Mercedes: l’intuizione arriva troppo tardi
Se il risultato ottenuto dalla Mercedes al termine del Gp di Monaco ci era apparso deludente, quello azero lo è stato ancora di più. Due weekend molto simili, con il pilota coinvolto nella lotta per il podio a non raccogliere punti a causa di alcuni errori commessi nel corso della gara e con l’altro a cercare di limitare i danni nelle retrovie. A Monte Carlo il problema al pit stop aveva causato il ritiro di Bottas, mentre a Baku un erroneo settaggio del bilanciamento dei freni ha portato Hamilton ad andare lungo alla ripartenza togliendogli la capacità di raccogliere punti. Inoltre, se lungo le stradine del Principato, Lewis era in qualche modo riuscito a raccogliere 7 punti giungendo 7° al traguardo (e realizzando anche il giro veloce), a Valtteri è toccata una sorte ben diversa in Azerbaijan. Solamente 12° il finnico.
A pochi giorni dalla fine del weekend, Mike Elliott, ovvero colui che assumerà la carica di direttore tecnico Mercedes a partire dal prossimo primo luglio, ha provato ad analizzare la tre giorni azera andando ad elencare le ragioni che hanno portato il team a vivere un fine settimana così deludente: “Già prima di arrivare a Baku sapevamo che saremmo andati incontro a delle difficoltà. Detto questo, non ci aspettavamo però di essere in quella posizione al termine delle FP2” sessione in cui Hamilton ha chiuso in P11 e Bottas in P16. Così, una volta riportate le vetture all’interno dei box “Abbiamo condotto una serie di test per cercare di avere una migliore comprensione della vettura e del problema. Da questo ne sono emerse un paio di teorie, una delle quali davvero promettente”.
Purtroppo l’analisi è stata condotta al venerdì sera e questo ha portato a dei ritardi che hanno inevitabilmente avuto un impatto sul proseguo del fine settimana. “Abbiamo avuto modo di testare le nostre idee soltanto nelle FP3, con i long run già effettuati il giorno precedente. Questo ci ha permesso comunque di trovare un buon ritmo per le qualifiche anche se non ci è stato possibile disporre la macchina nella configurazione migliore per affrontare il weekend e soprattutto la gara”. In sostanza, è stata compresa troppo tardi la direzione da intraprendere per poter esser in grado di ottenere prestazioni a livello degli avversari.
Come sempre afferma Toto Wolff, anche l’attuale Technology Director non intende smentire quella che è la filosofia Mercedes. La crescita passa dalle difficoltà. “Ciò sarà un qualcosa dal quale trarre insegnamento. Da ora in poi dovremo essere in grado di capire come impostare il set-up della vettura in base alle modifiche apportate e farlo soprattutto in quei fine settimana in cui andremo incontro a problemi simili, anche se non dovremo averne a breve”.
Proseguendo nella sua disamina, Mike Elliott ha poi individuato nella gestione delle temperature dell’assale anteriore la principale causa del comportamento sottoperformante della W12. “A Baku, una delle problematiche maggiori la si è incontrata nello scaldare le gomme anteriori. I muri sono vicini, quindi per i piloti avere fiducia nella vettura era un elemento essenziale del weekend. Sbagliare avrebbe potuto portare ad un impatto contro le barriere. Si tratta di due aspetti complementari. Riuscire ad andare più veloce, significa riuscire a sfruttare maggiormente la pista, andare più vicino ai muri, con le gomme che riescono a scaldarsi bene. Se le mescole vanno in temperatura si ha più grip e riesci ad avere la giusta confidenza per andare più veloce”.
“Guardando al lavoro svolto nel weekend” afferma il tecnico cercando di tirare le somme, “credo che il set-up abbia permesso a Lewis di trovare più confidenza a partire dalle FP3, per poi sostenere una bella prova al sabato pomeriggio. Il giro di cui è stato capace in Q3 non è venuto fuori dal nulla, è stato veloce per tutto l’arco delle qualifiche”. A concludere non poteva mancare un accenno a quelle che sono state le circostanze che hanno impedito a Bottas di fornire al team un livello di performance al pari del compagno di squadra: “Penso semplicemente che non sia riuscito a trovare quel pizzico di fiducia tale da permettergli di avere un rendimento pari a quello di Lewis”.
“Gli assetti tra i due erano abbastanza simili” conferma Elliott. “Probabilmente la differenza più grande tra le due vetture era data dalla differente scelta di bilanciamento aerodinamico. Basandosi sulle simulazioni effettuate dai nostri tecnici, Lewis ha scelto di utilizzare delle ali più scariche, mentre Valtteri ha optato per un livello di deportanza maggiore. Avevamo già previsto che Bottas in questo modo sarebbe stato più lento, forse un decimo o due al giro”.
In sostanza Valtteri credeva che la configurazione aerodinamica scelta lo avrebbe aiutato maggiormente a sentirsi a suo agio durante la gara, cosa che però poi non si è verificata. “Per noi era importante che fosse soddisfatto della vettura e del feeling alla guida.” ha concluso il prossimo direttore tecnico della Mercedes.
Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: Formula Uno – Mercedes