Il campionato mondiale di F1 2022 è alle porte. Tra soli 4 mesi la stagione corrente andrà in archivio e con lei un pezzo di storia della categoria. Il cambiamento regolamentare rappresenta un taglio netto con il passato. La motorizzazione resterà ancora la stessa, almeno fino al 2025, ma il concept della vettura risulterà completamente diverso rispetto quello delle attuali monoposto. Basti vedere il modello presentato dalla Federazione lo scorso 15 luglio a Silverstone.
L’aerodinamica semplificata, unita ad uno studio raffinato del fondo (di tipo Venturi) permetteranno di ridurre gli effetti negativi prodotti dalla scia delle altre monoposto. Le perdite di carico sono state stimate in un 4% nella distanza di 20 metri e del 18% quando la vettura inseguitrice si porterà in un range di 10 metri da chi la precede. Valori molto diversi agli attuali 35 e 47% (clicca qui per maggiori dettagli).
Nonostante i dati e lo slogan lanciato dalla F1 possano far pensare ad un incremento del numero di sorpassi, in verità queste cifre non bastano a sopperire a questo scopo. I team e i vertici della categoria infatti, dopo uno svariato numero di incontri e discussioni, hanno deciso di non rendere la vita troppo semplice ai piloti.
Il lavoro svolto basterà a rendere le gare più spettacolari e avvincenti, con i driver che avranno la possibilità di ingaggiare delle lotte molto più serrate rispetto a quanto avviene attualmente. Ultimare una manovra di sorpasso resterà dunque sempre complicato. Non a caso si continuerà a fare affidamento sul sistema DRS. I piloti dovranno ancora dimostrare il proprio valore ed è questo alla fine che il pubblico vuole.
Un altro fattore che inciderà enormemente sulla spettacolarità delle gare sarà dato dagli pneumatici. Anche la Pirelli si presenterà ai blocchi di partenza della stagione 2022 con dei nuovi prodotti. L’introduzione di cerchi da 18’’ ha fatto sì che i tecnici della P Lunga ripensassero alla propria gamma, introducendo delle specifiche del tutto diverse, sia in termini di mescole che di costruzione. Anche in questo caso non è stato facile stabilire un punto d’incontro tra tutte le parti in causa.
I piloti pretendevano un prodotto che non richiedesse alcuna gestione da parte loro, quindi capace di generare tanto grip e che degradasse poco. Una domanda impossibile da rispettare. Grip e degrado sono elementi complementari tra loro: l’aumento di un aspetto comporta una riduzione dell’altro. Così, anche in questo caso si è dovuti andare alla ricerca di un compromesso che sembrerebbe comunque esser stato trovato.
Sulle nuove specifiche, testate nel corso di questa stagione ricorrendo all’utilizzo delle mule-car fornite da tutte le squadre partecipanti al campionato mondiale di F1, sono stati riscontrati molti meno problemi di surriscaldamento. La gestione della mescola risulta migliore e per i piloti è più facile riuscire a mantenere le temperature nella giusta finestra d’esercizio. Sarà tuttavia ancora presente del degrado, che comunque dovrebbe almeno garantire una discreta varianza strategica dando il suo contribuito nel mantenere una certa imprevedibilità in gara.
Pirelli si è detta più volte soddisfatta del traguardo raggiunto e guarda al futuro con ottimismo. Dal prossimo anno infatti spera di poter ricorrere all’utilizzo delle nuove vetture anche per proseguire nello sviluppo del proprio prodotto in chiave 2023. Poter effettuare 25 giorni di test in queste condizioni garantirebbe uno sviluppo più adeguato del prodotto evitando eventuali sorprese dell’ultimo minuto.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
Foto: F1 – Red Bull Racing Honda – Scuderia Ferrari