Che vergogna! Sono diciotto anni che seguo F1, poco meno di quindici che ho iniziato ad approcciarmi alla moltitudine dei campionati del motorsport e mai come oggi ho visto uno spettacolo tanto pietoso. In passato, ho criticato Federazione e commissari di gara per gli spettacoli da baraccone a cui abbiamo assistito: come le qualifiche in Australia nel 2016, le penalità dubbie a Vettel in Canada nel 2019 e tutti gli altri episodi controversi di quella stagione. Ma oggi sono riusciti ad offrire qualcosa di così offensivo che a confronto il Gran Premio di Indianapolis del 2005 ormai si può definire una gara normale, quindi può essere archiviata e dimenticata.
Ai tempi avevo nove anni e guardavo quella gara americana con un mix di divertimento e senso di assurdità. Era un episodio paradossale, ma oggi ho passato quattro ore a incazzarmi perché non è possibile che la massima espressione dell’automobilismo possa permettersi di fare certe figure barbine (per non usare termini più volgari). Qui abbiamo sfondato il muro del paradosso, ma anche quello della dignità.
Ormai sono anni che FIA e Liberty Media tentano di avvicinare un nuovo pubblico al mondo della Formula 1 che sempre più si allontana dalle tradizioni. E la serie Netflix che è praticamente un film di Hollywood intervallato da Formula 1 reale e le Sprint Qualyfing con i punti ai primi tre e sono in tre gare su 22, e poi ci ritroviamo in mano dei cabarettisti principianti che in preda al panico cambiano i regolamenti a loro piacere nel mezzo delle sessioni perché nemmeno loro sanno cosa fare. Tanti tentativi di rendere lo “show” interessante buttati nelle ortiche a causa del Festival dell’Incompetenza. È mai possibile?
Pérez finisce a muro nel giro di allineamento e viene trasportato nel paddock dal solito camioncino dei commissari. Alle 15 inizia il valzer dei rinvii di 10 minuti in 10 minuti e poi di 5 in 5, un po’ a casaccio. Alle 15:25 decidono di partire, quando le condizioni meteo rispetto a mezz’ora prima erano pure peggiori. Un giro di formazione e due e poi procedura di partenza sospesa.
E poi si aspetta e aspetta. Nel mentre in Red Bull riparano la vettura del messicano, che può ritornare in corsa perché di fatto la gara non è mai iniziata. In direzione gara dicono che possono ma non lo sanno perché secondo loro la gara è partita, ma nella realtà non lo è, quindi boh, chissà, lasciamoli fare… E gli altri team chiedono se si può fare oppure no e intanto Masi e compagnia cantante stanno lì che si guardano negli occhi dubbiosi, cercando di capire come muoversi.Poi salta fuori che entro le 18 la gara deve essere conclusa, cascasse il mondo.
Ma quando ci si rende conto che le 18 sono troppo vicine, allora alle 17 si blocca il tempo, con un’ora di gara ancora da poter disputare. Ora cascasse il mondo entro le 18 si deve partire per finire entro le 19. Ma alle 17:45 ricomincia il valzer dei rinvii dopo rinvii fino alle 18:17. A quel punto tutti fuori, quando la visibilità era pure inferiore ai nebbioni che ho ritrovato certe notti tornando a casa alle 3, in aperta campagna. Si fa un giro, se ne fanno due, si inizia il terzo e bandiera rossa prima della fine. Nemmeno 10 minuti di gara e si torna tutti ai box, con 50 minuti rimanenti alla fine.
Alle 19, dopo quattro ore di agonia, tutti a casa, un podio misero, nel senso che fa abbastanza pietà vedere gente nemmeno sudata esultare per chissà cosa, metà punteggi assegnati senza meriti, e via, ci si vede a Zandvoort. Ah, classifica finale che risulta con un solo giro completato e via il putiferio sulla legalità o meno di questa corsa, se si possono assegnare i punti con un solo giro, o con due dato che la bandiera rossa è stata data al terzo e quindi questo non vale.
E dopo sto malloppone di resoconto che alla fine è comunque più corto dell’agonia di ieri pomeriggio, verrebbe da citare Giacomo Poretti in Tre uomini e una gamba nella scena dentro il cinema: “Non sono professionisti. Sono presi dalla strada”. Perché è così. Stiamo parlando della Formula 1, di quella categoria a cui qualsiasi altro sport a quattro ruote dovrebbe guardare come riferimento e alla fine l’unica cosa che sono riusciti a fare è lo schifo più assoluto.
Quando sono anni che si parla di rendere la categoria più comprensibile al pubblico, per cercare di avvicinarlo e non farlo scappare e ieri c’è stata l’apoteosi dell’incomprensibilità da parte di chiunque. Nessun commissario ha capito nulla, nessun addetto ai lavori ha capito nulla, nessun tifoso ha capito nulla. “Annamo bene” direbbe Sora Lella. Se questo è il modo di avvicinare il pubblico, aspettiamoci la morte del campionato in un paio di anni.
La gara di ieri si doveva cancellare, senza sé e senza ma. Tuttalpiù rinviarla a oggi, anche con le difficoltà del caso dato il back-to-back, neanche così proibitivo, con Zandvoort e tutti gli altri pezzi del puzzle da incastrare. Invece hanno preferito mandare avanti l’indegno scempio per quattro ore per assegnare il mezzo punteggio. Muovere la classifica per una gara che non è mai stata corsa.
Già la Sprint Qualyifing ha contribuito abbastanza a falsare il campionato per tre gare, poi ci si mettere pure questa cosa (perché non so come definirla, onestamente) pilotata a tavolino. Se già io, appassionato e autore, mi incazzo come una bestia, non voglio immaginare Hamilton e Mercedes che improvvisamente si vedono rispettivamente Verstappen e Red Bull mangiargli metà del distacco in classifica, senza possibilità di replica.
Fosse stata solo la gara di oggi il problema. La FIA ha toppato in tutto il weekend. Già sabato mattina con Gara 1 di Formula 3 si è assistito a qualcosa del genere, ma in proporzioni minori. Via della gara previsto per le 10:05, tre giri di formazione dietro la Safety Car e poi procedura di partenza annullata. Si riparte dai pit, proprio come la F1, 50 minuti più tardi quando, come la F1, le condizioni erano anche più proibitive, ma per fortuna sono riusciti a correre.
Sempre sabato, sempre con la F1, in Q3 Vettel chiedeva a gran voce la bandiera rossa, che non è stata data fino al grosso incidente di Norris, dopo cui il tedesco ha tuonato: “Che cosa c**** avevo detto?”.
In poche parole, nell’Università della Formula 1, la FIA non ha superato l’esame, ma non per un semplice mezzo punto in meno rispetto al 18 minimo che viene richiesto. Qui si parla di uno zero spaccato che serve a dare una sveglia a questo Circus che oggi è stato un vero e proprio circo. Sarà arrivato il momento di darsi una regolata e iniziare a trattare questo sport con un po’ di serietà? Sarà arrivato il momento di trattare i tifosi come tali e renderli degni una volta per tutte?
Perché se proprio volete raggiungere il pubblico nuovo, così facendo, non fate altro che allontanarlo. Se poi contiamo che in una singola stagione abbiamo visto gare tradizionali, gare sprint e gare a tempo, viene solo da ridere. E avendo disputato questa corsa fantoccio, probabilmente quelle decine di migliaia di persone, che ieri si sono prese la broncopolmonite sotto il diluvio e i 12 gradi di Spa, non avranno nemmeno diritto al rimborso dei biglietti. Bel giochino.
Fanno bene i vari Hamilton, Vettel e Alonso, che non sono poi i primi che passavano la davanti, ma contano giusto 13 mondiali vinti in 3, a dire che questo misero teatrino è stato fatto solo per i soldi. Poi, leggendo i grandi capi che dicono che la gara non è stata corsa esclusivamente per questioni commerciali, verrebbe da citare il grande Totò e il suo: “Ma mi faccia il piacere”. Checché se ne dica, ma alla fine il duo Ecclestone–Whiting non era poi tanto malaccio…
In conclusione, la FIA guardasse a ciò che ha fatto nel 2013 al Fuji con il World Endurance Championship. In quel caso, il tifone l’ha fatta da padrone. Otto giri sotto Safety Car, due ore di bandiera rossa, altri otto giri di Safety Car e poi bandiera a scacchi. Punteggi dimezzati e tutti a casa. Da quel momento si è deciso che per assegnare i punti devono svolgersi almeno due giri in regime di bandiera verde.
Peccato che 8 anni dopo non abbiano pensato che per non rendere una farsa la gara di ieri, sarebbe bastato applicare questa regolina anche in Formula 1. Alla fine, sempre di FIA si sta parlando. E invece sembra si stiano paragonando Mercurio con Plutone.
F1-Autore: Marco Colletta – @MarcoColletta
F1-Foto: Formula 1