Alonso ribalta tutti i dogmi, annulla gli assunti, polverizza il pensiero comune. Fa masticare amaro a tutti coloro che avevano guardato con sospetto – o con scherno – al suo ritorno in F1. Detrattori o scettici poco importa, Nando li ha messi a tacere con la sua guida in pista. E in fondo non ha fatto nulla di eccezionale: è semplicemente stato Fernando. Ora si celebra la strenua difesa su Hamilton in Ungheria, ma non è il solo numero offerto dallo spagnolo in questa prima metà di campionato. Altre perle, passate quasi in sordina, hanno impreziosito come medaglie la sua stagione.
Affermazioni in qualifica, gare sontuose che vanno ben al di là del risultato. Lo spagnolo non è tornato per sorprendere, bensì per confermare, per ribadire quanto è intatto il suo talento, quanto è vorace la sua fame, quanto è viscerale la sua passione. Si tratta di qualcosa che va oltre l’uomo, oltre il pilota: è un richiamo ancestrale che non può in nessun modo ignorare, né controllare.
Proprio per questo gli anni non sono altro che un accessorio non richiesto, un’inutile orpello, un ninnolo polveroso da abbandonare sullo scaffale. Le lancette dell’orologio, per Alonso, vanno quasi in direzione opposta, dilatando il suo tempo, atto a plasmarlo e non a invecchiarlo. Fernando è una sorta di Benjamin Button: ha avuto prima un debutto precoce, due titoli vinti in giovanissima età e, in seguito, una lunga gavetta. Se gli anni della maturità si possono grossomodo individuare nel periodo da Ferrarista, dopo di allora lo spagnolo si è trovato alle prese con un nuovo inizio di carriera. E, nel 2021, con un vero e proprio debutto.
I quarant’anni di Fernando altro non sono che i suoi nuovi venti. E l’asturiano ne è pienamente consapevole, quando, con la consueta sfrontatezza afferma di sentirsi incredibilmente più forte rispetto al sé stesso di ventitré anni. “La Formula Uno non è il Tour de France, non sono le Olimpiadi e non è neppure il calcio, in cui, a 23 anni, sei al culmine della tua condizione fisica. Se ora corressi contro il me stesso di ventitré anni, lo batterei ‘con una mano sola‘. Non si tratta di quanto tu sia giovane, ma di quanto tu sia veloce, è così che funziona il cronometro negli sport motoristici.“
Il solito “ovetense”, re della provocazione. Ma la sua non è spocchia, è semplicemente consapevolezza dei propri mezzi. La sua non è boria, ma un avviso ai naviganti della F1. Fernando c’è ancora, e quella che si vede ora è verosimilmente la sua miglior versione. Aggiornata, multitasking, praticamente infallibile. Non c’è traccia di bug in questo Alonso 2.0, piuttosto tante nuove funzionalità, inaspettate o fino ad ora ben celate.
Lo si vede girare per il paddock con un mezzo sorriso, il volto più disteso, lo sguardo serafico. Non lesina complimenti ai colleghi, si presta al gioco di squadra, gioisce per il successo del compagno. Ritrova, insomma, un’autenticità che credevamo affossata dai giorni bui, dai bocconi amari, dalle frustrazioni sportive che lo hanno bersagliato per oltre un decennio, a partire da quel 2007, l’anticamera dell’orrore.
E se proprio schermaglia deve essere, fuori dalla pista, Fernando la riduce in tenzone, ricorrendo all’abilità dialettica e all’ironia. La vecchia ruggine nei confronti di Hamilton ha reso la gara ungherese incandescente; qualche dichiarazione, peraltro pacata, ha dato fuoco alle polveri. Alonso incorona Verstappen come successore, si erge in sua difesa, lo incensa e lo benedice. Lasciando intendere, tra le righe, che Sir Lewis, ai suoi occhi, ora è meno temibile.
Lo spagnolo, al contrario, non vede l’ora di entrare nel vivo della sfida, brama il 2022, considerandolo una sostanziosa opportunità, e ricorda al mondo che lui “si vede correre ancora per molto tempo“. Sportivamente immortale, lo spagnolo si candida a semidio della F1 e dell’intero motorsport. Una sfida nella sfida, nei confronti di quel tempo che ha sempre combattuto, contro quel cronometro che ha spesso battuto. Alleandosi con le lancette della propria vita, quel perfetto ingranaggio che non conosce battute d’arresto.
F1-Autore: Veronica Vesco – @VeronicagVesco
Foto: Alpine F1 Team