giovedì, Novembre 21, 2024

Austria: musica maestro!

F1. Un caleidoscopio, un microcosmo infinito che, pur nel ripetersi, rinnova sorprese e condizioni. In Austria si sogna, pertanto raccontare una sola storia sarebbe riduttivo, soprattutto quando ce ne sono molteplici a meritare menzione. Una recita corale in cui tutti riescono a essere protagonisti, in cui scegliere risulta arduo, poiché ognuno dei contendenti scrive un capitolo, un paragrafo, una frase degna di restare scolpita nella memoria. Lo spettatore occasionale potrebbe replicare che si tratta di uno spettacolo da sbadiglio, di un’orgia colorata e neppure troppo piccante, vista la censura data dalle penalità. Ma noi non siamo distratti e ringraziamo il Red Bull Ring per il suo prezioso contributo.

Il bello della F1 risiede nell’imprevisto. Attitudine che si è persa per strada nel corso degli anni, a causa di vetture sempre più perfette, di guasti clamorosi sempre meno presenti, di variabili tarpate o castrate da insulse regole. Lo zoccolo duro resiste e ha sempre esultato, fosse pure per un sorpasso nelle retrovie. Ma il tifoso medio recalcitrante si è scollegato spesso dalla diretta dedicandosi, incolpevolmente, a più utili passatempi. Sorvolerei sulla qualità dei contenuti, o sulla faziosità dei commenti, non è questo il punto. Il punto è che mancava lo spunto.

F1
F1. La battaglia finale tra Alonso e Russell.

Sissignori. Noi si guarda, si soffre, si tifa, ma, più o meno inconsapevolmente, si va alla ricerca di una storia. Di qualcosa che ci appassioni, che ci scaldi, che ci smuova. Non dico quanto la Nazionale, ma, insomma, ci siamo intesi. E ora la F1 sembra finalmente essere in grado di darci tutto questo. Un menù tutto sommato completo, al prezzo fisso di un paio d’ore sottratte ad alcune nostre domeniche.

Abbiamo una lotta al vertice, abbiamo uno strapotere ridimensionato, abbiamo promesse eccellenti pronti a spiccare il volo. Quanto basta per saziare ogni palato. Personalità arrembanti, vecchie glorie sempre verdi, giovani leoni sulla cresta dell’onda. Certo, non ci fosse la FIA a metterci lo zampino una volta sì e l’altra pure, sarebbe ancora meglio. Ma tutto non si può avere.

In Austria ho ritrovato il cuore, che batte e combatte, si arrabbia e si agita, si comprime ed esplode. Dispiacere, esultanza, baldanza: poco importa. Lo sdegno per la situazione della qualifica, per quelle regole, chiare e limpide, ma valevoli solo a piacimento, applicate senza una giusta dose di raziocinio. Le favolose gesta di Russell, sempre più cenerentola al ballo, che di ballare non si stanca neppure dopo mezzanotte, anche senza principe e senza l’adeguata carrozza. L’impresa di Norris, occhi lucidi e faccia da bimbo impenitente, pronto a sorridere, ma che ancora fatica a celebrare il suo immenso talento. E poi Verstappen, sempre più re, e Hamilton deciso a non mollare lo scettro.

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F1. Lando Norris a podio in Austria.

La gara suona la sua melodia, a dispetto di un inno troppo rock, indipendentemente dai capricci del cielo che proprio non vuol saperne di piangere. Un violino soave per Max, che s’invola nel suo assolo, una chitarra per Lando, che inciampa nello sgambetto di Perez, ma riesce comunque a pizzicare le corde fino al podio, una batteria per Valtteri, finalmente libero di dare il giusto ritmo al suo passo, spogliato da ordini pressanti. E Lewis che intona una romanza dolcissima e struggente, che non è una resa, ma una presa di coscienza, con tanto di complimenti all’avversario. Poi le note stonate di Perez, che fa il bis in fatto di irruenza tramite un duetto non proprio armonico con Leclerc, scusato nel cantargliele a ragione.

Musica maestro, questa è la F1. Un sottile gioco di accordi tra assetti, gomme, sensibilità. Sta ai piloti decifrarne lo spartito. Lo fa alla perfezione Verstappen, capendo di avere tra le mani un’auto straordinaria, lo fa cautamente Hamilton senza chiedere troppo, Lo fa egregiamente Norris, a dispetto della poca esperienza. Poi c’è Leclerc, che salta e assale, in un delirio carnale di competizione, vera manna per chi sa comprenderne la tempra. E Sainz, gemello diverso, formichina concreta, mai fuori dalle righe, sempre lontano dal caos.

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F1. Lando Norris a podio in Austria.

E laggiù, un poco più indistinti, i cori cantati dai comprimari. Da Ricciardo che rimonta, da Vettel che prova a raddrizzare una gara nata storta, da Alonso che fa sbollire la sua furia conquistando un punto, da Russell che gli tiene testa fin che può. Non so se grazie alla cornice, al doppio appuntamento, o all’assurdità di questo tempo balordo che amplifica ogni sentire, ma oggi la F1 ha raccontato una favola. Una di quelle che non si leggono nei libri per bambini, ma che pare fatta apposta per sgranare gli occhi di fronte al cielo. Come davanti a una nuvola, come rapiti da quel sogno che parla la lingua della velocità.


Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco

Foto: F1, Ferrari, Red Bull.

Veronica Vesco
Veronica Vesco
Il candore di un foglio bianco che m'invita alla scrittura. Il fragore di una monoposto rossa che accende la mia natura. Due colori tratteggiano il mio profilo fin dall'infanzia. Due colori capaci di accompagnarmi nel tempo, assumendo molteplici tonalità, sfumate dagli eventi della vita. Da una penna a una tastiera. Da un'auto a pedali agli autodromi. Da una laurea in Lettere al primo libro. Sempre nel segno di una Ferrari. Sempre con il sogno di cavalcare le mie passioni.

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