovare il bandolo della matassa. In tre giorni le sue prestazioni sono andate peggiorando drasticamente. Il Paul Ricard è l’ennesima chiamata al riscatto. Bottas ci crederà?
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:F1TV