F1. A meno di 3 settimane dal weekend che inaugurerà il nuovo format comprensivo della Qualifying Race a Silverstone (16 – 18 luglio) ecco che iniziano a sorgere le prime lamentele. Come certo saprete, il fine settimana sarà scandito da una sessione di libere seguita dalla classica qualifica al venerdì, una seconda prova di libere al sabato prima della gara di qualificazione del pomeriggio e infine dalla gara classica della domenica. Il regime di parco chiuso entrerà in vigore da venerdì sera, come consuetudine al termine delle prove ufficiali.
Con un programma così lungo, la Federazione ha comunque previsto la possibilità che alcuni problemi (minori) di affidabilità potessero emergere, così ha deciso di permettere ai team di andare a sostituire elementi dell’impianto frenante, candele, filtri e parti danneggiate qualora lo si ritenesse necessario. Purtroppo però in questa lista non sarebbe stato inserito un particolare che alcune squadre vanno sempre a sostituire almeno una volta nell’arco del weekend: la frizione.
“Le nostre frizioni sono state costruite sulla base di determinati requisiti” ha esordito Andy Stevenson, team manager Aston Martin, citato da ‘Auto Motor und Sport‘. “Generalmente hanno bisogno di manutenzione ogni 300 chilometri. Se avessimo saputo a cosa saremmo andati incontro prima dell’inizio della stagione, avremmo sicuramente costruito delle frizioni con specifiche differenti. La sua affidabilità è sicuramente un elemento di preoccupazione per noi. Non possiamo garantire che reggerà senza la possibilità di prendere gli adeguati accorgimenti. A meno che la FIA non inserisca la frizione nell’elenco delle componenti sostituibili, saremo costretti a saltare le sessioni di libere”.
Una presa di posizione dura quella dell’Aston Martin. La Federazione Internazionale dell’Automobile al momento sembra aver preso il tutto come una lamentela di poco conto. O almeno è questo ciò che si evince dalla risposta fornita ai team che hanno palesato preoccupazioni in merito: “Se è questo il problema basterebbe condurre meno prove di partenza”.
Un’affermazione presa come una canzonatura da Alan Permane, responsabile operazioni Alpine e alla quale ha dunque replicato seccato: “Tutto ciò non ha nulla a che fare con il numero di partenze che si effettuano nel corso del weekend. Si tratta di usura. La frizione è costantemente attiva, il reale problema sono i cambi di marcia non le partenze“.
Al momento la FIA non sembra averci ripensato, anche se potrebbe farlo nel corso dei prossimi giorni. Alpine e Aston Martin, in genere, sostituiscono le loro frizioni dopo le prove del venerdì, in media appunto, dopo aver percorso 300 km (che è anche l’equivalente della distanza di un Gp). Altri team invece non hanno di questi problemi riuscendo a percorrerci distanze addirittura doppie in determinate circostanze.
Fortunatamente a Silverstone i piloti non faranno un ampio uso del cambio: con un numero poco superiore alle 30 cambiate per giro (lunghezza 5’891 m), l’impegno della trasmissione risulta tra i più bassi della stagione, circa 1700 nell’intera distanza di gara. Il che potrebbe garantire alle squadre di poter davvero riuscire a disputare il weekend senza alcun intoppo.
Discorso diverso sarà quando si andrà a Monza o Interlagos, dove si toccheranno rispettivamente le 2400 e le 3000 cambiate nel corso del singolo evento domenicale. Numeri in linea con la media stagionale, ma che nell’economia del fine settimana si potrebbero certamente far sentire.
Per ora comunque non abbiamo ancora ricevuto ufficialità in merito ad un secondo e eventuale terzo appuntamento stagionale caratterizzato dalla qualifying race. La sensazione è che i vertici della FIA e della F1 vogliano attendere l’esito del test britannico per valutare se sia un format di successo e dunque inserirlo in altri impegni del mondiale.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Aston Martin – Alpine
