F1: Atto Primo
Tac!
E’ stata una coltellata perfida e morbida. A un giro dalla fine.
Il re nero non ha offerto neanche troppa resistenza.
Il boato della folla (sì, finalmente la folla) ha quasi coperto il rumore in pista.
Ed era una liberazione.
“Basta, non ne possiamo più!”
Un perfetto finale al cardiopalma di una perfetta gara da indiavolato. Così Max ha recuperato, alla grande, la sbavatura di inizio gara che avrebbe potuto compromettere, e non poco, il risultato finale.
Quei dannati filibustieri delle lattine volanti ci stanno forse regalando il più avvincente mondiale da quando è cominciata la narcotizzante era ibrida (anno del Signore 2014).
Molti, compreso il sottoscritto, continuano a pensare che la Mercedes sia favorita alla lunga. Ma sarebbe da sciocchi non considerare che l’inerzia del mondiale sembrerebbe lentamente spostarsi verso Milton Keynes.
Lo ammetto. C’è un pò di goduria nel vedere turlupinati e umiliati “quelli là”.
Glielo voleva togliere Marchionne il sorriso a Toto & co., forse ci riusciranno l’Honda, il ruvido Marko e, naturalmente, l’olandese volante.
Comunque, al netto di tutto, una vittoria pesante, di quelle che restano e, di converso, una sconfitta di quelle che bruciano la pelle e, soprattutto, tolgono certezze.
Questa era una pista Mercedes. Era.
F1: Atto Secondo
“Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo”. L’aforisma, che per i più è di Oscar Wilde (ma sarebbe stato perfetto anche in bocca al Divo Giulio), ben si attaglia alla Mercedes, a Wolff, a Hamilton.
Per anni “i tedeschi” ci hanno detto che volevano la lotta vera, avversari tosti. Si, certo, erano in pieno controllo, tutto filava liscio come l’olio, giusto qualche intoppo ogni tanto o qualche avversario che veniva subito ridimensionato (doppia batteria, flussometro, scimitarra, ipotesi PU irregolare, etc etc)
Me lo vedo Toto, con occhi lucifecerini, davanti alle telecamere che recita: “Ah, zi, noi volere gare combattute, vittorie sofferte, bello per lo sport e per tutti”.
Balle.
Balle che servivano per rendersi simpatici (o meno antipatici) ai tanti che ne hanno due palle così (scusate il francesismo, siamo giusto in tema) della loro strafottenza tecnica e politica.
Toto sembrava dire: “Non è colpa nostra se siamo bravi, sono gli altri che non sono come noi”.
Poi vabbè, mica c’era solo la Ferrari. C’era la Red Bull, la Renault, l’Honda, la Mc Laren, la Williams… tutti d’improvviso, dal 2014, diventati polli e incompetenti. Ma sorvoliamo sul peccato originale che ha come padre Ross Brawn, altro genio diabolico, su cui si basano le iniziali fortune del lungo dominio turbo-ibrido…
La verità è che a tutti piace vincere lasciando gli avversari lontani, umiliati e scornati.
Poi, certo, l’adrenalina e la gioia che si provano per una vittoria ottenuta all’ultimo sono un altro paio di maniche, ci mancherebbe!
Ma da sempre scrivo che appena qualcuno si fa sotto, il principe dei Team Principal comincia con le sue manovre. D’altronde è bravo davanti alle telecamere e nelle segrete stanze, nulla da dire.
E non è un caso, difatti, che Toto sia diventato di nuovo iperattivo, fuori dalle piste, fra sospetti e dichiarazioni al vetriolo su ali flessibili, pressioni gomme e via discorrendo. Mi stupisce che non abbiano ancora lanciato illazioni sul propulsore turbo-ibrido nipponico. Ma c’è ancora tempo.
La verità è che a nessuno fa piacere perdere.
E gli anglo-teutonici sopportano ancora meno la faccenda. Si tratta di come sono fatti nel loro intimo, nella loro essenza… roba che si trascinano da secoli. E la Storia non è mai una faccenda semplice. E’ un retaggio che ti si pianta nelle cellule, di generazione in generazione.
Avete ottenuto un avversario degno di tale nome; forse come non mai. Prima, a metà anno, le velleità rosse erano già disciolte come neve al sole… e godetevelo questo avversario!
A noi, ferraristi e non, non par vero. Ci stropicciamo gli occhi increduli e speriamo che duri…
Ah… a proposito di sospetti e veleni vari. Nessuno è una verginella in Formula Uno. E’ pacifico.
Ma diamine, ci vuole davvero una gran faccia tosta a puntare il dito sugli altri.
Toto e compagnia, compreso Hamilton, sono quelli che si facevano mille chilometri di test illegali a Barcellona, nel 2013. Con caschi neri e tute anonime (se fossero state prove “legali”, non si capisce cosa avessero da nascondere, “ça va sans dire”…).
Il buon Lewis twittava che era a Disneyland. Non fu proprio una bella figura eh!
Suvvia, un pò di dignità!
Io sospetto da almeno un lustro che in Mercedes siano cattivi perdenti.
Vediamo se ho ragione o torto.
Hamilton. Voto: 9. Non è mai domo, e non si rassegna mai alla sconfitta. Occhio a darlo per “morto”, anche se una sconfitta contro questa Red Bull non sarebbe una cosa assurda e, prima o poi, tutti i re abdicano…
Mercedes. Voto: 7. La domanda sorge spontanea… abbiamo prestato Rueda alla stella a tre punte? Bentornati fra gli esseri umani. E che questa vostra dimensione possa durare a lungo…
Bottas. Voto: 5. Povero Valtteri. Ormai mi fa tenerezza.
Red Bull. Voto: 10. Doveva essere la pista favorevole alla Mercedes. E invece… spiace (mica tanto). L’impressione è che siamo in un periodo di grazia. Sono pronti a vincere il Mondiale. Diverso vedere se ci riescano.
Max Verstappen. Voto: 10 e lode. Guarda come ci hanno fatto uscire fuori di testa quelli della Mercedes… pur di vederli perdere ci alleiamo pure con il diavolo. E sia.
Vettel. Voto: 8. Sempre più costante e redditizio. E immaginiamo che si stia togliendo più di qualche sassolino dalla scarpetta di guida…
Trofeo Gp di Francia. Voto: incommentabile. Mi ero dimenticato di quanto fosse brutto, complice il fatto che l’anno scorso in terra transalpina non s’è corso. Magari loro lo trovano chic! A me pare trash!
P.S: Mentre stiamo scrivendo, della Ferrari non si hanno ancora notizie.
Speriamo di aggiornarvi presto, quando le vedremo tagliare il traguardo.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi